L'indomani mattina mi svegliai ma nel letto c'era solo la mia sagoma.
Ashton aveva dormito qui, ma la mattina il suo corpo non c'era, sembrava essersi smaterializzato. Accesi il telefono, ero preoccupata, non se ne andava mai senza svegliarmi per salutarmi.
Nessun messaggio, nessuna chiamata, nessun biglietto sul comodino.
Cosa stava succedendo?
Mi alzai per andare a scuola, presi un biscotto dal piatto che stava costantemente sopra il tavolo e filai via. Non appena arrivai notai subito un'aria di preoccupazione nei visi di chiunque, la cosa mi fece allarmare ancora di più.
Notai Lex e Miranda nel cortile della scuola, loro non la frequentavano e non capivo cosa ci facessero li.
-Miranda!- gridai avvicinandomi
-Hai visto Ashton?- domandai esasperata ed estremamente preoccupata
-M-mio fratello deve partire Grace, e loro non si sono più visti da ieri.-
Sgranai gli occhi alla sua risposta. E se avessero anticipato le spedizioni? e se fosse partito senza neanche salutarmi?
Gironzolai per tutta la scuola, tutti avevano confermato il "sono partiti" e io mi sentivo morire per ogni passo in avanti che facevo. Iniziai a guardarmi intorno, il mondo sembrava girare velocissimo in quel momento, le persone neanche si poteva distinguere di quanto forte mi girasse la testa.
Ad un certo punto il calore di una mano si poggiò sulla mia spalla, e quando leggermente spaventata mi voltai vidi che era Ashton.
Mi buttai tra le sue braccia non facendo caso che fosse in divisa, assieme a tutti i suoi compagni che stavano dietro di lui.
-Parto domani mattina all'alba, adesso stiamo solo andando a fare allenamento.- sussurrò al mio orecchio stringendomi
-domani? ma non dovevi partire tra cinque giorni?-
-Hanno anticipato la spedizione Grace, non possiamo tirarci indietro.-
-Tra quanto torni?-
-Non penso di mancare molto, in ogni caso- disse porgendomi una delle sue medagliette
-Avrò un motivo per tornare- sussurrò sorridendo
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La sera Ash si presentò a casa mia, portandomi poi nella sua. Voleva parlare prima di andarsene, anche se non era mai stato molto bravo nelle parole...
-Grace, tu quest'anno quanti anni dovrai fare?-
-Ne devo fare diciannove Ash perchè?-
-E come mai sei ancora al primo anno?-
-Perchè non hanno accettato la richiesta di farmi entrare direttamente al terzo, dovevo per forza fare un altro anno di scuola secondo mio padre.-
-Capisco.-
Nel suo tono, freddo e distaccato sembrava non esserci sicurezza. Aveva paura che potesse accadere qualcosa ma non sapevo di cosa si trattasse..
-Non so tra quanto tornerò Grace, ma non voglio partire col rimorso di non aver fatto una cosa.-
-Cosa?-
Lui si avvicinò rapidamente a me e stringendo la presa sui miei fianchi mi baciò. Le sue intenzioni furono subito cristalline. Prese delicatamente il mio corpo e lo sdraiò sul suo letto. Le mie guance arrossirono leggermente, ma a me stava bene, lo amavo così tanto, non mi interessava quello che sarebbe successo quella sera.
-se non vuoi, non alzo un dito su di te.- sussurrò lui, mentre stava sdraiato sul mio corpo
-E' quello che voglio, stare con te per tutta la vita è quello che voglio.- sussurrai io poco dopo
Ashton aveva una delicatezza inaudita.
Sfilò la maglia e i pantaloni che avevo addosso quasi senza farmene accorgere, fece lo stesso coi suoi fino a volgere la stessa delicatezza con l'intimo.
I nostri corpi rimasero nudi, uno sopra l'altro, sembrava quasi essere un gioco ed effettivamente lo era.
-Non è la tua prima volta, vero?-
-Ho 19 anni Green è una cosa ovvia.- sussurrai costringendo una risata
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Era quasi l'alba, i corpi di entrambi i ragazzi restarono sdraiati sul letto assieme ancora per pochi secondi, poi Ashton si alzò sistemandosi.
Mi svegliai poco dopo, girando la testa dall'altra parte del letto notando che il ragazzo stava già indossando la divisa militare.
-è già l'alba?- sussurrai nervosamente
-Si piccola, è già l'alba.- aggiunse lui in risposta alla mia domanda, con un tono del tutto rilassato.
Mi alzai e mi vestii a mia volta, mentre indossavo i pantaloncini gli occhi di Ashton si soffermarono sul mio corpo..
-Aspetta..- disse avvicinandomi a me e spostando i pantaloncini notò i miei fianchi, pieni di lividi.
-Cazzo.- sussurrò tirando un pugno all'aria, quasi come se la cosa l'avesse improvvisamente fatto incazzare.
-Ash, va tutto bene non fanno male. E poi, è stato estremamente bello.- aggiunsi avvicinandomi a lui e stringendolo, per tranquillizzarlo
-No che non va bene Grace. Ti ho fatto del male, di nuovo, è come se rivedo il loro il giorno in cui ti ho picchiata.-
-Non mi hai picchiata, mi hai solo fatta stare meglio questa volta. Va tutto bene amore.-
Alle mie parole il suo viso si tranquillizzò notevolmente, e mi strinse talmente forte quasi da impedirmi di respirare.
-Adesso devo andare.- Aggiunse lui non appena finii di vestirmi
-Di nuovo..-
-Tornerò piccola, torno sempre.-
-Il tuo sempre è legato al passato però.-
-Fidati di me Grace, tornerò. Che sia via mare o via terra tornerò. E non dovrai più aspettarmi.-
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La partenza di Ashton, faceva nuovamente male. Questa volta sembrava prolungarsi sempre di più, passavano i mesi e lui non tornava.
Era ormai arrivata l'estate, la partenza di Ashton era avvenuta a Maggio e adesso era quasi Agosto.
Ogni giorno che passava mi sentivo sempre più strana, ogni giorno sembravo sentirmi male ma non capivo perché. Questa volta non era un dolore emotivo ma fisico, non capivo cosa fosse.
Due giorni dopo l'uno agosto, sentii delle fitte lancinanti all'addome. Sul momento non capivo cosa potesse essere, poi mi venne un sospetto.
Non avevamo usato nessuna precauzione, la sera che Ashton partì, immediatamente mi allarmai.
Presi di tutta fretta un test di gravidanza e lo feci la sera, stesso. Non era come ogni normale test, per avere una risposta certa bisognava aspettare ben 12 ore.
Lo feci prima di andare a letto e lo lasciai li, in bagno mentre dormivo.
La mattina mi svegliai e il mio primo pensiero fu quello. Era mercoledì, ma in quel momento me ne fregai anche di Ashton, la priorità era sapere se i miei sospetti erano fondati o meno.
Entrai in bagno lentamente, sembrava che dentro ci fosse qualche mostro o un coccodrillo ad aspettarmi.
Presi il test in mano e rimasi pietrificata di fronte ad esso. Il simbolo era positivo.
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Romance"I suoi scarponi erano ancora sporchi di fango, il suo volto era distrutto dalla stanchezza. Non sapevo se odiarlo o amarlo ancora di più per quello che faceva ogni giorno, nel dubbio la nostra relazione dondolava sulla sottilissima soglia di entram...