Capitolo 1 Bisca sospetta

3.1K 64 13
                                    

Finalmente siamo arrivati all' autogrill Milano-Napoli "Masseria Ovest" .

Dopo tante ore di viaggio mi sento sfinita e rintronata. Non riesco nemmeno a stendere le gambe dai troppi bagagli che mi circondano.
L'ultima volta che sono stata a Napoli, é stata quando avevo undici anni.
Ricordo vagamente il viso di qualche mio parente, ma il pensiero che presto rivedró mia nonna mi rincuora tanto.
Lei la ricordo perfettamente, il suo viso, la sua voce, il suo modo di fare testardo e quel suo spettacolare modo di cucinare.
Da piccola ricordo che quando restavo a casa con lei cucinavamo insieme. Lei mi ha insegnato tanto. Riusciva a mettere amore in ogni suo piatto, anche quando era triste.

Io credo di aver preso da lei... quando cucino mi concentro così tanto da spazzar via qualsiasi pensiero negativo.
Un languorino inizia a farsi spazio nel mio stomaco, al solo pensiero che a breve saremo da lei a mangiare chissà quale delizia.

Mi si stampa inevitabilmente un sorriso ebete in faccia e mia madre riesce a percepirlo dallo specchietto retrovisore: "Ile che hai da ridere?" "niente, ero in sovrappensiero ". Credevo stesse riposando... Con quegli occhiali non mi ero accorta da quanto tempo mi stesse osservando.

Eppure sono seduta nel sedile posteriore ricoperta dalle valige, tipico da meridionali.
I miei genitori infatti sono nati qui, e pur avendo vissuto molto tempo a Pavia ci tengono a non perdere certe abitudini e vizi!

Vedo mia madre appoggiare i piedi sul cruscotto e abbassando il suo sedile per distendersi, mi chiede: "Se devi andare al bagno vai adesso, noi ci riposiamo dieci minuti e poi ripartiamo."
Mi giro verso mio padre che era già crollato; anche lui con gli occhiali e serissimo come sempre.
Ma dopo ore di viaggio mi sembra normale.
"Sì" le dico.
Esco dalla macchina. Mentre mi avvio all'autogrill per andare in bagno  scorgo un volto che mi fissa da lontano, ma non gli do molta importanza.
Salgo gli scalini ed apro la porta per entrare; prima di andare al bagno decido di prendere un caffè per riprendermi un po'.
Osservando la vetrina che batte contro il parcheggio, vedo i miei nella nostra punto grigia.

Non sembra nemmeno che stiano dormendo, con quegli occhiali minacciosi sembrano due sbirri che controllano qualcosa in un punto ben preciso.

Cerco di seguire lo sguardo dove sembra che portino i miei genitori e noto una cerchia di uomini intorno a un grande tavolo un po' cammuffato. Stanno giocando a carte non credo sia accessibile a tutti, anzi  non lo è sicuramente.

Con più attenzione li spio. Hanno atteggiamenti sempre più  strani. In piedi c'è una donna. Èmolto elegante.. Indossa un vestito nero che le cade fino alle ginocchia. Sembrano tutti un po' a" disagio"; interrompono il gioco e si girano più volte verso la macchina dei miei genitori. A quanto pare non sono la sola a notare che il modo in cui stanno postati dà l'idea di due agenti di polizia in borghese.

I signori che sono al tavolo ad un tratto stufi decidono di ritirare tutto. Avranno la coda di paglia...
Nonostante questo clima un po insolito e teso, faccio finta di niente girando qua e là per il negozio, e lancio un'occhiata tra le pagine di qualche libro.
Sembrano molto noiosi, uno però coglie la mia attenzione: "Figlie della Cina" s'intitola.

