quattro

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Con passo svelto andai a cercare quell'idiota di Harry  per farmi dare un minimo di spiegazioni. Io già non volevo andare a  quella fottutissima festa in maschera, figuriamoci con quel moccioso.  Non avevo nemmeno un briciolo di pazienza quando si trattava di stare  con lui, era davvero insopportabile. Come avrei fatto tutta la sera,  soprattutto di fronte ai clienti?

Bussai più volte alla  sua porta ma nessuno mi rispose. Provai ancora e dopo un tempo che mi  era sembrato interminabile, sentii un grugnito provenire dalla stanza,  poi Harry venne ad aprirmi.

«Si può sapere cosa vuoi, adesso?» ringhiò strofinandosi gli occhi.

Il suo alito sapeva di  birra e feci una smorfia di disgusto appena lo capii. Si era di sicuro  svegliato da pochi minuti anche se erano quasi le sette di sera, e aveva quel  berretto grigio sulla testa, poteva pure sembrare coccoloso.

Nah, scherzo.

«Come diavolo ti è venuto in mente di dire a tuo padre che noi non andiamo d'accordo?» strillai.

«Io non gli ho detto nulla. Figuriamoci se vado da mio padre a lamentarmi di una come te. Non sei il centro del mio mondo, sai, piccola?»  le sue parole mi fecero innervosire davvero tanto, avrei voluto  tirargli uno schiaffo così forte che avrebbero sentito il tonfo anche  dal piano terra.

«E allora perché non ti  sei incazzato quando ti sono venuti a dire che dovrò stare in coppia con  te? Cazzo, solo tu puoi far ragionare tuo padre e dirgli che è una  pessima idea questa!» urlai, spingendolo verso l'entrata di camera sua  dalla rabbia. Sembravo davvero una zebra che cercava di essere più forte del leone.

«Secondo te? Mi ha dato  dei soldi ed io ci ho comprato tanta bella roba.» ridacchiò dopo aver  detto quelle cose, ed io negai con la testa. Sembrava che il fatto che  io lo avessi spintonato così non lo avesse toccato più di tanto. Doveva  essere abituato di sicuro.

«Senti Alaska, domani  faremo finta di niente, e se saremo impeccabili mio padre mi darà ancora  più soldi. Sono il figlio del proprietario e devo fare il figlio  perfetto davanti a quei ricconi dei clienti, okay? Se non ti va bene non  è un problema mio, ma solo ed esclusivamente tuo!» alzò il tono  della voce alle ultime parole, e sobbalzai quando il suo viso diventò  rabbioso, facendo di istinto un passo indietro.

«Fai schifo.» farfugliai, quasi senza pensarci.

Lui stava per ribattere e  sicuramente mi avrebbe fatto diventare polvere con le sue parole,  quando una voce alle mie spalle fece girare entrambi nella direzione del  suono.

«Alaska..stai bene?»

La voce tremolante di Niall mi fece sobbalzare.

«..Ho sentito provenire degli urli da qui..» disse, per poi interrompersi immediatamente quando vide Harry davanti alla soglia di quella stanza, che probabilmente il biondo non sapeva essere sua.

Una risatina fuoriuscì da quella boccaccia che il riccio si trovava, facendo incupire il volto angelico di Niall.

Che diavolo..?

«Sì Niall, sto bene.» lo rassicurai, sorridendo appena. Infondo era stato molto carino ad essersi interessato a me.

«Sì Niall, sto bene.» mi imitò Harry con tono sarcastico che mi fece innervosire. Stava veramente oltrepassando il limite.

«Alaska, tutto bene?» ripeté Harry, mettendosi una mano sulla bocca per poi ridere animatamente.

"Due secondi e scoppio." pensai.

The Maze » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora