Capitolo 5

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Wendy non poté fare a meno di seguire Trilly e quel ragazzo che tanto le faceva paura e ribrezzo. Si nascose dietro un albero bagnato dalla pioggia, che c'era evidentemente stata quella notte, tenendosi aggrappata al muschio sul tronco per non cadere per via della stanchezza improvvisamente arrivata ad invaderla.

«Peter! Smettila di essere così testardo e ascoltami. Se non lo farai entro domani prima della mezzanotte della prima luna piena del mese mettersi a rischio la vita di tutti noi» sentì dire a Trilly che volò verso Peter che camminava nella direzione dove era nascosta Wendy. Peter si girò di scatto verso la fatina prendendola per le ali avidamente.

«Non mi interessa degli altri Trilly. Se non ti é chiaro, io non la ucciderò» le disse lasciandola poi quasi dispiaciuto per averle fatto del male, ma senza lasciarlo a vedere. Sembrava avere un buon rapporto con la bella fata che prese subito sembianze umane massaggiandosi un ala con la mano delicata.

«Ma Peter! Cerca di capire le conseguenze di tutto ciò, non ci faremo del male solo noi, ma tu sarai benissimo colpito come me e i ragazzi» disse lei avvicinandosi a lui che guardava per terra pensieroso.

«non si può fare qualcos'altro? Le cose sono due, e infattibili. Io non la ucciderò proprio ora, e di certo, non meno importante, non riusciremo mai a trovare quel cadavere, Trilly. Riflettici, abbiamo troppo poco tempo.. Se c'è un altro modo, devi dirmelo subito» le disse guardandosi attorno. Notò l'indiscrezione di Trilly che sospirò ridendo nervosamente, ma Peter sapeva che non era una risata nervosa, ma compiaciuta, ma non ci fece molto caso.

«Lo sai cosa dobbiamo fare.. O trovi un altro cadavere finngendo che sia quello, o vai in capo al mondo a cercare quello oroginale. Io propongo di usare il cadavere di quella piccola troietta..» disse Trilly sgranando gli occhi non riuscendo a credere di aver detto una cosa del genere davanti a Peter, che aveva sicuramente capito la gelosia della fata verso Wendy.

«uccidiamo lei» continuò la ragazza leccandosi le labbra tinte dal rossetto dorato cercando di convincere Peter Pan, ricevendo però da parte sua uno sguardo severo, per poi vederlo girarsi e fare un piccolo saltello pronto a volare verso il rifugio, però non accorgendosi di Wendy che girò attorno all'albero per poi cadere per terra attirando l'attenzione dei due.

«Wendy...» sussurrò Trilly la fata guardandola quasi come fosse impaurita o indegnata, per poi farsi piccola piccola e sparire tra le altre luci tra gli alberi.

«hai sentito tutto?» chiese il giovane stupendo un po' la bionda che si aspettava qualcosa di peggio invece che una semplice domanda priva di espressione.

«solo che vi serve un cadavere» disse Wendy mantenendo la bocca asciutta dalla paura.

«quindi hai capito?»

«non molto»

«bene, allora vieni» disse non dandole il tempo di rispondere afferrando la manica della camicia da notte da lei indossata. Il ragazzo posò una mano appena sotto il sedere della ragazza, e l'altra sulla schiena ritrovandosi faccia a faccia l'uno con l'altro. Lui le mostrò un sorrisetto per poi spiccare il volo tenendola stretta a lui, che sembrava non staccare lo sguardo dal corpo della ragazza attaccato al suo.

«preferirei che stessimo attaccati anche di più» disse lui sorridendo facendo sgranare gli occhi a Wendy che si trattenne dal ridere per la sfacciataggine usata da Peter.

Atterrarono davanti a una grotta enorme che sembrava per lo più una casa, come quelle preistoriche, ma solo con una forma diversa. La ragazza entrò seguendo Peter che sparì un attimo dopo ritrovandosi dietro di lei che si girò per poi venire spinta velocemente quasi per magia contro il muro lamentandosi mentalmente per il leggero dolore alla schiena. Il ragazzo abbassò la manica destra della vestaglia bianca ricamata di Wendy, scoprendole la spalla rosea chiara. Posò le mani sui fianchi della bionda spingendo avidamente il bacino verso quello della ragazza che gemette cercando di farlo andare via. Peter portò la mano all'altezza dell'intimità della ragazza ricevendo uno schiaffo da parte sua facendo un passo indietro lasciando involontariamente correre via Wendy. Peter la inseguì prendendola per i polsi scavando dritto nei suoi occhi azzurri.

«abbiamo già cominciato un gioco, lascia almeno che lo finiamo» disse però non sorridendo, anzi mostrando un espressione severa.

«e poi ti chiedi perché non voglio stare qui sull'isola che non c'è» disse lei dimendosi per poi camminare via uscendo dalla grotta. Odiava trovarsi in posti sempre al momento sbagliato. Voleva tornare a casa, ad abbracciare i suoi fratelli, a studiare per la scuola, a ridere con i compagni durante l'intervallo.. Voleva ritornare a Londra, e uscire il pomeriggio a coppie a quattro, ad andare a bere scambiandosi ai baristi come ventunenni; voleva ritornare a vivere la sua vita da adolescente a Londra, non sull'isola che non c'è, con una fata che la odia, un ragazzo pervertito e nessun amico, lei rivoleva la sua vita, voleva riavere se stessa, e la sua dignità, ormai persa insieme a una parte di sé.


Scusate il ritardo, e scusate se il capitolo non è molto lungo.. Oltre a non sapere come dividere le parti per non fare la storia troppo corta, scusate anche se la qualità del capitolo non è molto alta come i primi due. Beh, grazie per aver votato e letto la storia

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