I understood that they're right.

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Questa volta non calò il silenzio. Iniziò un vociare confuso, tutti che si rivolgevano a tutti. Eppure, essendo solo in cinque, non dovevamo fare poi tutto quel casino, ma lì in mezzo, in quel momento, sembrava di essere in mezzo ad almeno una ventina di persone.

- Tuo fratello?! - Dylan non riusciva ancora a crederci - andiamo non prenderci in giro! -

- Dylan se tu mi lasciassi parlare - continuava a ripetere inutilmente Colin, con tono arrabbiato, camminando avanti e indietro per il salotto disastrato.

- Andiamo Dyl, stai zitto un attimo - cercava di rimediare alla situazione Tom, ma, a quanto pareva, il moro non aveva intenzione di dargli ascolto.

Io ero seduta sul divano, tremante. Gwen, come sempre, era accanto a me. Non sapevo cosa avrei fatto senza di lei, ma soprattutto, non sapevo come ringraziarla per tutto ciò che faceva. Era davvero un' amica speciale.

Continuò ad accarezzarmi la schiena lentamente, cercando di calmarmi. Non riuscivo a proferire parola, in quel momento riuscivo ad avere un unico pensiero per la testa: Tyler.

- Non è colpa tua - mi disse la mia migliore amica, non smettendo di fare ciò che stava facendo. Lo sguardo rivolto verso i ragazzi - sarebbe potuto succedere a chiunque di noi quattro, non fartene una colpa. -

- Io non ho saputo proteggerlo - sussurrai - sono stata lì, immobile, a vedere quelle maledette ombre portarlo via, capisci? - il mio tono non trasmetteva nessun emozione.

Provai ad alzarmi, ma la testa iniziò a vorticarmi velocemente, così mi costrinsi a sedermi nuovamente. Gwen intercettò il mio sguardo e mi prese la mano. Gli altri sembravano non essersi accorti di niente.

- Tu, Sophie Anne Sangster, sei una delle persone più coraggiose che io conosca, e posso assicurarti, anche una delle più forti. Ti sottovaluti troppo - mi asciugò una lacrima appena caduta dalla guancia - e ora non piangere, c'è la faremo, come abbiamo sempre fatto - mi rivolse un leggero sorriso.

Ricambiai con un sorriso, più spento, ma a lei sembrò bastare. Si alzò e mise le mani sui fianchi.

- Ragazzi - loro si girarono verso di lei - FATELA FINITA - urlò poco delicatamente. Tutti si fermarono e si voltarono verso di lei, o meglio, verso di noi.

Thomas sembro notare i miei occhi umidi e, dopo avermi scrutato attentamente, si sedette accanto a me. Mi scompigliò i capelli con fare affettuoso, prima di darmi un bacio sulla guancia. Gesto che ricambiai velocemente.

- Non vi sto chiedendo di venire con me - ruppe il silenzio il biondo, ancora con la fotografia in mano.

- Non ho idea di cosa tu stia parlando, ma dovrai raccontarci un bel po' di cose a quanto pare - gli rivolsi una strana occhiata. Lui sembrò capire ed abbassò lo sguardo.

- Poi. Ora non c'è tempo da perdere. -

- E sentiamo, quale sarebbe il piano? - chiese Gwen - non sarà così facile. Credi davvero di andare tranquillamente da quegli esseri, e puff - chiuse le mani a pugno e le riaprì di scatto - riuscire a salvare Tyler? Non è una fiaba Colin, dovresti saperlo. -

Lui le rivolse uno sguardo di fuoco, nonostante sapesse quanto la ragazza avesse ragione.

- Non andrà da solo - mi alzai in piedi, aiutata da mio fratello. Dopo pochi secondi riuscii a stabilizzarmi - andrò io con lui. -

Tutti gli sguardi furono subito su di me.

- Oh no che non lo farai - catturò il mio sguardo mio fratello - non devi riscattarti di niente Soph, tu... - non lo lasciai finire.

Descendants [Dylan O'Brien / Thomas Sangster]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora