- Non ti vedo adatta a fare la supereroina, sai? – Dylan continuava a prendermi in giro, mentre passeggiavamo per i corridoi della scuola alla ricerca degli altri due.
Colin ci aveva consigliato di tornare alla solita routine in modo da non destare sospetti perché: " Nessuno deve scoprire chi sono i quattro della gerarchia, e quando dico nessuno, intendo seriamente NESSUNO. " A quanto pare da quel giorno avevamo una nuova vita. Quella da adolescenti normali e quella da strane persone con strani poteri soprannaturali dovuti a non sapevo ancora esattamente cosa. Già, ero piuttosto informata sulla faccenda. Mi sentivo tanto Peter Parker. Eh si, amavo Spiderman. E se non si fosse capito, anche Andrew Garfield. In realtà amavo un po' troppi attori, ma questi erano dettagli irrilevanti.
- Smettila e muoviamoci a cercare gli altri – affermai levandomi la felpa verde e legandomela alla vita.
- Si può sapere che cosa stai facendo? Fuori ho appena visto passare un pinguino! –
Mi sporsi verso una delle finestre presenti nel corridoio, e in effetti constatai che il tempo non fosse dei migliori.
- E dai che esagerato, per un po' di pioggia... - sussurrai sovrappensiero.
Lui, in risposta, scosse semplicemente la testa esasperato.
- Io devo andare un attimo in bagno, tu aspettami qui – mi disse, continuando a guardarmi e avanzando lentamente verso il bagno all' indietro.
Nel frattempo arrivarono Thomas e Gwen.
- Ehi voi due – li salutai con un sorriso accennato. La mattina non ero mai stata molto attiva, e questo entrambi lo sapevano bene.
- Dov'è Dylan? – mi chiese la ragazza dai capelli scuri.
Indicai con un cenno della testa il bagno in cui era appena entrato.
- Aspetta ma quello non è... - iniziò.
- Già – sorrisi furba, portandomi il polso davanti al viso per poter vedere l'orologio – 3, 2, 1... -
Una serie di urlanti ragazze indignate spinsero un Dylan alquanto arrabbiato nel corridoio, per poi chiudere con un tonfo secco la porta del bagno. Potevamo sentire degli insulti rivolti al ragazzo non tanto carini provenire dall' interno.
- TU! – mi urlò, puntandomi un dito contro.
Gli altri due cercavano in tutti i modi di non ridere, inutilmente.
- Io cosa? – feci gli occhi dolci.
- TI SEMBRA IL CASO DI NON DIRMI NIENTE? –
- Dylan. –
- TUTTO QUELLO CHE HAI DA DIRE E' UNO STUPIDO "DYLAN" ? –
- Dylan, guarda che... -
- NO, ADESSO BASTA. SONO ANNI CHE SOPPORT... -
Sentimmo lo scatto di una foto. Ci girammo tutti e quattro contemporaneamente per poi vedere una piccola folla di studenti con in mano i cellulari, intenti a scattare foto al soggetto davanti a me.
- Che stanno facendo? – il moro continuò a guardarli confuso.
- Dyl, credo che stiano ammirando la carta igienica che esce dai tuoi pantaloni – rispose mio fratello, continuando a trattenere a stento le risate. Infatti, scoppiò dopo qualche secondo. Gwen sorrideva divertita. Era sempre stata quella più seria tra le due.
L' idiota abbassò velocemente lo sguardo sui suoi pantaloni. E divenne rosso. Questa volta non di rabbia. O forse anche di quella, naturalmente rivolta a me.
E fu in quel momento che feci una cosa mai fatta prima. Una cosa che non mi sarei mai aspettata di fare.
Difesi Dylan O' Brien.
- Come se a voi non fosse mai successo nulla di imbarazzante – sbuffai, mettendomi davanti al ragazzo che intanto mi guardava sorpreso, a braccia incrociate.
- Soph, ma che stai combinando? – mi sussurrò mio fratello. Gli rivolsi un semplice sguardo, che lui riuscì a comprendere subito, infatti si spostò velocemente dietro a Dylan e tolse la carta che penzolava dai pantaloni, nascondendosela dietro la schiena.
- Ora, detto questo, che ci facciamo ancora qui? E' appena suonata la campanella, sgomberare su su – iniziai a spingere tutti con le mani.
- Da quando in qua gli interessa arrivare puntuale a lezione – sentii qualcuno borbottare mentre si allontanava.
- Ehi, sono una brava studentessa io! – affermai ironicamente, alzando gli occhi al cielo.
In poco tempo la folla scomparse e il corridoio divenne deserto.
- Forse faremmo meglio a muoverci, non credete? –
- Thomas. Non rovinare il momento – lo ammonì Gwen con sguardo severo, per poi rivolgendomi un' occhiata da madre orgogliosa.
- Perché mi guardi in quel modo? Sei piuttosto inquietante – feci un passo per distanziarmi da lei.
Lei, invece, si avvicinò e mi prese a braccetto.
- Perché sono fiera di te. –
Arrossii.
- Che carinaa, sembri un piccolo pomodorino – si unì alla conversazione mio fratello, stringendomi le guance con le mani. A quanto pare, era un' abitudine di tutti.
Passai qualche secondo lo sguardo da Tom a Gwen. Prima uno, poi l'altra.
- Ma vi siete messi d'accordo? –
- Forza andiamo – sentii dire da dietro di me.
Ma quando ci avviammo ognuno verso la propria classe, sentii una presa salda trattenermi il polso. Mi girai lentamente.
- Dimmi Dylan – mi sentivo ancora piuttosto strana per l'avvenimento di poco prima.
- Io, beh io... -
- A parole tue – scherzai, ma dopo aver visto la sua occhiataccia, mi limitai a guardarlo semplicemente negli occhi.
- Volevo semplicemente ringraziarti, anche se sono ancora arrabbiato perché tu... -
Lo fermai.
- Non roviniamo questo momento! – e dopo averlo salutato come un' idiota con la mano, corsi verso la mia classe.
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Descendants [Dylan O'Brien / Thomas Sangster]
RandomE se una vecchia leggenda, non fosse soltanto tale?