17. Will

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Will guardò Leo mentre cercava di medicargli alla bell'è meglio la bruciatura sul suo petto. Era proprio divertente, considerando quello che Leo aveva fatto alla pancia di Nico.

«Hai finito?» borbottò Will, mentre Leo gli premeva sulla ferita una pezza bagnata.

«Ehm, quasi, credo.» rispose Leo, rimettendosi dritto e passandosi una mano sulla fronte sudata. «La carne però è ancora rosso vivo.»

«Ma dai? È una bruciatura. Peggio del tuo fuoco.» Lo spostò via e si mise una garza sulla bruciatura provocatagli da Jason. «Se rivedo il romano, giuro che gli darò un pugno sul naso.»

Leo fece un sorrisetto. «La rima è voluta, o ti è scappata?»

Will inspirò profondamente e prese le bende. Leo lo aiutò a bendarsi lo stomaco, e quando ebbero finito Will restò seduto sul piano di lavoro di Leo, guardandosi attorno.

«Questo sarebbe il tuo bunker, vero?» domandò Will, leggermente ammirato.

«Esatto.» annuì Leo, sorridendo. «Il mio bunker. Anche se in realtà è il bunker di ogni figlio di Efesto che si rispetti.»

«Quindi... perché tu sei qui?»

Leo scosse la testa e fece finta di spingerlo giù dal tavolo. Will quasi scivolò all'indietro per evitare la spinta, e si ritrovarono a ridere insieme.

Poi smisero.

«Lo hanno fatto di nuovo, vero?» mormorò Will, fissando Leo. Stava pensando a Percy, che faceva ingoiare a forza quelle pillole a Nico.

«Sì.» annuì Leo, senza più sorriso, sedendosi vicino a lui. «Mi dispiace.»

«Come... Come possiamo farli risvegliare?» Will si voltò verso Leo. «Come?»

Leo si strinse nelle spalle. «C'è un modo.» disse.

Will assottigliò lo sguardo. «Quello che è successo a te, vero?»

«Esatto.»

«Spiega.»

«Non... Non posso, Will. Mi dispiace.»

Will strinse i pugni fissandolo torvo. «Senti, non me ne frega un cazzo delle tue ragioni. Devi aiutarmi a salvare Nico da quei due maledetti. E mi aiuterai, che ti piaccia o no.»

«Will, piantala. Non posso.»

Will scese dal lettino e lo afferrò per il colletto. Leo non si fece scomporre. Lasciò che la sua mano prendesse fuoco e la tenne sollevata tra di loro. Will si scostò un poco.

«Sei un bastardo.» ringhiò Will. «Siamo sicuri che a te è passata? Per me sei stronzo come sempre.»

«Mi è passata, e non darmi del bastardo, è offensivo per un semidio. E non ho intenzione di dirti come mi è successo. Perché se lo facessi, cadrei addormentato come tutti gli altri!»

Leo si morse il labbro mentre Will sgranava gli occhi.

«Di chi parli?» chiese Will, avvicinandosi di nuovo. Leo spense la mano. «Di chi stai parlando?»

«Di tutti i semidei del Campo.» mormorò Leo, passandosi una mano sul volto e guardandolo con occhi stanchi. «Secondo te, dove sono finiti?»

«Fuori dal Campo per le feste natalizie? Con le loro famiglie?»

«Ah, magari.» sospirò Leo. «Sono tutti nel loro letto, Will. Sono tutti addormentati. E non si svegliano.»

Will deglutì e lo guardò negli occhi. «Hai provato a svegliarli?»

I ragazzi di NicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora