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Carestia.

L'energia che sprigionavamo. Eravamo potenti. Neri. Freddi. La gente ci lasciava passare. Si apriva al nostro cospetto. Ci sentivano diversi. Osservati da mille occhi.

"Sono loro!" urló un uomo tra la folla indicandoci.

Coraggioso.

"Vivono del nostro dolore! Delle nostre sofferenze! Uccidono e ci scatenano uno contro l'altro senza pietá..."

"Come osi rivolgerti a noi in questo modo!?" gridó Jack gettandosi quasi letteralmente contro di lui. Io e Pestilenza lo bloccammo "Guerra. Guerra ragiona." lo prendemmo per le braccia. Poi ci rivolgemmo a Morte con uno sguardo interrogativo. Che cosa stava succedendo?

"Vedete... Sono volgari e violenti. Vanno eliminati."

Le nostre foto stavano giá girando il mondo.

"Non postresti! Lurido..." continuó Guerra.

Morte gli appoggió una mano sulla spalla "Non farlo. Non peggiorare la situazione. Non ne vale la pena" sussurró. Doveva placare la sua rabbia. La rabbia di Guerra era potente. Nera. E non era quasi mai un bene.

"Ribelliamoci contro di loro. Stanno distruggendo le nostre vite! Non si meritano di vivere!"

Guerra schiumava di rabbia. Sollevó la mano guantata. Lo afferrai per la maglia urlando "Jack non fare cazzate!"

"Toglietegli il guanto!"

Morte gli prese la mano "Guerra." cercó il suo sguardo.

La folla peró iniziava a stringersi intorno a noi. Ancora un po' incerta ma erano tanti. Non sapevano neanche loro cosa fare. Ci fotografavano, guardavano l'uomo e poi di nuovo noi, alcuni se ne andavano. Morte si agitó alzando un muro d'aria intorno a noi.

"Ci stanno... pubblicando" David mi guardò.

"Ana! Il cappuccio!" Le gridai.

"Non devono toccarmi... Non devono toccarmi!" Continuava a indietreggiare. Il cappuccio sul viso.

"Morte vai via!" urlai

Indietreggiammo anche noi finendo schiena contro schiena. Tenendo Morte in mezzo a noi. Guerra si voltó verso di lei "Vattene! Vattene ora!"

"Guerra..."

Lui la bació e Morte sparí nella sua ombra.

Stavano intervenendo le autoritá calmando la folla e facendosi spazio verso di noi. Il muro d'aria era crollato. Ci raggiunsero in fretta. Afferrarono Pestilenza per le braccia schiacciandolo a terra. Mi sentii oppressa. Ringhiai cercando di liberare le braccia. Colpirono Guerra allo stomaco. Lui gli puntó contro la mano guantata.

"Guerra no!"

Una corda invisibile si strinse intorno al collo del poliziotto levandogli il fiato

"Guerra!" lo implorai

Molló la presa lasciandolo cadere ansimante. In un secondo il terrore si diffuse nella piazza e calò il silenzio. Ora le nostre braccia erano libere.

"Via!" gridó Pestilenza.

Corremmo verso i mezzi. Saltai sulla macchina con Guerra mentre David schizzava via con la moto.

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