3. Starbucks.

7.9K 372 103
                                    

Stay with me, Sam Smith.

West Coast, Lana del Rey.

Venerdì 17.
Non ero mai stata superstiziosa, ma non vedevo di buon occhio i 'venerdì 17'.

Mi aspettavo sempre che succedesse qualcosa di eclatante. Invece, non succedeva mai niente.

La vita andava avanti regolarmente e continuava ad essere piena di drammi, indipendentemente dai venerdì 17, dai gatti neri e dal sale rovesciato.

Quel venerdì 17 però sarebbe stato diverso. Il profumo di cambiamento si poteva sentire nell'aria.

Era uno di quei pochi giorni assolati a Londra e i londinesi si riversavano dagli uffici ai parchi cittadini.

Io non l'avevo fatto.
Dovevo andare a lavorare quel pomeriggio e non ne avevo voglia.

Comunque il mio lavoro era qualcosa di davvero speciale. Era una delle parti che preferivo della mia vita.
Lavorare al British Museum come guida di spagnolo dava soddisfazione.

Avevo studiato così tanto che alla fine, tutte quelle ore, erano state ripagate.
Lo stipendio non era alto, ma arrotondavo con le mance e mi permetteva di pagare gli studi.

La cosa migliore era stare perennemente a contatto con l'arte, che io amavo davvero.

Decisi di fermarmi nello Starbucks più vicino, perché il corpo aveva bisogno di una bevanda calda per carburare.

La coda era straordinariamente lunga e sembrava non passare più. La gente si lamentava, infastidita.
C'erano solo due addetti dall'altra parte del bancone.

Mentre la fila scorreva, cercavo di scaldarmi il più possibile in modo tale da saper fronteggiare il freddo invernale.

Mi strinsi nel cappotto, sapendo perfettamente che quando sarei uscita avrei rimpianto quel tepore. Le mie mani, prima fredde, ora erano roventi.
Il sole a Londra non riscaldava molto.

-"Ciao, c-c-cosa vuoi ordinare?"- mi disse il ragazzo impacciato davanti a me.

-"Un bicchiere medio di cioccolata alla vaniglia."-

-"Ok-k, sono £3."-
Gli porsi prontamente i soldi per velocizzare la cosa. Era palese che fosse il suo primo giorno e la fila dietro di me lo dimostrava.

Mi appoggiai ad una parete, mentre aspettavo la mia cioccolata.
Quel ragazzo si era addirittura dimenticato di chiedere il mio nome per scriverlo sul bicchiere.

Aspettai il mio turno dando qualche occhiata all'orologio. Tra un'ora sarei dovuta essere al lavoro.

A quanto pare quel ragazzo non aveva chiesto il nome a nessuna delle persone nel locale.

C'era una grande confusione e non volevo neanche pensare con quale ritardatario cronico avrei dovuto litigare per la mia cioccolata.

A Londra la maggior parte delle persone era sempre di fretta.

-"Cioccolata alla vaniglia."- disse l'altro dipendente.

Sospirai felice e raggiunsi il bancone. Quell'agonia era finita.

Mentre afferravo il bicchiere di carta, la mia mano si scontrò con delle lunghe dita.

Erano ricoperte di anelli, ma non mi focalizzai troppo su di loro.
Alzai lo sguardo ed incontrai quello stupito di Harry Styles.

Mi sorrise rivelando quelle bellissime fossette che erano proprio lì dove me le ricordavo.

-"Ci riscontriamo?"- disse sorridendo sfacciato.

The Photograph  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora