28.

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Carestia.

"Eve!"
Mi rigirai nel letto.
"Eve alzati!"
"No!"
"Avanti..." Bussó alla porta della camera.
Mi alzai.
Mio padre continuava a bussare.
Infilai il mio maglione preferito uscii dalla finestra, come sempre. Mio fratello non se ne sarebbe neanche accorto e sarebbe rimasto a sonnecchiare sotto il piumone. Ma mio fratello non c'era più.

Inizia a camminare per la cittá specchiandomi sulle vetrine, le mani in tasca. C'era freddo.
Che fine aveva fatto Carestia?
Raccolsi i capelli in un treccia disordinatamente rossa continuando a camminare.
Ero tornata bambina, adolescente. Non ero più io.
Stavo vivendo di nuovo il periodo più buio della mia vita. Ero sola, circondata da mille gradazioni di grigio e di depressione. Non volevo vivere così ma non volevo neanche morire. Non sapevo neanche potevo.
Ma soprattutto non volevo tornare indietro. Non voglio essere un cavaliere. Mi mancano solo i miei amici...

Quando vidi il mio palazzo a vetri preferito smisi di pensare e di piangere fino a che non raggiunsi l'undicesimo piano. Gli scalini sembravano infiniti e altissimi e io sembravo così piccola. David, dove sei?
Mi fermai. Raccolsi i pensieri e aprii la porta che dava sul tetto con un colpo secco.

Il posto, il mio posto, era occupato. Dannazione!
Qualcun'altro era pronto a gettarsi dal quel bordo, nel vuoto, al mio posto. Tra le braccia della... No, lì no.

Un giovane uomo. Un ragazzo. Mi si strinse lo stomaco in un morsa come di fronte ad una persona speciale.
"Ti prego, non farlo." Sussurrai.
Lui si voltó "Eh no. Eh no, cazzo."
"Jack?!"
Mi guardó per qualche secondo poi spalancò gli occhi "Oddio... Pensavo che non ti avrei più rivista..." forse apparve una parvenza di sorriso sulle sue labbra increspate.
Saltò giù dal muretto e mi si avvicinó.
"Dispiaciuto...?"
"In un momemto del genere..."
"Perchè sei qui?"
"Me lo dici tu? Non sei qui per il solito motivo?"
"No, io..." mi morsi le labbra.

"Eveline!" Mi voltai colpita dalla sua voce.
"Mio Dio, David!"
"Ti ho trovata!" Rise e mi strinse forte al suo petto. "Stavo per chiamarti."
"C'è anche Jack..."
Mio fratello non fece in tempo a sollevare lo sguardo verso l'amico che quello provó a muoversi verso lo strapiombo.
David gridò.

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