14. Jercy

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Jason passò in infermeria a cercare qualcosa per il naso. Si sedette su uno dei lettini posandosi un impacco di ghiaccio sul naso, e si ripulì delle ultime gocce di sangue. Dei, quel ragazzo era mingherlino, ma il suo destro era micidiale!

Appena Leo avrebbe finito con Will, ci avrebbe giocato lui. E no, niente violenza sessuale. Si meritava di peggio. Molto di peggio.

Jason lasciò l'infermeria e si avviò alla mensa. Lanciò un'occhiata alla sua cabina, chiedendosi se Leo lo avesse già portato indietro, o se fossero ancora nel bosco. Sperò di vedere tanti segni di fuoco impressi sulla pelle abbronzata del figlio di Apollo.

Quando arrivò in mensa, trovò Nico seduto al tavolo di Ade intento a mangiare un gelato alle fragole. Era tutto solo. Dov'era finito Percy?

Jason guardò Nico, che gli dava le spalle. Fu sul punto di andare verso di lui quando sentì una mano sul fondoschiena, e un leggero tocco di labbra sul collo.

«Trattalo bene.» bisbigliò Percy, e Jason sorrise tra sé. «Lo abbiamo fatto sulla spiaggia.»

«Oh, bravo, lo hai sverginato.»

Percy ridacchiò contro il suo collo e Jason si voltò verso di lui. Si fissarono per un momento, prima di stringersi con urgenza e baciarsi con passione.

«Aspetta, c'è Nico.» mormorò Jason, cercandolo con lo sguardo. «Potrebbe vederci.»

Percy spinse Jason contro una delle pareti della mensa, controllando Nico. «Ci da le spalle, e si sta godendo il gelato. E poi, Will è con Leo, giusto? Nel bosco. Quindi possiamo lasciarlo un po' solo. Lo apprezzerà.»

Jason annuì, e chiuse gli occhi mentre Percy lo baciava di nuovo. Si perse nel bacio del figlio di Poseidone, che sapeva di mare, come sempre. Ma sapeva anche del figlio di Ade.

«Percy...» mormorò Jason, posandogli le mani sulle spalle, mentre il bruno cominciava a mordicchiargli il lobo.

«Jason?» rispose l'altro, leccandogli l'orecchio.

Jason socchiuse gli occhi. Percy conosceva bene i suoi punti deboli.

«Pensi che a Nico possa interessare una cosa a tre?»

Percy soffocò una risata. «Dei, Jason. Pensava di essere vergine quando ci siamo toccati in spiaggia. Non credo che l'idea di una cosa a tre gli faccia piacere. Probabilmente si butterà in acqua per l'imbarazzo o per la vergogna di aver udito una cosa simile.»

Jason annuì anche lui, soffocando una risata.

Si tennero l'uno all'altro, poi si guardarono di nuovo e si premettero l'uno contro l'altro, gli occhi chiusi, le lingue che si toccavano con violenza.

Percy infilò le mani sotto la maglia del biondo, toccandogli gli addominali e accarezzandogli la schiena. Le dita di Jason si infilarono in fretta sotto la maglia di Percy, andando sempre più in basso, fino a stringergli le natiche sotto i boxer.

Percy sorrise, mordicchiandogli il labbro, e Jason riaprì gli occhi perdendosi in quel mare di verde.

«Ne hai voglia?» mormorò Jason. Con una mano continuava a toccargli il sedere, mentre l'altra la infilò tra i suoi capelli.

«Per te sempre, Grace.»

«Andiamo nella tua cabina?»

«Sì, ma tu voli, io faccio la strada normale.» Percy lo baciò veloce. «E se dovesse venire anche Nico...»

«Lo faremo divertire.» annuì Jason, lanciando un'occhiata alla porta della mensa, che si aprì proprio in quel momento.

Percy si affrettò a spingere Jason, che riuscì a tenere l'equilibrio solo perché si alzò da terra. Percy si nascose dietro il muro, tenendo gli occhi su di lui. Jason si fermò a qualche metro da terra, lontano dalla visuale di Nico che stava uscendo dalla mensa. Teneva le mani in tasca, e si guardava a destra e a sinistra, sbuffando.

I ragazzi di NicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora