LXVI

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Più passano i giorni, più Louis si sente in colpa. Non sa nemmeno più per cosa, o meglio lo sa, ma pensa siano motivi futili.

Più e più volte ha pensato che l'incidente di Harry fosse colpa sua, anche durante le notti passate in ospedale ad osservare la sua figura inerme. E lo sa, lo sa che in realtà lui non c'entra niente, che dovrebbe essere quel coglione che è passato con il rosso a sentirsi così. Non lui.

Più e più volte ha pensato di farsi del male, solo per sentirsi più vicino ad Harry e per condividere quel dolore.

Più e più volte si è domandato che cosa avrebbe fatto se Harry lo avesse lasciato lì da solo, in un mondo troppo grande per una persona piccola come lui.

Più e più volte ha pensato di tornare indietro, di rimanere a Londra accanto a quel letto, così da poter esserci al suo risveglio, ma non crede che ce l'avrebbe fatta. Si sarebbe sentito divorare da inutili sensi di colpa, dalla grandezza di quella situazione e dal verde che lo avrebbe avvolto nell'istante in cui Harry avrebbe aperto gli occhi.

E sa che é sbagliato, lo sa perfettamente. Ma sa anche che non avrebbe potuto fare diversamente.

Per questo è andato a Manchester con Zayn.
Per questo è andato avanti.
Per questo, ora più che mai, si sente piccolo e indifeso.

Ha bisogno di Harry, delle sue braccia forti, dei suoi sorrisi caldi e delle sue labbra morbide.

Ha bisogno di un suo abbraccio, di un bacio sulla fronte e di una notte fra le lenzuola, cullato dai suoi andrà tutto bene e da quei ti amo sussurrati a bassa voce, durante i temporali, esterni ed interni.

Ha bisogno della sua àncora di salvezza.

Mi manchi, amore mio, mi manchi terribilmente.

È uno stupido, e se ne rende conto ogni volta che varca la soglia di casa e si trova davanti uno Zayn sorridente, che lo accoglie con un "Lou! Com'è andata a lavoro?".

Non è ciò che vuole, nonostante fra lui ed il moro non ci sia stato nulla se non qualche bacio leggero quando le mancanze bussavano forte alla porta dei suoi pensieri.

Vuole Harry, vuole Harry e basta.

Per questo tira su con il naso e si alza dal letto, passandosi una mano fra i capelli, scompigliandoli ancora di più.

Si guarda attorno e cerca il cellulare, trovandolo poi sopra una pila di vestiti ammucchiati su una sedia.

Lo afferra velocemente e digita due messaggi, uno a sua madre ed uno ad Anne.

Louis: Sto tornando da voi. Ho bisogno di vederlo.

Unprotected ⚓︎ l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora