06. Valdangelo

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Quando Leo decise di sciogliere l'abbraccio, Nico non era ancora pronto. Continuò a restare stretto a lui. Leo aveva il corpo caldo, ed era confortevole avere qualcuno da stringere senza secondi fini.

Leo gli accarezzò la schiena, mormorando: «Andrà tutto bene» all'orecchio. Nico tenne gli occhi chiusi, non sapendo se potesse o meno fidarsi di lui. Il tono era dolce, ma le parole gli risuonavano molto più complicate di quanto in realtà non fossero.

Dopo più di venti minuti, Nico lasciò andare Leo e si arrampicò sul letto a fatica. Nascose la smorfia di dolore nel cuscino, e dopo pochi secondi sentì Leo stendersi al suo fianco.

«Vuoi dormire?» domandò Leo, sempre con quel tono dolce e innaturale.

Nico scosse la testa. Era stanco, ma voleva chiudere gli occhi e dormire sapendo di essere solo nella sua cabina.

«Hai fame?» insistette Leo, guardandolo. «Non mangi da parecchio tempo, vero?»

Nico annuì. Lo stomaco gli lanciava fitte dolorose.

Leo annuì a sua volta, e avvicinò il volto al suo. Gli diede un bacio sulla guancia, ma in un modo così dolce che Nico si sentì stringere il cuore e spostò le proprie labbra su quelle di Leo.

Il figlio di Efesto lo strinse a sé mentre gli schiudeva le labbra e gli esplorava la bocca. Nico udì il proprio cuore perdere un battito mentre ricambiava il bacio di Leo. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era Will. Se lo stava baciando di sua spontanea volontà, era da segnare come tradimento?

Leo si mise sopra di lui, continuando a baciarlo con dolcezza. Nico gli mise le braccia attorno al collo, accarezzandogli i ricci e cercando di combattere la sua muta battaglia. Alla fine, si ritrovò a mordicchiare il labbro di Leo, lasciandolo.

Leo si stese subito al suo fianco, arruffandogli i capelli. «Ti porto dei vestiti.» gli disse, sempre con quel tono che non avrebbe mai associato a Leo Valdez.

Nico annuì, e lo guardò andare al suo armadio. Si sentiva strano. Sottosopra, confuso. Era arrabbiato con loro per quanto gli stavano facendo, ma Leo era stato dolce con lui.

«Will sta bene?» mormorò.

Leo prese dei vestiti e li portò sul letto. Un jeans nero consunto, una t-shirt verde scuro e la sua giacca da aviatore.

«Will?» ripeté Leo, guardingo.

«Sì, Will Solace. Il figlio di Apollo biondo.»

«Lo so chi è Will Solace.» sbuffò Leo, ma aveva l'espressione divertita. «È Jason che si è occupato di lui.»

«L'ho sentito urlare.»

«È probabile che Jason lo abbia picchiato per tenerlo calmo.»

«Tu non lo hai visto?»

Leo scosse lentamente la testa.

«Se lo vedi... puoi dirmelo?» sussurrò Nico, mentre Leo gli porgeva la biancheria. «Per favore.»

Leo annuì senza guardarlo.

Nico esitò, ma si vestì. Stava cercando di formulare una specie di piano, un piano doloroso per la sua mente afflitta dal dolore.

Leo gli diede una mano con i vestiti, e alla fine lo baciò un'altra volta.

Le labbra del figlio di Efesto erano calde. Be', tutto in lui era caldo, aveva il dono del fuoco. Nico notò che il suo calore era piuttosto simile a quello di Will. Tenendo gli occhi sigillati, Nico riusciva a pensare di star baciando proprio il suo figlio di Apollo.

I ragazzi di NicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora