«Wendy, hai tardato più del solito. Mi ero preoccupato» le parole di Alexander risuonarono dentro la testa di lei come lame, forse per via del rum che aveva ingerito alla taverna, o forse per il fatto che il fratello la annoiava con quelle ramanzine che le faceva da ormai qualche settimana orsono.
«stai diventando noioso fratellone» disse lei guardandolo con fare compiaciuto, per poi pettinarsi i capelli davanti allo specchio ornato in argento.
«ah sì? Sto diventando noioso?» le chiese leggermente divertito, anche se da dentro era un po' affranto per ciò che la sorella avesse detto di lui, ciò che Wendy aveva detto. Sapevano entrambi di non essere del tutto fratelli, ma non perdevano l'occasione di comportarsi come tali, anche se per lui era difficile reprimere l'attrazione che provava per la bellissima sorella. Le corse dietro stringendola sui fianchi, facendola ridere pesantemente, mentre soffocava un'altra risatina per paura di svegliare i fratelli più piccoli. Le labbra di lui incontrarono involontariamente quelle di lei, che lo spinse via.
«Non capisco cosa ti sia preso» gli disse lei avidamente. Non lo faceva di proposito, incolpava l'età per il suo comportamento virile, e lei non voleva crescere di un altro anno, e non voleva neanche che lo facesse il fratello, o l'avrebbe lasciata da sola in quel casino.
«Ti prego di andare via Alexander» disse lei indicando la porta che separava la stanza di lui con quella dei due fratellini e della sorella. Il ragazzo rimasi immobile, non voleva andare, voleva restare.
«Mi dispiace Wendy, io non volevo..» disse lui. Non sapeva cosa dire, ed era la prima volta che succedeva una cosa del genere.
«Non ha importanza. Ma adesso vai via, devo spogliarmi, e non ci tengo a farlo davanti a te» disse freddamente, cercando di sorridere per non essere fin troppo crudele con lui. Il ragazzo annuì. Lei lo adorava, ma non voleva succedesse una cosa del genere, lui era suo fratello, il suo fratello speciale, e voleva che il loro rapporto restasse così com'era, e senza dubbi non voleva cambiarlo.***
Gli occhi della giovane erano dritti su Peter Pan, che le teneva la mano portandola verso una capanna isolata dal gruppetto di giovani.
«dove mi trovo Peter?» gli chiese lei per la millesima volta, non voleva credere a ciò che lui continuava a ripeterle, non voleva credere che quella era l'isola che non c'è, e non voleva di certo credere che quella ragazza del giorno prima fosse una fata. Lei non credeva in tutto questo. Il ragazzo incrociò i suoi occhi come la notte con quelli chiari della ragazza. Non si sentiva in colpa per quello che era successo, e non si sentiva in colpa per il fatto che la giovane avesse visto i suoi veri occhi, i suoi veri demoni, nonostante lei non ricordasse. Strinse ancora più forte la mano di Wendy, forse per paura che potesse sparire da un momento all'altro via da lui. La ragazza entrò all'interno della casetta in legno seguendo Peter.
«Sicura di non ricordare nulla?» Le chiese. Gli occhi di lei sembravano dispiaciuti per la situazione, rimanendo immersi in quelli bui del ragazzo, pieni di tutte le sfumature della tempesta. La bionda fece segno di no con la testa per poi sedersi sopra quello che sembrava essere un letto, stupendosi per quanto potesse essere comodo, tanto quasi da farla sprofondare sul legno al di sotto dello strano tessuto morbido. Si guardò intorno, nonostante fosse tutto così nuovo per lei, le sembrava così dannatamente familiare. Wendy chiuse gli occhi, sprofondando il piccolo corpo sul materasso. Peter Pan stava tentando di resitere. Quella ragazza lo tentava così tanto.
La giovane dai capelli biondi si alzò dal letto avvicinandosi a Peter, pronta ad oltrepassarlo, ma si fermò proprio di fianco a lui. Sentendo come un odio terribile crescere dentro di lei. Forse ricordava qualcosa. Sentiva solo che Peter Pan, nonostante potesse sembrare strano, non era niente di buono.
«Wendy?» la richiamò lui.
«Sento che dovrei odiarti» disse lei. Lui curvò le sopracciglia aspettando che lei potesse rispondere, e almeno spiegargli il perché di quella osservazione.
«Una parte di me dice che dovrei odiarti».
«E l'altra?» Le chiese. Wendy aspettò qualche secondo prima di parlare.
«Che dovrei avere paura. È come se mi stessi dicendo di starti alla larga» disse.
«E tu? Mi starai alla larga perché mi consideri un mostro?»
