31. Perfume.

4.3K 253 38
                                    

Renegades, X Ambassadors.

Durban Skies, Bastille.

Harry's point of view.

Erano le dieci di mattina e stavo per entrare in casa. Ero stanco ed avevo appena finito un turno. Avevo fatto tardi con un'operazione e per questo motivo mi sentivo come se avessi potuto dormire per ventiquattro ore di fila. L'unica cosa che desideravo davvero in quel momento era il mio letto.

Presi le chiavi dalla giacca e iniziai ad armeggiare con la serratura.
Entrai in casa, accendendo la luce. Amavo il silenzio che regnava nel mio appartamento.

Lanciai lo zaino per terra e mi sfilai le scarpe, fradice, camminando scalzo verso il bagno. Prima che potessi arrivarci, i miei occhi videro qualcosa muoversi.

Cath era sdraiata sul divano, con il suo telefono che si trovava stretto nella sua mano destra.

Mi pentii immediatamente di tutto il rumore che avevo fatto e ringraziai la mia buona stella che non si fosse svegliata. Mi ero dimenticato di averle chiesto se fosse passata da me.

Presi una coperta di lana dal cassetto e la sistemai sopra il suo corpo. Guardai il suo viso disteso e i suoi capelli sfatti. Era così bella e familiare.

La sua figura si integrava perfettamente in casa mia e questa cosa mi piaceva. Tornare a casa e trovarla dormire sul divano creava una sensazione di normalità a cui non avrei mai voluto rinunciare.

Le baciai la testa e le accarezzai i capelli. Poi tolsi dalla sua mano il telefono e lo appoggiai sul tavolino. Per oggi avrebbe potuto dormire qui.

Andai il bagno e mi lavai velocemente, mettendomi un paio di pantaloncini da basket. Non vedevo l'ora di tornare da lei.

La pioggia batteva sui vetri delle finestre, creando un ticchettio rilassante, interrotto solamente da alcuni fulmini.

Tornai in sala, afferrando il corpo della mia donna e portandolo sul letto, ancora avvolto nella coperta. Inspirai il suo profumo dolce e la adagiai sul letto, dopo aver scostato le lenzuola.
Era la fine del mondo.

Mentre mi stavo per mettere a letto, suonò il telefono di casa. Balzai immediatamente in piedi, imprecando contro chiunque avesse potuto svegliarla.

Afferrai il telefono con violenza, quasi a volerlo rompere.

-"Chi diavolo sei?"- ringhiai, sottovoce. Intanto mi portai nell'altra stanza per non svegliare Cath.

-"Harry?"-

Il sangue nelle mie vene sembrò d'un tratto raffreddarsi, fino a diventare gelido. Non poteva essere vero.

-"Ma che cosa sta succedendo?"-

Mi afferrai la testa con le mani, cercando di capire qualcosa in tutto ciò. La sua voce era spaventata e lontana, troppo lontana.

-"Harry, vieni da me."-

Il mio respiro divenne affannoso, mentre sentivo la sua voce allarmata. I miei occhi si inumidirono e il mio cuore minacciava di spaccarsi.

-"Dove sei? Dimmelo, ti prego."-

-"Ho paura, Harry. Mi hai lasciata sola, non avresti dovuto lasciarmi sola."-

-"Cath, Cristo Santo tu sei qua con me, cosa stai dicendo?"-

Corsi in camera da letto, spalancando la porta e sapendo che mi sarei calmato all'istante vedendola a dormire. Il mio cuore si lacerò quando i miei occhi si accorsero che Cath in realtà non era nel mio letto.

The Photograph  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora