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A L A S K A
«Scusami, ma tu chi cazzo sei?» biascicai, facendo un piccolo sorriso torvo sul volto.
In situazioni normali non avrei aperto bocca, ma in quel momento ero completamente ubriaca; la mano di Harry si strinse prepotentemente contro il mio fianco nel momento in cui feci un passo verso il biondino davanti a me, senza neanche rendermene davvero conto.
I suoi occhi mi scrutavano, ed erano completamente diversi dai miei. Erano marroni, freddi e cupi, quasi volessero incutere timore. Però erano familiari... I suoi capelli assomigliavano incredibilmente tanto ai miei, ed erano di un biondo cenere, disordinati sulla sua testa.
Sul viso del ragazzo difronte a me nacque un cipiglio improvviso che nonostante il mio giramento di testa che non mi faceva capire nulla, qualcosa dentro di me mi disse che era pericoloso. Estremamente pericoloso. E solo in quel momento mi resi conto del piercing luminoso che gli adornava il sopracciglio destro.
Mi appoggiai con il corpo ad Harry, appoggiando l'orecchio al suo petto, stringendomi a lui con gli occhi chiusi. In quella posizione mi sarei anche addormentata se solo avessi potuto, con il battito del suo cuore a cullarmi. Ma poi la sua cassa toracica che rimbombava mi fece capire che aveva iniziato a parlare e con tutta la ragione che mi era rimasta, cercai di capire qualcosa.
«Lurido coglione, come diamine ti permetti di ricomparire così? Che cazzo vuoi adesso? Lei non verrà con te, mi dispiace tanto. È ubriaca, non capisce ciò che dice.» annunciò rivolto al ragazzo davanti a se, con tono duro e roco.
Mi strinsi a lui istintivamente; alzai poi la testa verso di lui e lo guardai negli occhi verdi: gli abbassai il mento con due dita e poggiai le labbra sulle sue. Fu un bacio veloce, quasi astratto, come per dire 'ci sono io'. Ed era fottutamente strano tutto questo, era strano come da un giorno all'altro il bisogno di lui cresceva in modo incalcolabile. Avevo bisogno del suo tocco, dei suoi occhi e della sua voce. Avevo bisogno di lui. Ma non ora perché ero ubriaca, avrei avuto bisogno di lui domani, tra dieci giorni e tra due anni. Era strano, perché lui non da certezze sul futuro. Con lui è tutto imprevedibile, un giorno sei sua e l'altro giorno neanche sa che esisti.
Harry aveva lo sguardo basso, rivolto verso il mio, con un sorriso che gli fasciava perfettamente le labbra, facendo comparire una fossetta sulla guancia destra. Mugolai però nel momento in cui una mano fredda e grande si posizionò tra i miei capelli e la mia nuca, facendomi raggelare. Un paio di labbra si avvicinarono al mio orecchio e trattenni il respiro per qualche secondo.
«Ehi piccolo fiore, non ti ricordi di me?» mi chiese questa voce.
A primo impatto mi sembrava così distante e soffusa; la musica mi rendeva ancora più instabile e le braccia di Harry che mi fasciavano il corpo andarono scemando per un attimo.
«Chi sei?..» osai dire con voce meno impastata, ma più concentrata e forte.
L'alcool riprese a fare guizzo nel mio corpo nel momento in cui Harry mi afferrò quasi di peso, portandomi dietro di lui. Le sue spalle erano davvero enormi e tese da dietro e si stava avvicinando sempre di più al biondino davanti a se, con fare minaccioso.
«Harry andiamo a casa? Mi scoppia la testa.» urlai per farmi sentire sopra tutta quella musica.
Agganciai le braccia al suo bacino e lo spinsi quasi verso la porta sul retro di quel chiassosissimo locale, volendo andare via. E poi sì, soprattutto non volevo vederlo fare a botte..
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The Maze » h.s
Fanfiction"Si dichiaravano guerra tutti i giorni, quello era il loro modo di affrontare sentimenti troppo forti da gestire. Loro due, intrappolati dai loro caratteri troppo simili e in perenne scontro, si amavano ma ancora non lo sapevano, e le loro anime era...