24.

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Guerra.

"Terremoto e Paura." Malattia si avvicinó di muovo a noi.
"Molto piacere" mormorai tra i denti.
Mi voltai. Morte non c'era più.
Quanto la odio. Avevo voglia di urlare di rabbia e frustrazione.

Sentì David ridere forte e guardai nella sua direzione.
Ana...
Il mantello le si aprì con il vento lasciando scorgere i risvolti rosso sangue. Non c'era un alito di vento. Ma che...
Il cappuccio le cadde sulle spalle. I suoi occhi nei miei. Non guardarmi, non guardarmi così. Io un cuore lo ho. Non so resisterti.

Paura accanto a me si inginocchió a terra chinando il capo nella polvere.

"Ana..." Ma mi zittí con un dito.
Erano loro i nostri alleati, chiaro.
Ma perchè? Cosa avremmo fatto adesso?

Mi voltai a guardare gli altri.
Eravamo un esercito fantasma.
Eravamo otto cavalieri adesso. Mi sentivo terribilmente a disagio. Io non voglio essere un cavaliere dell'Apocalisse. Riportatemi a casa. Fatemi sognare di nuovo.
David stava pensando le stesse cose, potevo leggerlo dei suoi occhi.

La terra iniziò a tremare sotto i nostri piedi. No, no!
"Jack!" Carestia mi afferrò un braccio reggendosi a me.
Qualcuno ci aveva sentiti, aveva sentito i nostri pensieri ed ero quasi certo di sapere chi fosse.

Mi presero delle fitte fortissime alla testa. Mi stava prendendo il panico, stavo perdendo il controllo e Morte non voleva rispondermi. La mano tremava. Quel ritmo inquietantemente silenzioso che riempiva i miei attacchi di panico...

"Eve!" Jack la accolse tra la sue braccia proteggendola con il proprio corpo.
Ora il vento si era alzato e stava smuovendo la sabbia con violenza, la sentivo graffiarmi la pelle.

Dovevo pensare ad altro ma riuscivo solo a vedere una casa, la mia casa, la pace, il silenzio, la luce, la vita.
Riportami a casa, Mephisto. Uccidimi ora se lo vuoi.

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