12. Escape.

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Wildest dreams, Taylor Swift.

Breakeven, The Script.

Mi ero allontanata da Harry, guardando come i suoi occhi si spegnessero dopo ogni mio passo.
Cosa avrei dovuto fare?

Ci eravamo appena baciati e non era uno di quei baci che si può semplicemente ignorare. Non si può ignorare una tale attrazione fisica.

Non avrei dovuto neanche ricambiare il bacio. Soprattutto non mi sarebbe dovuto piacere così tanto. Ma chi volevo prendere in giro? Avevo desiderato baciare Harry, l'avevo desiderato davvero.

Il mio stomaco era un totale disastro. Cercavo di trattenere un sorriso, ma non ci stavo riuscendo granché.
Le sue labbra sulle mie erano state pura magia e non riuscivo a non desiderare che Harry mi baciasse di nuovo.

Lo guardai mentre faceva scorrere l'indice sul contorno delle labbra. Probabilmente il mio sguardo era il simbolo della confusione più totale che era il nostro strano rapporto.

-"Pensavo che volessi essere mio amico."- dissi, cercando di nascondere un sorriso compiaciuto.

-"È così, infatti. Siamo amici. Quello che è successo non cambia il nostro rapporto."- Harry scrollò le spalle con aria indifferente.

La delusione prese subito posto sul mio volto. Non sapevo se fossi più arrabbiata o più delusa. Mi aveva baciato. Come poteva non significare niente per lui?

-"Scusa, fammi capire. Sei entrato in casa mia nel cuore della notte per chiedermi di essere tua amica.
Poi mi hai baciato. E dopo avermi baciata mi hai detto nuovamente che sono solo un'amica?"-

Come si permetteva di piombare in casa mia e di baciarmi? Anzi no, come si permetteva di baciarmi e poi dirmi di essere solamente un'amica?

Mi stava scoppiando la testa. Perché mi sembrava di essere appena finita nella friendzone, senza passare dal via?

-"Sì, è così."-

-"Esci da casa mia."-

Harry sbuffò e la sua espressione divenne nera di rabbia. Era così presuntuoso da credere perfino di aver ragione.

-"Santo Dio, Catherine. È solo un bacio. Pensi che frequenti tutte le persone che mi faccio?"-

A quel punto sentivo che i miei nervi non reggevano più.
Mi avvicinai a lui che aveva spalancato le braccia platealmente. Lo presi per un braccio e lo trascinai verso la porta. 

-"Lascia, so la strada."-

Lasciai la sua stupida camicia firmata mentre lo scortavo fuori dalla porta.
La sua espressione era indecifrabile. I muscoli delle sue braccia erano tesi.
Era arrabbiato ed infastidito senza alcuna ragione.
Se pensava che io fossi una di quelle ragazze che di solito frequentava, si sbagliava di grosso.
Arrivati alla porta, si voltò verso di me.

-"Posso restare?"-

-"Non posso credere che tu sia così idiota da chiedermelo. Vattene."-

-"Hai 24 anni, Catherine. Cresci dannazione."-

Lo spinsi fuori dalla porta e mentre la stavo chiudendo, gli rivolsi un sorriso di sfida.

-"So quanti anni ho. Ah, e Harry?"-

-"Cosa c'è ancora?"-

Mi morsi la lingua per non insultarlo. Agli insulti avevo sempre preferito il sarcasmo. Intelligente e di classe, riusciva a ferire più di mille imprecazioni.

-"Salutami Carter."-

Chiusi la porta, mentre i suoi occhi verdi si sbarravano e un'espressione di rabbia si disegnava sulla sua faccia.
Sentii che la sua mano colpiva la porta di legno e sussultai quando se ne andò a grandi passi.
A mali estremi, estremi rimedi.

***

I giorni passavano e il mio umore sembrava riprendersi.

Dopo il nostro scontro, non avevo più sentito Harry.

Carter e Violet mi avevano invitato più volte ad uscire con il gruppo, ma avevo sempre rifiutato con qualche scusa. Odiavo farlo. Gli amici di Carter erano fantastici, ma la possibilità che vedessi Harry era terribile.

Non sarei riuscita a tenere a freno la lingua e l'avrei infastidito ad ogni occasione. In quel caso però, tutti avrebbero capito cosa fosse realmente successo tra noi.

Non sapevo come fronteggiare la situazione. Non potevo di certo chiedere a Carter di non invitare Harry quando uscivo con loro.
Chi ero io per dettare leggi e per intrufolarmi in un'amicizia?

Se solo non mi avesse baciata, forse avrei potuto tollerare il suo odioso carattere. Invece mi aveva baciata e mi aveva fatto sentire usata e stupida.

La gente normale non bacia persone nel cuore della notte dopo aver chiesto amicizia. Restava un'unica opzione. Harry non era normale.

Scesi dal mio appartamento portando a fatica la mia valigia. Un taxi mi aspettava fuori dal palazzo.

Era il giorno della mia partenza e sinceramente ero felice di allontanarmi da Londra. Sentivo che quello era uno di quei periodi in cui prendersi una pausa rappresenta la miglior soluzione possibile.

-"All'aeroporto di London City, per favore."-

Mentre il tassista guidava nel traffico, lessi gli ultimi messaggi sul cellulare. Violet mi augurava buon viaggio. Carter mi chiedeva quando ci saremmo visti di nuovo e Jared mi pregava di sbrigarmi, altrimenti avremmo perso l'aereo.

Sì, l'avevo convinto. Sarebbe venuto a festeggiare il Natale con la mia famiglia e non potevo esserne più felice.

Quando arrivai in aeroporto, feci il check-in in fretta e furia. Poi mi imbarcai sull'aereo, alla ricerca del mio migliore amico. Alcune hostess mi guardarono con aria di rimprovero a causa del ritardo.

Quando raggiunsi il mio posto, vidi Jared seduto proprio accanto ad esso. Mi sorrise, mentre mi infilavo sul sedile.

-"Mi hai trascinato su questo aereo e mi volevi dare buca. Non si fa, Anderson, non si fa."-

-"Taci idiota e lasciami rilassare. Sai che odio questi cosi."-

-"Beh, ogni due secondi nel mondo parte uno di questi cosi. Non potresti essere più al sicuro."-

Appoggiai la testa sulla spalla di Jar, cercando di immaginare me stessa su una qualche spiaggia di un'isola sperduta nel bel mezzo del Pacifico.

-"Sei sicuro che starai bene?"-

Jared mi guardò e si sistemò il ciuffo color platino sopra la testa. Solo a lui poteva stare bene un colore del genere.

-"Non posso continuare a odiare ogni famiglia del mondo solamente perché non ne ho mai avuta una. È ora che vada avanti."-

Sorrisi, era così profondo certe volte. L'audio del video riguardante le norme di sicurezza faceva da sottofondo alla nostra conversazione.

-"Ok, perché io non sono sicura che starò bene. Lasciami a Londra."- dissi ridendo e nascondendo il mio viso nell'incavo del suo collo.

-"Smettila, sono sicuro che la tua famiglia sarà adorabile."-

-"Hai ragione. Non vedo l'ora."- sussurrai, felice e dimenticando davvero il motivo per cui stavo scappando via da Londra.

Ciao a tutte.
Scusate sono tremendamente in ritardo lo so. Perdonatemi. Prometto che aggiornerò presto questa volta. Allora che dire, che ne pensate del comportamento di Harry? È davvero sincero con Cath? Si parleranno di nuovo? Votate e commentate scrivendo ciò che vi pare. Mi fa piacere leggere i vostri commenti.
Alla prossima.
C. x

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