Capitolo 6

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Capitolo 6

Il sole forte con i suoi raggi sembrava sfiorarla, con le lenzuola poggiate sul ventre a ripararla dal leggero vento mattutino. E forse per via di quella specie di letto fatto di foglie, ma comunque comondo, il solito vento londinese della mattina e le lenzuola bianche e candide come quelle che cambiava tutte le settimane sua madre, le sembrava di essere ritornata a casa. E per quel secondo si sentiva felice che fosse magari solo un brutto sogno, che si era addormenta la notte della partenza di suo fratello e che non era morto. Ma il momento di felicità non durò molto; proprio perché non poté sentire il clock tower come tutte le solite mattine al risveglio le fece capire che non era un sogno, ma l'unico incubo in quel momento era non poter tornare alla sua vecchia vita e non potere fuggire via da quel maniaco psicopatico volante. E poi, come poteva credere di essere a casa se si trovava in un luogo neanche lontanamente simile alla sua vita a Londra? Nonostante si fosse appena svegliata si sentiva svenire.

Prese il grande straccio bianco con cui si era coperta quella notte e lo spostò sgarbatamente per riuscire ad alzarsi da terra senza rischiare di inciamparci sopra. Le sembrò ancora più strano posare i piedi sulle foglie che facevano da pavimento all'interno di quella minuscola casetta mentre era abituata a posare i piedi caldi sui freddi mattoni della sua camera da letto, e ormai se lo sentiva che non si sarebbe mai abituata all'isola che non c'è.

Chiuse gli occhi e sospirò cercando di non piangere e di non pensare a quanto potesse essere differente quel luogo dalla sua casa, li riaprì velocemente camminando con passo sicuro fuori dalla casetta guardandosi intorno con sguardo impassibile in cerca di una sorgente d'acqua dove lavarsi, non era mai stata più di due giorni senza lavarsi, non ne poteva più. Si chiedeva come facesse Peter a essere sempre esteticamente pulito e a non puzzare. Wendy camminò per un po' di tempo, ma non per così tanto da stancarsi, probabilmente era così intenta a trovare dell'acqua da non sentire le suppliche fatte dalle sue gambe che avevano ormai camminato per quasi due kilometri. Un sorriso comparve sul suo volto quando dopo alberi e alberi avvistò proprio davanti a sé un lago all'interno di una semi-grotta con tanto di cascata al di sopra con l'acqua visibilmente candida e pulita. Avanzò all'interno della grotta camminando fino a dietro la cascata sicura di non essere vista da nessuno per poi togliere la camicia da notte spogliandosi anche dell'intimo mettendosi sotto la pioggia d'acqua fortunatamente non troppo fredda lasciandosi lavare via tutti i pensieri rilassata sotto l'acqua calda.

«saresti tu la Wendy?» disse una voce con fare antipatico facendola spaventare. Guardò verso il basso, nel lago c'era una ragazza dall'apparenza strana, quasi anormale, ma bellissima. I suoi occhi blu erano piccoli e nascosti da lunghe ciglia scure come i capelli bagnati che mettevano in risalto la sua pelle letteralmente bianca. Prestò tutta la sua attenzione sulla sua grande coda  che muoveva con aria seducente. Era una sirena.

«ma no tesoro, non ti farò del male» ridacchiò la sirena accorgendosi dell'espressione leggermente agitata di Wendy accorgendosi cosa fosse quell'essere, che sembrava fare apposta agitare ancora di più la coda, sembrando a Wendy un cane che scodinzolava felice.

«mi chiamo Amira» sorrise sempre con quel suo fare da ragazza antipatica, come se si sentisse superiore a qualsiasi essere vivente.

«Wendy» rispose a sua volta la giovane dimenticando il fatto di essere ancora nuda, ma sembrava non contare molto ad Amira, anch'essa senza abiti a coprirla.

«vieni qui Wendy. É bellissimo stare nel lago, l'acqua è calda e rilassante, molto meglio che stare sotto la cascata» disse la sirena porgendo la mano verso la giovane dai capelli biondi, che da bagnati assumevano un colore leggermente più scuro. Si abbassò leggermente per terra avvicinando lentamente la mano verso quella di Amira continuando a fissarla negli occhi blu che assunsero un colore nero dilatato, confondendosi con la pupilla minuscola.

«coraggio» disse un'altra sirena dai capelli biondi e gli occhi verdi osservando Amira afferrare la mano di Wendy trascinandola verso il basso continuando a tenere lo sguardo fisso nel suo facendo entrare tutto il braccio della ragazza nell'acqua fredda, impedendole di ritrarsi se avesse voluto, ma non era in grado di volere nulla in quel momento.

«Wendy!» si sentì chiamare da una voce maschile uscendo da quella specie di ipnosi sentendo delle mani calde posarsi sulla sua vita trascinandola via dall'acqua per poi stringerla a sé e cacciare via le sirene, impaurite vedendolo arrivare.

«qualunque cosa stavi facendo, cerca di state lontana dalle sirene» disse il ragazzo. Si allontanò velocemente da lui accorgendosi che fosse Peter abbassandosi per terra stringendo al petto la sua biancheria e la camicia cercando di coprire le sue nudità. Proprio nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono lei si chiese come potessero tutti avere paura di lui, dopotutto oltre ad essere un ragazzo leggermente porco non sembrava molto cattivo o malintenzionato.

«bel culo Wendy» disse lui distraendola dai suoi pensieri volando a velocità della luce verso di lei che si fece mille pensieri per la testa che mosse intenta a cacciarli via. Afferrò il suo polso facendo cadere i vestiti per terra lasciandola letteralmente scoperta davanti agli occhi di Peter Pan che oltre a scrutarla avidamente in tutti i suoi minimi dettagli l'aveva spinta contro il muro, con il suo corpo attaccato al suo. Il fatto che Peter fosse un porco rendeva la sua vita sull'isola che non c'è ancora più diversa da quella di Londra, e di certo, più difficile da gestire e da sopportare. Il ragazzo portò una mano su un fianco di Wendy avvicinando il suo volto al suo appoggiando la sua fronte contro quella della ragazza incrociando i loro respiri quasi come se stessero per baciarsi. Era forte quel calore che la ragazza sentiva crescere dentro di lei sempre più forte, nato dal nulla.

«Senti, la prossima volta che vieni qui, avvisami. Magari facciamo una doccia insieme.. e soprattutto, eviti di tentare un altro suicidio-omicidio avvicinandoti a quei pesci» ridacchiò leggermente passando una mano tra i capelli biondi di lei oramai asciutti per poi allontanarsi e volare via facendola sospirare di sollievo. Il fatto che Peter Pan fosse così.. così intimidatorio, la rendeva impaurita; ma probabilmente solo perché tutti lo temevano e forse era così che doveva essere, avrebbe tovuto temerlo anche lei.. ma andondosene aveva lasciato ancora quel calore dentro di lei che aveva il bisogno di un altro suo contatto, un calore che però lei non voleva sentire suo. 

Sistemò la camicia da notte tremando al pensiero di essere stata quasi uccisa da una sirena, per dire il vero da due, ed essere stata vista nuda da Peter Pan. Cercò di non pensarci e fece per uscire dalla grotta quando il rumore di acqua gridava il suo nome, si girò chiedendosi come potesse l'acqua parlare per poi vedere Amira con uno sguardo quasi distrutto, ma allo stesso tempo incantevole. 

«Wendy, mi dispiace aver provato ad ucciderti. Ma saprai che noi sirene non resistiamo a farlo quando un essere umano è così vicino a noi» disse sembrando veramente dispiaciuta stupendo Wendy.

«Magari sarà vero che l'istinto della voglia di sangue di voi sirene è paragonabile a quello di uno squalo, ma che ti dispiace non me la bevo. Se non ci fosse stato Peter io sarei mor-» disse Wendy venendo interrotta da Amira che era appena uscita dall'acqua trasformando le sue pinne in gambe coperte da una gonna aperta dal centro molto trasparente e impiccicosa, dello stesso colore della sua coda che sembrava ormai essere sparita nel nulla. Era molto più alta e formosa di Wendy, e davvero magra, avrebbe potuto avere centinaia di anni per quello che sapeva sugli esseri come lei, ma ne dimostrava sicuramente 18 o poco più, sia per la corporatura magra e allo stesso tempo formosa che per la pelle all'apparenza ben curata.

«Va bene stronzetta, pensa quello che vuoi e non accettare le mie scuse; ma ti avverto su Peter Pan, ha quell'aria da cattivo ragazzo romantico, ma poi ti uccide da dentro e ti condanna ad una vita intera senz'ombra impedendoti di essere felice in eterno.. fortunato chi muore per colpa sua» disse rigettandosi in acqua.

«Aspetta!»


Buongiorno ragazze. Come avevo detto ho aggiornato oggi, e come avevo promesso l'altra volta ho fatto  un capitolo più lungo del solito, non è un granché ma mi piacerebbe sapere se vi piace :) 

Beh, alla prossima. Cercherò di poter aggiornare domani! A presto, vi adoro

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