Accordi in solitudine

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Ammettilo che non te lo aspettavi, eh Margherita31 ??? Ahahah surprise!!!!

Questo sarà il primo di due capitoli Harry PoV che pubblicherò in sequenza. Voglio dare un'altra prospettiva alla storia visto che l'ho già fatto in passato.

Spero come sempre che vi piaccia.

Un bacione a tutte!!!

xxGxx

Harry PoV

Sono ormai passati due lunghi mesi da quando l'ho vista l'ultima volta.

Da quando l'ho vista scappare di corsa dalla stanza d'albergo di Niall seguita a ruota dalla Maggie che le stava accanto come a proteggerla.

A proteggerla da me.

Mi è bastato quel secondo in cui ho visto la sua faccia per capire che stava piangendo. Che stava versando lacrime per colpa mia. Mi sono sentito veramente una merda.

In questo momento mi trovo a casa mia, chiuso nella stanza che mia madre riserva sempre per me quando ho voglia, e soprattutto tempo, di tornare. Di solito non ritorno con solo tre giorni tra un concerto e l'altro ma avevo bisogno di staccare un attimo.

Di respirare aria pura.

Senza fare rumore prendo in mano gli stivali alti da pioggia e mi avvio verso la porta sul retro. Una volta fuori l'aria sempre frizzantina, anche d'estate, mi passa tra i capelli. Il silenzio mi circonda e questo mi fa capire che sono riuscito a sgattaiolare fuori senza svegliare ne mia madre ne mia sorella anche lei in visita a casa.

Indosso gli stivali e prendo il sentierino di mattoni che conduce verso un campo incolto che si trova proprio dietro a casa nostra. Incomincio a camminare in silenzio e tutto quello che mi circonda sembra sparire. Per un momento dimentico gli One Direction, il successo, la musica, la Giorgia, tutti i drammi...

Esisto solo io in questo momento.

"Ti sembra il caso di andare in giro a quest'ora della notte? Dovresti essere a letto!"

Sobbalzo portandomi una mano sul cuore girandomi di scatto.

Gemma.

Ma che cazzo ci fa qui?

"E tu cosa ci fai qui? Non stavi dormendo tu?" dico forse un po' troppo bruscamente. Mi ha rovinato un momento di pace ma non posso certo fargliene una colpa.

Lei non mi risponde guardandomi negli occhi e ne approfitto per riparlare.

"Scusami. Sono solo stanco. Questo JetLag non ne vuole sapere di sistemarsi questa volta" dico aggiungendo un sorriso tirato tornando a guardare la mezza luna che ci illuminava debolmente.

"Credi ancora di darmela a bere? Dopo tutti questi anni? Oh, Harold, ti credevo più intelligente fratellino!" dice lei prendendomi sotto braccio e facendo qualche passo facendo muovere anche me.

La guardo di sottecchi.

"Non capisco di cosa tu stia parlando" ma il suono della mia voce non convince neanche me.

La sento tirarmi verso sinistra e ci sediamo su un tronco abbattuto non lontano da un ruscello.

"Senti, Harry. Potremo essere spesso lontani e non avere un legame giornaliero ma ancora capisco quando menti e quando c'è qualcosa che ti turba. E in questo caso non mi sbaglio se dico che non stai bene e stai cercando di coprirlo. Che cosa succede? Problemi con i ragazzi?" mi chiede lei mentre la guardo negli occhi nella quasi totale oscurità.

Scuoto la testa non sapendo neanche se abbia visto che l'abbia fatto. Forse ha solamente interpretato il silenzio come un no perché la sento chiedermi che cosa mi sta passando per la testa.

Inspiro ed espiro pesantemente.

"Si tratta di una ragazza..." dico a voce bassa come se fossimo circondati da persone pronte ad origliare.

"Una ragazza?? Ma è fantastico. Insomma, è un bel po' che non ti si vede in giro con una donna... E sai che Nadine non la conto come donna. Quella li mi sta proprio sui coglioni!" dice con enfasi e solo a sentire il nome di Nadine mi vengo i brividi.

"Ti prego, non nominare neanche il nome di Nadine. E' in parte colpa sua se sto così.. Una minima parte... La verità è che sono un coglione patentato!" sbotto alla fine del mio sproloquio dove cercavo di tirarmi su il morale cercando di togliermi un po' di colpe.

"E ora cosa c'entra quella psicopatica di Nadine?"

Alzo la testa e incomincio a raccontare tutta la storia dall'inizio.

...

"Cavolo. Alla faccia del casino. Insomma, un bel po' di coincidenze. E ora cosa intendi fare?" mi chiede sfregandosi le mani per scaldarle. D'altronde, era uscita solamente con una magliettina leggera.

"Stai congelando. Torniamo a dormire ora" e faccio per alzarmi quando vengo molto delicatamente, eufemismo, ritirato a sedere sul tronco sporco.

"Non pensare di andartene così e lasciarmi in sospeso. Rispondi alla mia domanda Harry".

Odio quando prende troppo sul serio il ruolo di sorella maggiore.

"Non ne ho la più pallida idea. Non l'ho più sentita, neanche Niall tramite la Maggie è riuscito ad avere informazioni su di lei. E' come se si fosse chiusa in un cazzo di convento" sbotto dando una manata contro la corteccia finendo solo per graffiarmi leggermente il palmo della mano.

"Secondo me, la cosa che potresti fare è pensare a tutto il negativo che secondo te c'è in questa situazione con lei e sfogarti. Che ne so, spacca qualcosa, prendi a pugni un albero, oppure qualcuno" mi suggerisce alzandosi finalmente da quel posto che stava diventando alquanto scomodo.

"Proverò a fare come mi hai detto sorellona. Grazie mille per esserci sempre quando ho bisogno di te. Ti voglio bene!" dico abbracciandola mentre un sorriso involontariamente spunta sulle mie labbra. Solo lei riesce a farlo anche quando sto così.

...

Ci salutiamo alla base delle scale che portano al piano di sopra dove si trovano le camere da letto dicendogli che mi vado a prendere un bicchiere d'acqua.

Mi avvio in cucina senza neanche darmi pensiero di accendere la luce quando inciampo malamente in qualcosa spaccandomi quasi un dito. Trattengo uno scatto di rabbia prendendomi in mano il piede dolorante.

Che cazzo ci potrà mai essere in mezzo al salotto??

Ma non appena vedo di cosa si tratta mi do dello stupido da solo. E' la mia chitarra, quella che mi ha regalato Niall l'anno scorso. Quindi direi che è solo colpa mia se mi sono fatto male. Bene, ottima conclusione di giornata.

La sto rimettendo nella custodia ma pochi istanti prima di lasciare il manico mi vengo in mente le parole che mi disse Niall una volta

"Io spesso uso la chitarra come mezzo di sfogo oppure per rilassarmi. Mi rintano da qualche parte senza che nessuno mi disturbi e strimpello qualcosa con le corde finché non va meglio. E ti dirò, a volte ne viene fuori anche qualcosa di buono da ascoltare!"

Le parole continuano a girarmi in testa e senza pensarci la risollevo dalla custodia e mi avvio con passo spedito verso la stanzetta che ho fatto insonorizzare qualche mese fa. Alla fine è tornata utile.

Mi siedo al buio e comincio a far muovere le dita sulle corde in modo delicato. Suono note a caso senza pensarci troppo. E continuo, per minuti o forse ore quando delle parole mi salgono in bocca e non riesco a non sussurrarle piano...

Don't let me go, 'cause I'm tired of feeling alone

Uno sguardo e tante pazzie // Harry Styles - One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora