8.

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Pestilenza.

Mi fermai nel parcheggio di un paesino sconosciuto nel centro di quella brughiera infinita.

Morte seduta su un muretto. Il lungo mantello scopriva dei vestiti normali e il corpo di una meravigliosa ragazza. Gli altri due mi raggiunsero. Vidi Guerra distogliere lo sguardo. Mi avvicinai cauto a Morte "Roba umana. Non hai i poteri?"

"Non inceneriró nessuno con lo sguardo... Tranquillo."

"Io sono tranquillissimo" sussurrai voltandomi verso Guerra.

Lei si alzó saltando giú dal muretto e ci porse un guanto per uno. "Attivano la magia. Se vi interessa."

Lo indossai e il palmo e il polso mi si ricoprirono di una pelle di bronzo luccicante. Sentii una scarica percorrermi la schiena come un brivido e potenziarmi. Strinsi l'altra mano chiudendo gli occhi. Roteai le dita della mano armata nell'aria serrando di colpo il pugno. L'asfalto accanto ai miei piedi si spaccó fumando come tagliato da un laser. Che sensazione meravigliosa. Sorrisi accarezzando il guanto di bronzo. Guerra alle mie spalle continuava a guardarsi la mano muovendo le dita come se non fossero state sue. "A cosa ci servono?"

"Seguitemi." Taglió corto Morte.

Carestia sbuffó iniziando a camminare dietro di lei. "Cosa ci facciamo qui?"

"E se ci beccano?"

"Morte hai pensato alle conseguenze?"

"E ai nostri... superiori...?"

"Zitti!" La sua voce tuonò congelandoci.

Indicò una folla che occupava totalmente la piazza principale del paese.

Morte fece un cenno con il capo e ci avvicinammo.

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