Apocalypse

16.

Carestia.

"Prendiamo la mia macc..." mi voltai. David fermo a guardare quei due. Lo abbracciai da dietro appoggiando il mento sulla sua spalla. "Dai andiamo"

"No. Se lei gli..."

"David... Non lo fará."

"Ti fidi troppo di lei."

"Forse è vero..."

Li guardai.

"Ti giuro che troveró il coraggio di tornare sui miei passi. Lo rimetteró" Morte cercó di afferrarlo mentre si allontanava.

"Come troverai il coraggio?! Vuoi dire che dovró farmi uccidere di nuovo?!" le urló lui

"Smettila."

"Fai come ti pare." la superó passando accanto a noi.

Morte sospiró. Guardai i suoi occhi. Si sentiva in colpa a provare tutti quei sentimenti ridicoli. David seguí Jack. Io mi avvicinai a lei "È solo un gioco... siamo delle marionette... se il piano funzionasse, dopo..."

"Lo so" si tiró su il cappuccio.

Uscimmo da casa mia in silenzio. Aprii il garage.

"Io in viaggio con voi non ci voglio venire" Jack si era acceso una sigaretta ed era rimasto fuori dalla porta di ferro. La luce di quel pomeriggio grigio e spento smorzava i riflessi dei suoi giochi di fumo.

"Vai pure a morire da solo" disse fredda Morte

David intervenne "Pensavo avessi di nuovo un cuore."

"Potrei anche rimetterlo in quella scatola. Tanto pare che non mi serva a niente."

"Oh ma si! Certo! Ottimo ragionamento" ringhió Jack

"Sono daccordo con lui." mormoró David "Cosa cazzo ci andiamo a fare?! Spiega anche a noi cosa vuoi fare, Morte? Levarci dai nostri incarichi. Liberarci dal nostro capo supremo? Cambiare corpo e vivere aspettando di morire?!"

Gli tirai uno schiaffo. "Basta smettila. Sali in macchina e stai zitto."

Lui si massaggiò la guancia arrossata. Guerra spense la sigaretta. "Dopo non mi vedrete più."

"Non sará un poblema."

Salii al posto dell'autista. David accanto e gli altri due dietro e misi in moto. "Morte. Imposta la destinazione"

Il movimento veloce di due dita e il satellitare si accese. Si potesse fare tutto cosí... Guerra indossó il suo nuovo guanto spappolandosi sul sedile.