18. Jasico

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Nico si svegliò il mattino seguente, con un forte dolore allo stomaco dovuto alla fame. Sentiva anche nausea e mal di testa. Per non parlare della mano destra. Gli prudeva e bruciava, e quando la guardò, Nico si sorprese nel vederla bendata.

Scese dal letto con passo malfermo. Indossava solo jeans, così tirati in basso che intravedeva i propri boxer. Nico sistemò jeans e cintura e andò al bagno. Si soffermò per studiarsi allo specchio... Aveva un aspetto tremendo. Più del solito, ed era tutto dire.

Dopo una ventina di minuti, Nico uscì dal bagno e cercò dei vestiti puliti. Si vestì e uscì dalla cabina. Dopo qualche metro si chiese dove stesse andando, e rimase fermo a guardarsi attorno.

«Ehi, Nico.»

Il figlio di Ade si voltò, incrociando gli occhi chiari di Jason Grace. Nico gli sorrise spontaneo.

«Ehi.»

Jason gli si avvicinò sorridendo, passandogli un braccio attorno alle spalle.

«Come stai, Nico?» chiese Jason.

Nico si ribellò un po' a quel gesto del tutto amichevole, troppo amichevole, ma si trattenne dallo spingerlo via.

«Ho male alla mano.» disse Nico, mostrandogli le bende. Nella doccia le aveva bagnate, doveva cambiarle. «E non ricordo cosa ho fatto.»

«Ti ho ferito ieri, durante un allenamento.» gli disse Jason, sorridendo, sistemandosi gli occhiali, guidandolo verso la mensa. «Non lo ricordi davvero?»

«Ehm, no. Per niente.»

Nico assunse un'espressione confusa. Perché non ricordava l'allenamento con Jason? E perché non ricordava nient'altro?

«Dove stavi andando, comunque?» si incuriosì Jason, osservandolo.

«In infermeria. Credo.» Nico si guardò le mani. «Devo cambiare la benda.»

«Ti accompagno volentieri, allora.»

Nico annuì e non lo ringraziò. Gli doleva la testa, ma ignorò il dolore sbuffando e affrettando il passo.

«Figli di Apollo?» chiamò Nico, entrando in infermeria, e aggrottando la fronte. «Jason, qui non c'è nessuno.»

«I figli di Apollo sono degli sfaticati assurdi.» annuì Jason, avviandosi verso dei cassetti e cominciando ad aprirli, alla ricerca delle bende. «Ultimamente non li ho mai visti.»

«Solace non è uno sfaticato.»

Jason sgranò gli occhi e si voltò di scatto verso Nico. Il figlio di Ade era appoggiato ad uno dei lettini, attento a sfasciarsi la bendatura. Lo vide digrignare i denti alla vista della garza intrisa di sangue, e la lasciò cadere a terra.

«Per il Tartaro.» fischiò Nico, fissando la ferita. Era lunga e terribile. «Ma stavi cercando di uccidermi?»

Jason non rispose, tenendolo d'occhio. Era impallidito di colpo. Non si era aspettato quelle parole da Nico. Non doveva ricordarsi di Will.

«Che sai di Solace?» chiese Jason, senza riuscire a trattenersi.

Nico si avvicinò a lui, prendendo garze e bende, e del disinfettante. Iniziò a disinfettare la ferita, mordicchiandosi la lingua per non mostrare all'amico il dolore.

«Be', so che è un bel dottore, un figlio di Apollo, e si occupa spesso dell'infermeria.» disse Nico, aprendo e chiudendo la mano e provocandosi altre fitte di dolore in tutto il braccio. «Mi aiuti Jason?»

Jason gli si avvicinò circospetto, sistemandogli la garza sulla ferita che si stava cicatrizzando lentamente, e gli bendò la mano fino a dopo il polso.

I ragazzi di NicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora