-Dottor Handrews io..-
-No, Grace. Sono sempre stato cristallino con lei e non sarò da meno oggi, io la salverò Grace, e se non riuscirò a farlo può star certa che la mia carriera da medico generale finisce qui.-
-Non ha motivo di smettere di fare il suo lavoro solo perché una sua paziente è morta Dottor Handrews.-
-Invece è esattamente quello che farò, le ripeto che quel giorno era mia responsabilità la sua salute, come sempre da otto mesi a questa parte.. è sempre mia responsabilità, qualsiasi persona che entra in questa stanza è mia responsabilità perché lei, è un caso che è stato affidato a me.
Sa cosa vuol dire, che solo perché ho deciso un giorno di allontanarmi un secondo, un misero secondo per un caffè lei adesso morirà? Signorina Patter non so se si rende conto della situazione, ma la madre di suo marito mi ha naturalmente fatto causa accusandomi della sua morte prematura.
Il mio lavoro è finito comunque Grace, dovrò dire addio al mio amato lavoro per colpa di un dannato caffè, e se lei domani, tra una settimana o magari tra un anno morirà, sarà colpa della mia poca attenzione.
Perciò le chiedo scusa signorina Grace, e qui le giuro che fin che lei sarà il mio caso proverò a salvarla in ogni modo.-
Restai a guardare quell'uomo per un pezzo, non sapendo cosa dire.
Morirò, per un errore commesso in ospedale.
Morirò, per la sua poca attenzione
Avrei potuto vivere, ma lui aveva bisogno di un caffè nel momento in cui si decideva se farmi continuare o meno.
Incolparlo? No, non era sua la colpa. Piuttosto la colpa la darei ai direttori che mettono mani inesperte come quelle degli specializzandi su pazienti così gravi, rischiando non solo denunce ma anche cattive nomine.
Andai a dormire, l'angoscia mi logorava dentro.. la paura di morire si faceva sempre più vivida in me.
Dopo una settimana da quella discussione, il Dottor Handrews venne sollevato dall'incarico ed il mio caso passò alla Dottoressa Steward, cancellando ogni parola detta dal vecchio medico.
Fu quando mi cambiarono il medico, che ebbi la piena consapevolezza di morire.
Il Dottor Handrews avrebbe in qualsiasi modo provato a salvarmi solo per screditare un suo errore, una sua colpa... ma la dottoressa Steward, non aveva nulla da screditare con me... aveva solo bisogno di eseguire il suo lavoro e di tenermi d'occhio durante la fine.
Ci fu un breve periodo di speranza, dopo aver cambiato medico e per l'ennesima volta cura, iniziai a stare meglio ed il tumore a diminuire.. continuai la mia vita sdraiata su un letto d'ospedale per altri due mesi.
-Beh cara, al tuo risveglio i dottori avevano detto che massimo un mese e saresti morta, invece dopo tre mesi sei ancora qui! Magari piano piano anche tu tornerai a vedere la luce del sole bambina.- mi disse la mamma di Ash, seduta su una vecchia e consumata sedia accanto al mio letto
Io annuii semplicemente, nonostante iniziassi a stare meglio avevo totalmente perso la parola, circa 40 giorni a dietro.
-Faremo del nostro meglio Grace, ma questo già lo sai. Sei giovane, hai una vita davanti... e l'ultima cosa che vogliamo è che tu muoia, intesi?- mi domandò la dottoressa con una di quelle odiose cartelle cliniche blu in mano
Non esprimeva nemmeno un briciolo di speranza la Steward, anzi ogni volta che entrava nella mia stanza sembrava dubitare del perché non fossi ancora schiattata, era davvero snervante.
Continuai così per altre due settimane, poi ebbi come di botto una pesante ricaduta.
Entrai nuovamente in arresto e mi portarono subito in rianimazione, con successo superai la defibrillazione tornando nella mia stanza d'ospedale, sempre più debole.
-Non sappiamo ancora quanto può reggere, forse ad un altro attacco ma non di più..-
-Avrà la forza di reggere la mia bambina, è forte e supererà anche questo ostacolo.- rispose la mamma di Ash ai medici.
Avrei tanto voluto dargli ragione, ma purtroppo non era davvero così.
Ero ormai debole, e la prima a riconoscerlo, la prima a capire che stavo ormai morendo, ero io.
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Romance"I suoi scarponi erano ancora sporchi di fango, il suo volto era distrutto dalla stanchezza. Non sapevo se odiarlo o amarlo ancora di più per quello che faceva ogni giorno, nel dubbio la nostra relazione dondolava sulla sottilissima soglia di entram...