Capitolo 16

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Wendy camminò per il bosco evitando di sbattere contro certi alberi con dei rami sporgenti. Si aggrappò ad uno di essi spezzandolo quando mise il piede sopra un parte scivolosa del terreno facendola quasi cadere.
《Fai attenzione》disse il ragazzo comparendo dietro di lei tenendola. La giovane lo strattonò continuando a camminare dritto il sentiero accarezzando le cortecce degli alberi mentre passava. Il ragazzo continuava a camminarle dietro, cosa che Wendy trovava alquanto fastidiosa. Posò un piede sopra una grande roccia, che separava il terreno dall' acqua, caddè all' indietro contro di Peter quando una rana con tre occhi sbucò dall' acqua sbattendo contro la piccola gamba di Wendy, che si tenne aggrappata al ragazzo per via di essersi storta una caviglia. Peter la fece girare tanto da ritrovarsi faccia a faccia con lui, che continuava a guardare fisso le labbra di Wendy, che era ferma con le braccia schiacciate contro il suo petto, per cercare di mantenere distanza con il corpo di Peter, quasi del tutto schiacciato contro il suo.
《Wendy, ammettilo che vuoi baciarmi》disse lui mostrando un sorriso beffardo che infastidì Wendy che restava immobile continuando a ritrarre il volto da quello del ragazzo.

《Quello che voglio e lontanamente simile a un bacio》disse la giovane ritraendosi dalla presa di lui, che rise. Peter Pan, il valoroso bambino di 11 anni descritto nei racconti, era in realtà un ragazzo codardo e mostruoso, ed era con lei in quel momento a volere solo una cosa. Wendy avrebbe voluto prenderlo a calci e pugni, se non il fatto che fosse una brava ragazza di buona famiglia. Il ragazzo la prese per il polso trascinandola verso la casetta dove si accampava lei, buttandola sul letto. La giovane cercò di rotolare per terra, per poi essere fermata da lui che le si mise sopra, ricevendo strane imitazioni di calci da parte della bionda, facendolo ridere nuovamente.

《lo hai già fatto una volta, non farlo ancora. Ti prego, Peter》lo supplicò la ragazzina, ansimando in lacrime. Peter Pan rimase seduto a cavalcioni sopra il bacino di lei, accarezzandole la guancia bagnata, per poi spostarle i capelli dietro un orecchio. Si abbassò all'altezza del viso di lei, avvicinando le labbra carnose all'angolo della bocca di Wendy, per poi avvicinarsi al centro e baciarla, ma si ritrasse subito quando la ragazza gli diede un calcio in mezzo alle gambe, avendo il tempo di alzarsi e correre verso la porta.
《tu mi piaceresti, se solo non fingessi continuamente di non aver bisogno di nulla, e se solo evitassi di trattarmi come se fossi io la colpa della perdita della tua necessità.. Tu mi piaci Peter, ma non è colpa mia se sei un mostro, e non posso cambiarti》disse la bionda uscendo poi di corsa dalla porta, correndo da qualche parte dell'Isola, i sentieri erano tutti uguali, e perdersi sarebbe stato così semplice. Si fermò per respirare, il quale respiro le era scomparso nel nulla, facendola sentire male, come se potesse svenire da un momento all' altro. La sua attenzione fu rivolta verso un luccichio di fronte a lei. La fata prese le sembianze umane, quasi sorridendo a Wendy, che aveva ancora il dubbio che Trilly potesse odiarla, dato il ricordo di Hansen che la avvertiva sul fatto che lei avrebbe potuto ucciderla. Gli occhi quasi le si riempirono di lacrime al pensiero del ragazzo, oramai morto per mano di Peter Pan. Quel giovane era un mostro privo di cuore, e Wendy non avrebbe mai smesso di ripeterselo. Gli occhi verdognoli e luccicanti della fata, che sembravano essere ripieni di brillantini, erano fissi su di lei, come se stesse aspettando che Wendy le dicesse qualcosa. Trilly sbuffò leggermente, evitando di farsi notare troppo, aprendo bocca per parlare.
《perciò?》disse aspettando.
《Come? 》chiese Wendy non capendo le intenzioni di Trilly, che incrociò le braccia. La bionda guardò la fata davanti a lei, molto più alta e formosa di lei, facendola sentire un moscerino in confronto.
《Sei qui, che cosa vuoi?》le chiese nuovamente la fata, quasi come se fosse seccata. Wendy non rispose, aprendo la bocca come per dire qualcosa, ma richiudendola rendendosi conto che le parole non arrivavano lungo le corde vocali, lasciando intendere alla fata che non sapesse neanche lei per quale motivo le stesse parlando. Trilly annuì, come se lo stesse facendo più a se stessa che alla ragazzina dai capelli chiari di fronte a lei.
《Va bene Wendy..》 disse poi la fata preparandosi a continuare.
《c'è una cosa che dovresti sapere, e che magari cambierà un po' la tua esistenza. Non so dirti se in meglio o in peggio, e neanche come mai io lo so.. diciamo che non sono una fata perfetta》disse lei facendo sgranare gli occhi di Wendy, colmi di quel poco di speranza che stava nascendo. Non sapeva cosa sperare, o in cosa credere, ma era desiderosa di un cambiamento, meno drastico di quello sull' Isola che non c'è.
《Cosa?》chiese senza esitare. Trilly rise alzando gli occhi al cielo.
《e credi che io te lo dica?》rise nuovamente prendendola in giro, facendola arrabbiare. Wendy si avvicinò alla fata, che però scomparì in un secondo. Odiava la magia.

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