«Non lo so.. forse dovrei. Dimostrami che quella me si sbaglia, e che sei buono»
«Ti mostrerei il contrario. Wendy, hai ragione. Magari non sono per niente buono» disse lui stringendo la maniglia della porta sentendo il sangue pulsare nelle vene più forte che mai. Ne valeva la pena, si disse. Il suo sguardo era fisso su Wendy che fece un passo indietro sentendo il tono di voce di Peter che era cambiato da un momento all'altro, divenendo perverso. Lui le afferrò il polso costringendo il suo corpo al suo, spingendola poi contro il letto. Wendy gettò un grido sentendo gli occhi innebbiarle la vista per le lacrime pronte a uscire.
«Grida quanto vuoi, tanto non ti sentirà nessuno» le disse all'orecchio. Afferrò i lembi della camicia da notte sfilandola dal piccolo corpo di lei, osservandolo nudo sotto di lui, che di conseguenza si tolse i pantaloni e la maglietta. Le sue mani accarezzarono le spalle di lei scendendo verso i seni. Con una mano lo ricoprì stringendolo delicatamente. L'altra mano strinse il seno destro, per poi stringere violentemente il capezzolo di lei, facendole scappare un grido affannato dalle lacrime e i singhiozzi silenziosi. Era come se fosse rassegnata a subire. Abbassò il viso tra i due seni, leccando e baciando il capezzolo, stringendo con la mano precedentemente il fianco accarezzandole la pelle di quel punto, mordendo delicatamente il capezzolo, per poi stringere sempre di più con i denti, sentendo sempre di più le grida di Wendy. Morse con più forza il capezzolo, assaporando il leggero retrogusto di sangue, tirandolo leggermente mentre con la lingua leccava la punta di esso, succhiandolo e lasciandovi morsi, intento a infliggere dolore verso di lei. Era quasi come se lui si nutrisse del suo dolore, soprattutto di quello sessuale. Non era veramente un mostro dopotutto, era solo convinto di esserlo, e si comportava di conseguenza come tale. Allontanò le labbra la capezzolo torturato, lasciandole un bacio sulle labbra. Strinse con le dita le mutandine di lei, sfilandogliele affrettatamente, accarezzando la pelle della sua intimità. Passò due dita su tutta la parte interessata, accarezzandola, per poi fermarsi sull'entrata, spingendole dentro mentre lei ansimava e gemeva. «Peter, per favore» Pianse la ragazza. Lui spinse ancora più dentro le dita, allargandole, sentendo le pareti di lei allargarsi forzatamente.
«Sei solo un mostro. Uno stronzo. Un bambino del cazzo. Dovresti morire, sei solo un peso per tutti» cominciò a dire lei perdendo tutte le buone maniere. Sperava che con quelle parole lui avrebbe smesso, ma ciò lo rendeva impassibile, e lo faceva arrabbiare ancora di più. Lei non le pensava veramente, e si pentì di averle dette dopo aver realizzato che Peter le avrebbe inflitto ancora più dolore. Lei sperava che tutto ciò finisse al più presto. Peter Pan uscì le dita da dentro di lei, allargandole le gambe e mettendosi tra di esse, sfilandosi anche lui i boxer, lasciando uscire il suo membro gonfio, che posiziò su di Wendy. Lo mosse di poco sull'entrata di lei, spingendolo dentro avidamente, facendola gridare più forte di prima, mentre lui pompava avanti e indietro con il sue membro dentro di lei, sentendola stretta mentre spingeva più in profondità con tutta la violenza che aveva in sé in quel preciso istante, andando veloce e lento nei momenti in cui le avrebbe fatto più male. Si sentiva sporco per questo, ma per colmare il vuoto avrebbe fatto qualunque cosa. Spinse ancora più in profondità accarezzandola mentre continuava a muoversi violentemente dentro di lei.
«mi dispiace» disse infine lui all'orecchio di Wendy, baciando poi un punto sulla guancia dove stava scendendo una lacrima.
La ragazza si chiese quando mai sarebbe finito tutto ciò.Scusate tantissimo il ritardo :3
Prometto che da ora aggiornerò più spesso. Spero vi sia piaciuto il capitolo. E se potete, pubblicizzate un po' la mia storia tra le vostre amiche o nelle vostre storie perché le visualizzazioni stanno calando di tanto e se arriveranno ad essere ancor meno sarò costretta a cancellare la storia. :)
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•The Evil Within•
أدب الهواة"Spesso ci nutriamo del male altrui perché il male con cui conviviamo si nutre di ciò che resta del bene dentro di noi" ROBBIE KAY™ RATING ROSSO #363 in teen fiction