nove

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                       A  L  A  S  K  A

Appena uscimmo dall'ufficio di Mr. Styles, il moro si appoggiò al muro, per poi cadere a peso morto sul pavimento dalla disperazione, facendo un tonfo sordo sulla moquette.

«Questo lavoro è tutto ciò che ho, non possono togliermelo!» urlò dalla rabbia Zayn, ma subito dopo chiuse la bocca consapevole del fatto che qualcuno potesse sentirlo. Schiuse le labbra, rivolgendo lo sguardo verso l'alto, come in cerca di qualcosa.
Odiavo vederlo così.

«Shh, Zee, sta' calmo. Troveremo una soluzione a tutto questo. Promesso.» gli sussurrai all'orecchio, accarezzando i suoi capelli scuri molto lentamente.

L'unica cosa che però tormentava i miei pensieri in quel momento era l'entrata brusca di Harry, il suo sguardo cupo e arrabbiato su di me e il suo urgente bisogno di parlare con suo padre.
Mille domande mi venivano in testa e non riuscivo a rispondere neanche ad una di quelle.

'Smettila, Alaska.' mi diceva la solita irritante vocina nella mia testa.

Un forte tonfo di una porta che sbatteva sulla parete mi fece tornare al mondo reale, e quasi sobbalzai dalla paura. Il mio cuore si bloccò alla vista del riccio che usciva incazzato nero dalla rabbia dall'ufficio di suo padre. Si avvicinava a noi con passo svelto e la paura si impossessò del mio corpo. Vidi Zayn alzarsi di scatto in piedi e sistemarsi la camicia e i pantaloni, tossendo appena, fingendosi disinteressato.

«Malik, devo parlarti, adesso.» borbottò Harry con la sua solita voce roca e intensa, slacciandosi frustrato i primi bottoni della camicia bianca.

Zayn rimase zitto e si avvicinò ad Harry, ed io non feci altro che allontanarmi di poco per poi appoggiare le mie scapole al muro.

«Tu.» sbottò poi Harry, puntando l'indice contro di me. «Puoi andartene?»

Negai col capo, andandogli incontro, velocemente.

«Voglio stare con Zayn. Non lo lascio.» balbettai, deglutendo appena per cercare di restare calma e tranquilla, cosa che assolutamente non ero.

Harry sospirò pesantemente dal nervoso: se continuavo ad assillarlo in quel modo, sarebbe di sicuro impazzito.
Prese poi Zayn per un braccio, allontanandolo da me per poi iniziare a parlare, a bassa voce. Cercai comunque di ascoltare il più possibile, avanzando di qualche passo verso di loro.

«Malik, giuro che se rifai una cosa del genere, ti faccio sparire dalla faccia della terra. La prossima volta non la passerai così liscia.» ringhiò, lasciando il braccio di Zayn che aveva la mascella serrata per mantenere la calma.

Io mi avvicinai ad Harry e cercai, con quella poca voce che mi era rimasta, di parlargli, afferrando piano il suo polso.

«Harry, lo licenzierà?» chiesi, puntando i miei occhi blu quasi lucidi sulle sue iridi verdi, che si andavano a sfumare su un colore più scuro.

«Non sono cazzi tuoi.» ribatté, dimenandosi dalla mia presa, rudemente. Vidi il corpo di Zayn muoversi appena, come per reagire, ma un mio sguardo bastò per farlo fermare.

«Sì, sono cazzi miei.» continuai, marcando le ultime due parole, ricambiando il suo sguardo.

Il riccio non fece altro che fare un segno con la mano come per mandarci al diavolo, e si girò, andandosene.

Zayn invece, senza neanche rivolgermi un'altra parola, camminò a passo svelto verso la direzione opposta di quella di Harry con tutta la rabbia di questo mondo in corpo, ed io restai sola lì, mentre lo maledicevo per avermi lasciata da sola, in quello stupido corridoio. Sospirai pesantemente e mi morsi violentemente il labbro inferiore per cercare di non piangere dal nervosismo e corsi verso l'ascensore. Non avrei fatto ciò che mi avevano assegnato di fare, né nulla. Salii sull'ascensore e premetti il piano dove si trovava la mia stanza.
Sarei restata tutto il giorno sopra il mio letto.

The Maze » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora