Capitolo 20

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《L'avete trovata? 》chiese il ragazzo dagli occhi color del mare, che sembravano raffigurare le onde in tempesta, quella tempesta che sembrava avesse dentro di sé in tutta la sua stessa confusione. Uno dei ragazzi sperduti, alto, dalle spalle larghe ed esili ed i capelli di un biondo sporco e di poco lunghi, entrò dentro la grotta di Peter Pan, cui preferiva entrasse solo lui insieme a sé, anche se odiava spesso ammettere che avesse un legame di amicizia con quel ragazzo, come se fossero fratelli.
《Si Peter, l'abbiamo trovata. Ed è sana e salva, non preoccuparti》gli rispose il ragazzo leggendolo nel pensiero.
《Non mi preoccupo. Ha dormito per tutto il tempo o si è svegliata?》
《Per quanto ne sappiamo si è svegliata quando siamo arrivati noi》
《Per quanto ne sapete?》gli urlò contro Peter Pan, avvicinandosi al bimbo sperduto sbraitando, che stava immobile e neutrale, ed era forse l'unico a non avere paura di quel demone senza ombra. 《Stai forse scherzando? Vuoi dirmi che potrebbe essersi svegliata prima di ora? Ti rendi conto che se qualcuno le ha detto qualcosa potrebbe interferire con i nostri piani?》Gli chiese continuando ad emanare la rabbia dagli occhi colmi di occhiaie. 《Vorrai dire i tuoi piani. Noi stiamo solo aiutando, e io voglio in cambio qualcosa》disse guardando poi Wendy, che era distesa per terra con le braccia sopra la vita, in tutta la sua bellezza e innocenza, e lei odiava pensare che chiunque la vedesse in quel momento potesse pensare che fosse così totalmente innocua, lei si sentiva tutto tranne quello. Si sentiva come il fuoco, bruciare, o come le spine, far male. Qualunque cosa lei potesse fare era sempre un guaio, le sembrava di sentire sua madre rinfacciarle tutti i suoi inutili sbagli.
Il ragazzo prese due minuti per respirare per poi continuare a parlare. 《Se non ricordo male, c'era quella ragazzina con lei quando si è svegliata, quella indiana. Lily, o come si vuole far chiamare; Giglio Tigrato》disse in fine il giovane. Per poi guardare Wendy e fare segno a Peter, che sembrò non dare importanza alla richiesta del curioso "amico".
《Portatemi quella ragazza, devo scoprire cosa le ha detto, e dopodiché la uccideremo. Non possiamo permettere che intralci i miei piani》disse Peter Pan, per poi guardare il giovane che bruciava il suo sguardo sul viso freddo e beffardo del giovane capo dell'Isola.
《E avrai quello che ti spetta, Oliver》gli rispose assecondandolo. Oliver guardò per un ultima volta la fanciulla distesa per terra, per poi uscire dalla grotta, lasciando Peter Pan da solo. Il ragazzo osservò la ragazzina distesa per terra, sentendo i suoi sensi uscire fuori di sé, cercando di reprimerli dentro. Non sopportava essere attratto da quella ragazza, e non era amore, non lo sarebbe mai stato, solamente non gli piaceva doverla desiderare. Sospirò passandosi le mani tra i capelli, osservandola per un altro po', per poi sedersi proprio di fianco a lei che era distesa e ancora priva di sensi, osservandola dimenarsi di tanto in tanto e ansimare, chiedendosi il perché, ridacchiando mentalmente al pensiero che poteva essere per qualche sogno abbastanza maturo; ma non riusciva a ridere, al solo provarci sentiva i muscoli delle sue guance tirare talmente forte da dolergli. Ed era impossibile sorridere dopo aver scoperto quello che stava per succedere, e tutto questo per colpa di Wendy, l'uccello che era caduto in volo, ma che si era poi rialzato senza toccare quel fottuto fondo, cui Peter Pan sembrava vivere ormai da anni. Si voltò verso la fatina, seduta nella divaricatura che si era formata sul muro in cui era appoggiato il ragazzo che sembrava quasi sul punto di piangere, come mai a quel giorno, c'era troppo vuoto intorno a lui. Guardò la fatina, che lo guardò di rimando, prendendo la sembianza di un umana, avvicinandosi a lui guardandolo per poi abbassare lo sguardo verso la giovane, che sembrava stare sul punto di svegliarsi, nonostante il suo viso pallido le dava le sembianze di essere quasi in punto di morte.
《Quando le dirai..?》gli chiese la fata facendogli segno di ciò che aveva timore di dire per paura di essere punita, o per terrore che la ragazzina che tanto odiava potesse sentire, anche se non gliene sarebbe importato più di tanto, ma non era di certo una delle sue principali priorità.
《Vai via Trilly》disse lui senza fare caso a ciò che la fata stesse dicendo. Lei odiava essere trattata in quel modo. Guardò subito dopo verso Wendy, che aveva nel mentre aperto gli occhi ansimando e guardandosi intorno confusa. La sua testa le pesava, e si sentiva allo stesso tempo leggera, e non capiva dove si trovasse. Aveva da poco lasciato il fratello nella piazza insieme ad uno dei suoi amici che erano attratti da lei, ed era illogico come si potesse trovare in quel luogo, di cui non sapeva il nome, la presenza o tantomento la sua stessa esistenza. Si posò una mano sulla fronte sentendo come se il cuore le battesse contro il cranio spingendo via tutti i pensieri. Socchiuse gli occhi per poi riaprirli aiutandosi alla poca luce delle candele e della strana ragazza che brillava. Era assurdo. Si strifinò gli occhi. Dove caspita si trovava?
《Wendy》Si sentì chiamare la giovane, che aveva nel mentre riacquistato la possibilità di vedere e di scandire bene le cose che la circondavano. Si girò verso la voce che aveva pronunciato il suo nome, facendo qualche movimento indietro andando a sbattere contro il muro quando il ragazzo alto e dall'aspetto fin troppo bello per essere realmente esistente le si avvicinò di poco.
《Chi sei? E come sai il mio nome?》chiese lei con gli occhi inumiditi per via della confusione e delle centinaia di cose che le passavo per la testa in quel momento. Si sentiva pessima, e odiava quella sensazione che sembrava divorarla dall'interno dell'anima. Cercò si scandire bene gli avvenimenti di prima; era impossibile come potesse trovarsi in quel luogo, pochi secondi prima era con suo fratello e dei suoi amici nella piazzetta principale di Londra, proprio un isolato lontana da casa sua e dal resto della sua famiglia, poi era divenuto tutto nero come se la sua vista fosse stata offuscata subito dopo seguita dalla sua mente che era in stato confusionale, mentre in quel momento si trovava lì. Era il momento peggiore e più confusionale che avesse mai vissuto fino ad allora. E più si sforzava per capire più si sentiva male. Il ragazzo non rispose ma stette di conseguenza in silenzio, era come se non si aspettasse quella situazione. Si alzò e portò in un angolo la fata, lontano da Wendy che continuava a non capire, con le guance bagnate per la confusione.
《Non dovremmo parlare.. se ha perso la memoria potrebbe essere il momento migliore per fare ciò che tu sai.. e non dirle nulla su questo, so che stavi per farlo.. e mi auguro che non succeda più》le disse. Lei annuì riluttante per poi guardare avidamente la ragazzina, volando via. Wendy non poteva che essere confusa riguardo a cosa stesse accadendo. Sperava fosse un sogno e che sarebbe ritornata dalla famiglia subito, ma una parte di lei diceva che niente sarebbe tornato più come prima.

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