Anteprima

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Ogni giorno mi sveglio con quel senso di colpa, diamine!

Tutti mi odiano, in famiglia, a scuola. Mi sento sempre di troppo: nei giochi di società, in un discorso, in una chat di gruppo, nelle uscite...

Ogni volta penso che se io non ci fossi, la vita degli altri migliorerebbe: in famiglia ci sarebbe una bocca in meno da sfamare, non dovrebbero sgolarsi nei litigi per colpa mia, a scuola potranno far mettere al mio posto una ragazza più studiosa, non dovranno imparare il mio nome e cognome, non dovranno crearsi problemi per aggiungermi in un gruppo di classe per una ricerca...

Mi sento un problema, ma la verità è che lo sono. L'unica persona che veramente crede in me e che mi da la forza di andare avanti è mia madre, senza di lei non saprei davvero come fare, soprattutto adesso che ci siamo trasferiti a casa di mia zia. Lì sono considerata il meno della famiglia, proprio come se non esistessi.

Mi chiamo Ashley Brad, ho diciotto anni e devo fare l'ultimo anno delle superiori. Sono un po' bassina, ho i capelli castani, occhi color nocciola e ho un fisico normale, con i soliti fianchi un po' larghi, con un po' di pancetta e anche un po' di smagliature, ma non per questo non mi senta bene con il mio corpo, sto bene, mi paccio ed è questo ciò che conta.
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<<Ash!>>Mi chiama mia madre dal piano di sotto, mentre sto finendo di fare i compiti.
<<Arrivo!>>Poso la matita sul libro di aritmetica e scendo al piano di sotto. <<Dimmi.>>Dico entrando in cucina dove sta lavando i piatti, mentre mia zia è stesa comodamente sul divano con una rivista in mano.

<<Cosa vorresti da mangiare stasera?>>Mi chiede con il suo solito tono dolce.

<<Stasera voglio mangiare un bel pollo.>>Dice mia zia entrando in cucina per poi aprire il frigorifero come se nulla fosse.

<<Va bene. Ash, ti andrebbe il pollo?>>Mi chiede mia madre.
<<Cer..>>Esito, ma vengo interrotta da mia zia.
<<Lo vuole o meno, lo cuciniamo lo stesso>>Dice con tono secco guardando fisso negli occhi mia madre, per poi ritornare sul divano.

<<Stronza.>>Dice mia madre a bassa voce ritornando a pulire i piatti.
<<Mamma, quando ce ne andremo?>>Gli chiedo a bassa voce aspettandomi la solita risposta.
<<Non abbiamo la possibilità di andarcene, tesoro, tuo padre... Lo sai, non ci ha lasciato niente, ha dato tutto a lei e, con quello che ci rimane, non riusciremo mai a pagarci un affitto.>>

Mio padre, se così si può chiamare, è morto due anni fa e come eredità ci ha rimasto pochi spiccioli, il resto ha dato tutto alla sorella.

I rapporti con mio padre non erano dei migliori, ma nemmeno dei peggiori, fin quando non iniziava a bere fino ad ubriacarsi e spaccare tutto e a prendersela con chiunque. Probabilmente è stato proprio l'alcool ad ucciderlo.

Ciò che ci ha rimasto, mia madre li ha conservati per mantenermi gli studi e, nonostante io abbia cercato di aiutarla economicamente cercando un lavoro, non ne ha voluto sapere.

<<Vuoi un aiuto?>>Gli chiedo.
<<No amore, sta' tranquilla, continua a studiare.>>Dice sorridendomi, ma si vede che quel sorriso è finto. E' distrutta, si può notare da lontano un miglio. Qui dentro lei è considerata come la Cenerentola della casa, mentre io l'inutile figlia di quest'ultima.

Faccio come mi ha detto e ritorno in camera mia a finire di studiare.

Finiti i compiti, scendo al piano di sotto a controllare la situazione e trovo mia zia dormire nella sua stanza e mia madre sul suo pc a lavorare. Decido di sedermi sul divano a guardare la tv e, dopo un poco, mi raggiunge anche mia cugina, Emily.

Io e lei non abbiamo un buon rapporto, ma nemmeno brutto, solo che a volte è simpatica, altre volte diventa una vipera. Nonostante io abiti qui da un bel po' ormai, non ho ancora capito questo suo trasformamento improvviso.

Iniziamo a parlare sulla puntata trasmessa in TV, fin quando non viene mia zia che inizia a lamentarsi su cose che non hanno nulla che non vada. Semplicemente ama lamentarsi su tutto e dare poi la colpa a mia madre.

All'improvviso Emily mi strappa il telecomando dalle mani e cambia canale.

<<Ma stavo vedendo io.>>Dico.
<<Appunto, stavi. Ora sto vedendo io.>>

Inizia a guardare uno di quei programmi stupidi creati apposta per il suo minuscolo cervello - amesso che ne abbia uno-  e decido di andare da mia madre che sta lavando i piatti di stasera.

<<Mamma, vuoi che ti aiuti?>>Le chiedo.
<<No, tesoro, tranquilla, vai a dormire piuttosto, che domani devi andare a scuola.>>Mi dice.

All'improvviso noto che si tocca il petto e sento che il sangue mi sta arrivando al cervello.
Mia madre soffre di cuore, quindi non può stancarsi troppo.

<<Mamma!>>La chiamo andando subito nel panico.
<<Sto bene, sto bene, tranquilla tesoro. È stato solo un momento.>>Dice ricominciando a pulire i piatti.

La guardo, fin quando non mi alzo le maniche e faccio sì che si sposti per prendere il suo posto.

<<Mamma, vai, finisco io qui.>>
<<No, davvero Ash, vai a dormire.>>
<<Lo sai meglio di me che se c'è una persona che dovrebbe andare a dormire, quella sei tu. Quindi vai, finisco io qui.>>
<<Va bene, però non fare tardi. Buonanotte amore.>>Mi bacia la fronte ed io chiudo gli occhi per il suo dolce tocco.

Quando finisco vedo Emily che parla al cellulare mentre sta continuando a guardare la TV e mia zia chissà dov'è.

Decido di andare a dormire ma, prima di entrare nella mia stanza, passo per quella di mia madre. Entro e la vedo dormire dolcemente. Chiudo lentamente la porta e vado nella mia stanza 

Mi metto nel letto con le cuffie nelle orecchie ad ascoltare musica fino ad addormentarmi immaginandomi, come ogni sera, una vita migliore per me e per mia madre.

You are my AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora