35. Monet.

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Mercy, Shawn Mendes.

This Town, Niall Horan.

Harry's point of view.

Non potevo andare avanti così.

Mi trascinavo da casa a lavoro senza pensare a quanto la mia vita stesse scorrendo lentamente, quasi a essere ferma del tutto.

Non facevo che pensare a quanto avessi dato per scontato la presenza di Cath, come se fosse parte della mia normalità.

Stavo camminando lungo il viale che costeggiava il Tamigi. Avevo appena sorpassato il parlamento e solo allora mi accorsi di quanto fossi vicino a casa sua. Pochi metri e sarei stato a Lambeth.

Ero indeciso sul da farsi.
Potevo andare a casa sua e trovare una scusa per vederla. Oppure potevo tornarmene indietro e costringermi a stare il più lontano possibile da lei.

Lo avrei fatto davvero, se non avessi visto un ragazzo e una ragazza che se ne stavano lì, seduti su una panchina a tenersi la mano. Al vederli, provai un sentimento di inadeguatezza e mi sentii incompleto. Il mio cuore era come se fosse stretto in una morsa, rischiava di scoppiare.

Ero davvero la stessa persona, senza di lei? No, assolutamente no. Non sarei mai riuscito a tornare ciò che ero.

Mi mancava la calma che Cath sapeva infondermi, il suo modo razionale di affrontare le cose e il suo essere così se stessa.

Senza rendermene neanche conto, mi ritrovai egoisticamente a camminare verso casa sua.

Avrei dovuto dimenticarla per far sì che lei fosse felice, ma avevo fottutamente bisogno di lei.

Il mio cuore palpitava a mille, mentre coprivo la distanza che ci separava. Le mie gambe si muovevano frenetiche, quasi fino a correre. Il clacson di un auto mi distrasse dai miei pensieri. Stavo attraversando la strada senza neanche controllare il traffico. Mi lasciai alle spalle l'automobilista incazzato e scorsi il suo palazzo. Quei motivi decorativi erano indistinguibili ormai.

Dopo pochi passi arrivai sotto il portone. Decisi di non suonare alla porta, ma di entrare con la chiave. Avevo il fiatone, ma non mi interessava. Avrei corso altri duecento metri per arrivare a lei. Aprii il portone e lo richiusi alle mie spalle.
Si sentivano delle voci attraverso la tromba delle scale.

Raggiunsi immediatamente il secondo piano e quando arrivai davanti alla porta dell'appartamento di Cath, la trovai spalancata.

Mi preoccupai all'istante. Il mio corpo si tese, ripensando all'incubo che avevo avuto giorni fa. Se le fosse successo qualcosa? Non potevo tollerare l'idea.

Stavo per entrare in casa quando una ragazza bruna venne alla porta con uno scatolone in mano. Mi osservò con attenzione, mentre la mia confusione era palese.

-"Dov'è Cath?"-

-"Catherine? La ragazza che mi ha venduto l'appartamento?"-

Il mio cuore perse un battito, mentre sudavo freddo. Mi veniva da piangere. Volevo spaccare tutto.

-"Ti sei trasferita qui? Dov'è lei?"-

-"Sì. Non so dove sia, penso sia a Glasgow o qualcosa del genere. Ma chi sei tu?"-

-"Edimburgo."- la corressi subito. -"Mi dispiace. Scusa per il disturbo."-

Non aspettai neanche che mi rispose. Stavo già scendendo le scale, con il cuore in gola.

Appena uscii dal palazzo, ero sul punto di gridare. Era andata via. Era scappata il più possibile lontano da me
e non potevo accettarlo, perché la amavo.

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