CAPITOLO 5

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Diciamo che giocare con Marco a Tennis è veramente qualcosa di unico.
Il tempo vola, i minuti scorrono troppo velocemente e vorrei che qualcuno riuscisse a immortalare questo pomeriggio, forse il più bello di tutta la mia vita.
Marco ha una racchetta Head rossa, una polo bianca che mette in evidenza pettorali e addominali, pantaloncini neri e un paio di Nike gialle fluo.
È bravissimo, una tecnica perfetta, una battuta impeccabile: sembra veramente un professionista.
Quando gioca, tutto sudato, pare veramente un adone.
Un ciuffo di capelli si posa sulla fronte bagnata, le goccioline di sudore fanno a gara sulla barba mora proseguendo, poi, sul collo e la sua polo aderisce perfettamente sulle spalle larghe.
La maglietta tende, talvolta, ad alzarsi, e i pantaloni lasciano intravedere una 'V' molto.....
È perfetto, una vera scultura marmorea.

"Non sei niente male. Me sá proprio che hai vinto tu"

"Non mi importa di aver vinto o meno. Grazie per questo bellissimo pomeriggio. Non pensavo che dopo aver rovesciato un cappuccino sulla felpa del mio idolo, avrei avuto l'onore e il privilegio di una partita a tennis con lui"

"Eh, neanche io in verità. Mi sono divertito tantissimo. Adesso tocca alla tua amica!"

Mi volto e Paola non c' é.
Prendo in telefono per chiamarla e trovo un suo messaggio:

"Scusa se me ne sono andata così all'improvviso ma, Nicolò mi ha invitato a casa sua per trascorrere la serata insieme. Non potevo dirgli di no. Dai poi un pomeriggio ci rifacciamo. Comunque tu e lui sareste veramente bene insieme. Dimmi come va a finire. Un beso. Pol"

Adesso come ritorno a casa!?!?
Marco ha appoggiato il suo borsone sulla panchina, vicino alla mia borsa. Mi avvicino per prenderla.

"Marco per caso sai dove posso chiamare un taxi per ritornare a casa?"

"Ma non c'era la tua amica P..Pa...Pamela?"

"Eh si ha avuto un imprevisto ed è dovuta andare via prima. Comunque si chiama Paola"

"Allora vorrà dire che ti accompagno io a casa"

"Marco ma sei pazzo!?!??! Tu hai mille impegni e sicuramente non vorrai perdere tempo con una ragazzina come me"

"Ma che dici! A me farebbe piacere. D'altronde sono umano anche io!"
Entrambi scoppiamo a ridere.

"Dai su vieni, mica ti mangio!"

"Ok, però se per te è un problema , chiamo tranquillamente un taxi"

Mi porge il casco. Chiudo la lampo della mia borsa e la carico in spalla.
Adesso siamo io e lui.
Tutto il resto del mondo è svanito. Camminiamo piuttosto vicini.
Vorrei abbracciarlo, ma meglio di no. Lui prende il telefono e collega le cuffie, si infila la "fatidica" felpa grigia e alza il cappuccio.
Usciamo dal circolo da una porta secondaria.
Ecco fiammante la sua Triumph, parcheggiata sul retro della struttura in modo tale che nessuno possa vederla.
Indossamo i caschi.
Sale lui, poi io.

"Tieniti stretta a me. Ti porto in un posto e ti presento le mie #ParoleinCircolo"

Uno splendido disastro || Marco Mengoni ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora