Three years later.

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Tre anni dopo.


Continuavo ad osservare il contenuto della pentola, aspettando che bollisse.

Erano passati ormai tre anni dalla morte di Colin. Due anni dal trasferimento di Gwen e un anno e mezzo dalla convivenza con Dylan.

Sì, stavamo ancora insieme. A detta di mio fratello, la cosa non sorprese nessuno, e, al mio sguardo stranito, rispose semplicemente: "è impossibile immaginarsi una Shopie senza Dylan, così come il contrario".

Mi riscossi dai miei pensieri quando sentii l'acqua bollire. Qualcuno mi affiancò e spense velocemente il fuoco per poi rivolgermi uno sguardo preoccupato.

- Ancora troppi pensieri? – mi posò un bacio sulla fronte, soffermandosi poco più del solito. Accennai un sorriso.

- No. Cosa te lo fa pensare – mi schiarii la voce, cercando di evitare il suo sguardo. Lui prese il mio mento tra le dita, costringendomi a puntare i miei occhi nei suoi.

- Non sai mentire. O almeno, non a me – diede una veloce occhiata alla piccola fiammella in movimento, decisa a non spegnersi del tutto – e di certo, quella non è a causa mia. –

Sospirai, cercando di regolarizzare il respiro. Con uno scatto, circondò il mio busto in un abbraccio colmo di amore. Uno di quegli abbracci di cui, da poco più di tre anni ormai, non riuscivo a fare a meno.

Posai un bacio sul suo collo, facendolo mugolare e stringere maggiormente la presa intorno a me. Avvicinò le labbra al mio orecchio, scatenando i soliti brividi. Nonostante il tempo, la sua vicinanza continuava a farmi lo stesso effetto.

- Puntare al mio punto debole non ti aiuterà – percepii il suo sorriso – ma ti amo lo stesso – sussurrò, prima di posare le sue labbra sulle mie, quasi con esigenza.

Arretrai fino a toccare la superficie fredda del muro con la schiena. Il ragazzo portò le mani poco più in basso dei miei fianchi, aiutandomi ad allacciare le gambe intorno al suo bacino.

Quando il telefono di casa cominciò a squillare, facendo allontanare leggermente le nostre labbra.

- Picchierò chiunque ci sia al di là di quella cornetta, che sia il mio migliore amico o chiunque altro – borbottò, senza però farmi scendere. Risi alla sua reazione.

- Te l'ho mai detto quanto ti adori con gli occhi verdi, Terra? –

- Quindi stai affermando di adorarli più dei miei occhi marroni, Fuoco? – mi rivolse un'occhiata divertita.

- Mai, sei perfetto – affermai seria, guardandolo.

Lui stette qualche secondo in silenzio, sovrastato solo dallo squillare del telefono.

- Spiegami come riuscirò a non baciarti in questo preciso istante, e a rispondere a quel dannato telefono. –

- E' facile. Non farlo – e feci incontrare nuovamente le nostre labbra.

O almeno, le feci incontrare fino a quando la voce di mio fratello non si sparse per tutta la stanza attraverso il telefono.

- "Ragazzi, prima o poi dovrete spiegarmi l'utilità del vostro telefono fisso. Venite qui il prima possibile, è urgente." –

Mi preoccupai immediatamente. Quando si trattava delle persone a cui tenevo, soprattutto dalla morte di Colin, avevo quella paura costante di perderli. Di non riuscire a far niente per aiutarli.

Dylan capì immediatamente, poggiandomi delicatamente a terra. Poco prima che potessi allontanarmi però, mi prese una mano.

- Soph, non è stata colpa tua. Non è stata colpa di nessuno. – intuì immediatamente i miei pensieri.

Annuii impercettibilmente, andando di sopra.



Casa di Tom era lontana solo qualche minuto dalla nostra. Avevamo deciso di non allontanarci troppo gli uni dagli altri; eravamo rimasti troppo pochi per poterci permettere il contrario.

- Qual è l'emergenza? – chiese Dylan, non appena entrammo, prima di bloccarsi di scatto, facendomi quasi sbattere contro la sua schiena.

- Dyl perché ti sei... - le parole si bloccarono, non appena vidi Tyler e Gwen seduti sul divano di casa Sangster. La mora, non appena si accorse della mia presenza, corse ad abbracciarmi. A causa del suo trasferimento, erano mesi che non la vedevo.

Ricambiai immediatamente la stretta.

- Che ci fai qui? Non che mi dispiaccia, ma Tom ha parlato di qualcosa di urgente e allora credevo che, insomma... -

Lei mi accarezzò dolcemente una guancia. Sembrava cresciuta così tanto in così poco tempo.

Mi prese una mano e mi fece sedere sul divano, accanto a Tyler, il quale sforzò un sorriso, sotto lo sguardo attento di Dyl. Alzai gli occhi al cielo, non sarebbe mai cambiato.

- Dobbiamo parlarvi. –

- Dobbiamo? – la guardai stranita.

- Già, dobbiamo – Tyler si alzò, affiancando la mia migliore amica, sotto lo sguardo stupito di tutti.

- No, non stiamo insieme – misero in chiaro le cose i due, rispondendo alla nostra tacita domanda.

Sentii qualcuno sospirare di sollievo.

- Allora cosa succede? – nessuno di noi riusciva a capire cosa potesse essere successo.

Dopo un breve momento di tensione, fu il ragazzo a prendere parola.

- Abbiamo motivo di pensare - si passò una mano tra i capelli, nervoso - che Colin sia ancora vivo. - 


THE END


Che ne direste di un secondo libro?


Descendants [Dylan O'Brien / Thomas Sangster]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora