33. Lies.

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Good Grief, Bastille.

Faded, Alan Walker.

-"Catherine Anderson, che immenso piacere."-

Darren strinse la mia mano con fare curioso, mentre mi studiava con il suo sguardo gelido. Si stava sicuramente chiedendo cosa ci facessi lì ed era la stessa cosa che mi chiedevo anche io.
Perché stavo per attuare il folle piano di Louis per aiutare Harry?

Cercai di non pensarci e mi focalizzai su Darren. Era vestito in modo sportivo e per questo motivo ero praticamente sull'orlo di una risata. Era ridicolo con quella tuta da ginnastica.

-"Non posso dire lo stesso."- mormorai in modo che mi sentisse.

Ero abbastanza agitata. Dovevo cercare di entrare nello studio di Darren e non ero certa che il piano funzionasse.

Il piano era un disastro e sarebbe riuscito solamente per un colpo di fortuna. Avrei dovuto catturare l'attenzione del padre di Harry e nello stesso tempo chiamare Louis. A quel punto Louis avrebbe distratto Darren e io avrei cercato il contratto.

-"A cosa devo la tua visita?"-

Darren mi fece entrare nella lussuosa villa e subito mi sentii piccola in mezzo a tutta quella ricchezza. La casa era arredata in stile liberty e a giudicare dall'immenso atrio, doveva avere molte stanze. 

-"Sono venuta qui per negoziare."-

Ero stupita da quanto la mia voce sembrasse sicura, nonostante stessi per mentire spudoratamente. Per avere la completa attenzione del padre di Harry, dovevo parlare di affari. Dovevo fingere di essere dalla sua parte e dovevo anche sperare che Darren fosse così arrogante da crederci.

-"Allora, ti prego di dare il tuo soprabito a María Rosa. Le negoziazioni richiedono tempo, ragazzina."-

-"Grazie."- mormorai, osservando la donna che mi aveva aperto il cancello.

Mi dava uno strano senso di sicurezza e di complicità. La governante mi tolse gentilmente il cappotto e poi sparì in uno dei corridoi adiacenti all'atrio.

-"Accomodiamoci nel mio studio, seguimi."-

Sorrisi, cercando di contenere la mia gioia che stava letteralmente esplodendo. Il contratto doveva trovarsi per forza nello studio di Darren e lui stesso mi ci stava inconsapevolmente introducendo.

Seguii il padre di Harry, attraverso un paio di stanze prima di arrivare a destinazione. Aleggiava un silenzio imbarazzante tra di noi e la mia mente lo riempì cercando di ripassare il discorso che avevo meticolosamente preparato insieme a Louis.

Darren aprì la porta dello studio che era grande ed ordinato. Questo ordine maniacale poteva essere un problema, dato che avrei dovuto frugare ovunque per cercare il contratto e il tempo per riordinare il tutto sarebbe decisamente mancato.

-"Siediti, Catherine."-

Mi sedetti alla scrivania in modo da ritrovarmi Darren faccia a faccia. Presi un respiro profondo, cercando di non sembrare un fascio di nervi. Dovevo aiutare Harry. Non potevo fallire.

-"Vuole che Harry gestisca il suo ospedale, giusto?"-

-"Esattamente."-

-"Mi prepari cinquecento mila sterline e un contratto."-

Darren rise amaramente, mentre mi guardava come se fossi pazza. Assottigliai lo sguardo, cercando di rendere il mio bluff più veritiero possibile. Ero fortunata che non stessi mentendo a qualcuno della mia famiglia, perché sarei scoppiata a ridergli in faccia. Con alcune persone non sapevo affatto mentire.

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