Non mi interessa tanto leggerlo, ma dal titolo non posso evitare di pensare alla mia seconda famiglia in Cina. Non sono ovviamente i miei genitori biologici ma gli voglio bene quasi come se lo fossero. Poichè sono stati così accoglienti con me nella casa famiglia per studenti.
Quando a scuola passò l'avviso con quella magnifica proposta, mi sono all'istante decisa di impegnarmi a mettere da parte i soldi per trascorrere lì i miei mesi di scuola. All'inizio è stato difficile, ma la famiglia che mi ha accolto mi ha viziato molto, per non parlare poi del mio dolcissimo fratellino Qiang! Ormai ci sentiamo tutte le sere o per telefono o su Skype, lui si è molto affezionato a me e io tanto a lui!

Visitare la Cina era uno dei miei più grandi sogni, ma il vero motivo per cui avevo deciso di trascorrere quei mesi lì è stato perchè credevo che una simile esperienza mi avrebbe tirato fuori dalla mia profonda depressione causata da una storia non finita bene. Purtroppo, per quanto emozionante sia stata quella esperienza e per il modo in cui mi hanno trattato, questo non è successo.

La voglia di smettere di esistere da un momento all'altro ahimè, sussiste ancora.

Mentre ero persa nei miei nostalgici pensieri mi accorgo di un ombra alle mie spalle ferma lì da un po' che mi scruta. Mi giro guardando in faccia la persona che con tanto interesse mi fissava. Sì, era lo stesso volto che mi seguiva prima. Guardandolo da vicino capì che era un signore, ma non aveva affatto un bel viso, anzi l'aria seria lo faceva diventare ancora più brutto, per non parlare del suo abbigliamento così curato che gli dava un'odiosa aria da guappo. Un enorme senso dI disagio mi assale e come se non bastasse l'autogrill è mezzo vuoto.  Abbaso il capo e me ne vado in bagno, magari li trovo più gente.

Sono nel bagno delle donne da ormai non so quanto tempo, mi sembra un eternità. Finalmente una ragazza esce ed è il mio turno:

" E' guasto!" mi dice, :"Come? Sul serio? "
"Sì, ho provato a tirare lo sciacquone ma non funziona!"
" Ah fa niente cara entro lo stesso, non resisto più AHAH sai quanto me me frega"
"Va bene, haha mi chiamo Giada. comunque tu dall'accento non sembri di qua " " Ovviamento no, sono di Pavia e  ancora rincoglionita dal viaggio ahha . Ilenia piacere" la guardo con più attenzione "non ti preoccupare fa niente Ilenia". Ha due occhiaie enormi e gli occhi rossi. Sembra che abbia appena finito di piangere ma non approfondisco, la saluto ed entro. Fuori dalla porta sento un altra ragazza "Giada !! se pò sapè quanto tempo ce mitti?? ja vieni" Sorrisi nel sentire il dialetto dell'altra ragazza.

Esco dal bagno, lungo il tragitto del corridoio mi sento di nuovo osservata, e un leggero velo di anzia inizia a pervadermi. Cerco di aumentare il passo poiché mi  sento inseguita, infatti in un attimo dopo una presa stretta all'addome mi blocca, due braccia mi stanno tenendo ferma e non riesco né a girarmi e né fare nient'altro! posso solo che provare a urlare, ma nel momento che tento di aprir bocca, mi vedo arrivare in faccia un tovagliolo umido che mi impedisce di respirare. Vedo buio comincio poco a poco a perdere i sensi. In quei pochi secondi che mi rimangono prima di svenire, penso a quanto mi sia comportata da stupida. Se avessi voluto con le mie capacità avrei potuto evitarlo dato che un po me lo aspettavo...ma come ho già detto la mia depressione me lo ha impedito.

Svengo.

Salve! Ho un annuncio da fare... c'è questa ragazza @WynonnaWinchester che cerca qualcuno che conosca Gomorra, con cui fare un gioco di ruolo (Su wahtsapp). Se non conoscete i giochi di ruolo ve lo spiegherà lei in chat privata. Un bacio <3

Gomorra &quot;Gli scugnizzi Di Via Gonzaga&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora