23.

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Pestilenza.

Viaggiammo per quattro ore circa. Intervallando momenti di tensione a sorrisi senza neanche rendercene conto. Noi tre, ovvio. Morte non parló mai. Non disse una parola per quattro maledette ore di viaggio. Ma come diavolo fa?

Non sapevamo dove stavamo andando, in realtá. Non lo sappiamo mai, giusto? Seguivamo una traccia comparsa sul navigatore come sempre.
Avevo un cattivo presentimento.
Stava andando tutto a puttane.
E non mi fidavo della gente che stavamo per incontrare.

La macchina si era fermata e Morte era giá uscita.
Smontai dalla macchina e mi affiancai a lei. Non chiusi la mente permettendole di entrare.
La guardai consapevole che quello sguardo non sarebbe mai stato ricambiato. Dimmi cosa sta succedendo. Parlami, cazzo.

Guerra e Carestia uscirono dalla macchina poco dopo di me.
La mano sinistra di Jack tremava. Pessima, pessima cosa. Carestia voltó la testa di scatto verso di me lasciando che il vento le coprisse il viso con i boccoli rossi.
Erano come rami secchi. Cavi arrugginiti. Il tetano. La carestia. Lei era rossa come il sangue.

Un paio di occhi alle spalle. Maledizione, alle spalle no!
Mi girai di scatto afferrando il polso della donna che mi si era avvicinata silenziosamente.
"Nostalgia?" Neanche io sapevo come intendere la mia stessa domanda.
Lei mi sorrise timidamente. Non poteva rispondermi, era muta.

Una mano mi si appoggió seducente sul petto da dietro mentre qualcuno mi sussurrava "Ti sono mancata?"
Mi voltai di scatto "Malattia... razza di..." mi misi sulla difensiva automaticamente.
"Oh Pestilenza... Eri così felice di vedermi l'ultima volta che ci siamo incontrati" fece maliziosa e avanzó verso di me spingendomi contro la macchina.
Appoggió la mani sulle mie spalle e mi bació a lungo infilandomi le mani sotto la maglia.
"Ti prego" la scansai "Quanti anni pensi che abbia?"
"Questo tuo stupendo corpo quanti ne ha?" si arrotoló una ciocca dei lunghissimi capelli color platino con un dito mordendosi un labbro.

"David." mi chiamó Guerra guardando dritto davanti a sè.
Grazie a Dio, Jack.
Mi avvicinai a lui
"Che succede?"
Strizzai gli occhi. Vedevo solo deserto. Deserto. Deserto. Per chilometri e chilometri. Sole. Caldo. L'aria secca tremolava ma non si alzava un granello di sabbia.
"Niente. Non succede niente."
Morte si sedette sul cofano. In attesa. Di cosa? Dio, che caldo.
Un uomo e una donna avanzarono verso di noi come apparsi dal nulla.
Lui stringeva un tridente tra le dita della mano destra. Lei aveva la pelle scura come la desolazione, i capelli neri come la rabbia. Si fermarono davanti a noi. Fecero entrambi un piccolo inchino.
"Non tutti conoscono le buone maniere..." sussurrai guardando Malattia con la coda dell'occhio.
Lei mi lanciò un bacio con la punta delle dita, ridacchiando.

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