Capitolo 17

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Pov's Emma
Ecco! Non era bastato il fondotinta per nasconderlo. Lo aveva visto. È aveva anche capito cosa è successo.
Mi nascosi di nuovo la guancia velocemente.
"N-niente! Ma che scherzi? Ho solo...sbattuto. Si, ho sbattuto sullo...cioè nello spigolo della finestra"
Cercai di mentire ma la mia voce mi tradii.
Vidi Stefano guardarmi insospettito dicendo:"Emma! Non ci crederei neanche se rivedessi la scena un miliardo di volte. Dimmi la verità!"
Abbassai la testa e lui capii, così mi accarezzò l'ematoma provocandomi un piccolo dolore e facendo un sorriso triste, strinse i pugni e disse:"Perché lo ha fatto?"
Senza alzare lo sguardo dissi:"...ha visto la tua maglia nel bagno..."
"Cosa t'ha fatto altro?"
"Nulla, mi ha solo dato uno...due schiaffi...e ha bruciato la tua maglia. Mi dispiace, te la ricomprerò, non ti preoccupare"
"Stai scherzando ve? Non me ne frega un cazzo della maglia! Tu, piuttosto, come stai?"
"Bene...credo. Non mi fa poi tanto male..."
Lo vidi diventare rosso dalla rabbia, poi si alzò e disse:"Mo vado è lo meno! Si adesso vado. Lo uccido, giuro! LO UCCIDO! Brutto bastardo!"
Cercai di fermarlo prendendolo dalla maglia e con le lacrime agli occhi dissi:"No, Ste! Perfavore..."

Pov's Stefano
La vidi piangere e mi si spezzò il cuore, così mi bloccai e la abbraccia fortissimo.
Me la ritrovai per la seconda volta a piangere sul mio petto.
La presi dai fianchi e la misi sulle mie gambe, abbracciandola ancora più forte.
Lei continuava a singhiozzare, le baciai la fronte e le chiesi:"Non è la prima volta che ti fa questo...ve?"
Fece di no con la testa ancora 'incastrata' nel incavo del mio collo e continuó a piangere in silenzio stringendomi più forte.
Feci un sospiro e le accarezzai i capelli.
Non posso vederla soffrire così per quella merda di uomo!
Il mio istinto e la mia testa mi dicevano dj andare a picchiare a morte quel coglione, ma il cuore me lo impediva facendomi ragionare: non potevo lasciare Emma così. Dovevo darle la sicurezza che ci sarei stato per qualsiasi cosa e picchiare il suo ragazzo non mi sembrava una buona idea.
Cercai di calmarmi e mi allontanai piano dalla stretta di Emma, poi tenendola sempre sulle mie gambe la fissai intensamente nei sui bellissimi occhi color cioccolato, da cerbiatta, gonfi come non mai.
Il mascara che aveva gli aveva tinto tutte e due le guance di nero e, dal pianto, erano anche diventare un po' rosse.
"Non aver paura, pulce. Ti proteggerò io! Quell'essere non ti toccherà più. Te lo giuro!"
Lei si limitò ad annuire e si sforzò per fare un piccolo sorriso per poi abbracciarmi più forte che poteva. Le servivano delle braccia forti su cui buttarci dentro tutti i suoi problemi e una spalla solida su cui piangere. Non so se io sarei riuscito a darle questi suoi bisogni, ma sicuramente ci avrei provato.
Pov's Emma
Mi allontanai un po' dal suo petto e, guardandolo, gli sfiorai con le dita i suoi bellissimi pettorali nascosti dal sottile tessuto della t-shirt.
Sorrisi, senza nemmeno farci caso.
Mi accorsi che lui se n'era accorto così arrossì e allontanai subito le mani, poi continuando a tenere lo sguardo basso, con un fil di voce dissi:"Avevo dimenticato che questi non sono più miei da un bel po'..."
Vidi Stefano sorridere poi avvicinò lentamente la sua mano alla mia guancia e la accarezzò dolcemente.
Mi sentii il suo sguardo fisso su di me così alzai la testa e fissai i suoi grandi occhioni.
"Lo so...ma se vuoi potranno essere di nuovo tuoi"
Cercai di non arrossire e mi alzai velocemente dalle sue gambe, mettendomi in piedi difronte a lui.
"Dopo che mi hai tradito per tre volte, come faccio a fidarmi ancora di te?"
Aprì la bocca stupito, poi disse:"Tre volte? Qual'è stata la terza?"
"Ah non te la ricordi neanche? Non ti dice niente il nome Ginevra? Amici? Camera 36?"

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