Ero agitata.
Sapevo che era esagerato, insomma, era solo un incontro di studio. Ma era da quella mattina, che avevo un brutto presentimento. Non sapevo se fosse dovuto all' "appuntamento" con Tyler, o alla situazione in generale, ma non riuscivo a togliermi dalla testa che sarebbe successo qualcosa.
Scacciai dalla testa i brutti pensieri. Sospirai , mi avvolsi la sciarpa grigia intorno al collo e mi infilai il solito lungo giacchetto verde bottiglia.
Thomas, seduto sul divano del salotto intento a leggere un libro, diede un' occhiata all' orologio appeso alla parete, poco più su della televisione.
- Esci così presto? - appoggiò la testa sullo schienale, per potermi guardare.
- Già - risposi semplicemente, avviandomi verso la porta.
- E dove vai? -
- A casa di Tyler. -
Inarcò le sopracciglia, con fare confuso.
- Definisci "a casa di Tyler" - fece le virgolette con le mani.
- Niente Tom, appuntamento di studio - alzai gli occhi al cielo. Certe volte diventava davvero iperprotettivo.
- Non mi convince molto la parola "appuntamento"... -
- Di studio - terminai la frase per lui, aprendo finalmente la porta.
Si alzò dal divano e si avvicinò a me.
- Chiamami per qualunque cosa, okay? Ho un brutto presentimento su quel ragazzo. -
Evitai di dirgli i miei pensieri, lo avrei solo fatto preoccupare di più. Così, dopo averlo abbracciato velocemente, uscii di casa.
La casa di Tyler non era molto distante dalla mia, circa quindici minuti, ma non volendo disturbare nessuno, decisi di andare a piedi.
Davanti a me si presentò una villetta color panna, né troppo grande, né troppo piccola, diciamo di giuste dimensioni. Suonai e, dopo pochi secondi, il cancelletto in ferro battuto si aprì. Vidi il ragazzo aspettarmi sorridente sulla soglia della porta. Chissà perché continuavo a preoccuparmi.
Appena entrata, Tyler mi aiutò a levare il giacchetto e mi mostrò la casa. Era semplice, e per questo la trovai davvero stupenda.
- Vado a prendere i libri in camera, tu intanto puoi iniziare ad accomodarti qui in cucina - mi rivolse un altro sorriso, ed andò al piano superiore.
Dopo aver posato le cose, il mio sguardo venne attirato da delle fotografie poggiate su un mobile in legno. Avevo sempre adorato la fotografia, mi affascinava. La maggior parte delle foto rappresentavano i genitori o Tyler da piccolo. Una foto in particolare però, attirò la mia attenzione: un bambino moro con i capelli a caschetto neri come la pece e la pelle olivastra sorrideva divertito e spensierato alla fotocamera. Mi intenerii accorgendomi di quanto Tyler non fosse cambiato nel corso di tanti anni. Ad attirare la mia attenzione fu però, il bambino con cui si abbracciava. Aveva capelli color del grano, furbi occhi azzurri che spiccavano sulla sua pelle bianco latte ed un viso dannatamente familiare. Doveva avere qualche anno in più di Tyler.
- Eccomi - spuntò il moro dalle scale, con tutto il necessario tra le mani.
- Ehi - gli dissi, senza riuscire a distogliere lo sguardo dall' immagine. Lo sentii avvicinarsi. Mi poggiò una mano sulla spalla.
- Tutto bene? - chiese, sinceramente curioso.
- Chi è il bambino con te nella foto? - domandai senza peli sulla lingua. Avevo avuto un' idea, ma non poteva essere possibile. Mille domande giravano nella mia testa.
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Descendants [Dylan O'Brien / Thomas Sangster]
RandomE se una vecchia leggenda, non fosse soltanto tale?