Ricordo perfettamente quel giorno... Ero appena uscita da scuola e chiamai mia madre per avvisarla del mio ritorno, ma non mi rispose lei...
<<Ashley>>Risponde una voce per niente simile a quella di mia madre.
<<Emily, mia madre dov'è?>>Chiedo un po' nel panico. E' davvero strano che mia mamma abbia fatto rispondere Emily.<<Dove sei?>>Mi chiede velocemente, senza rispondendomi. Sembra in ansia.
<<S-Sto venendo, perchè? Mamma dov'è?>>Inizio a preoccuparmi seriamente.
<<Vieni a casa, tua mamma si è sentita male.>>Dice staccandomi il telefono in faccia, forse perché già sapeva delle tempestose domande che gli avrei posto.Sono pietrificata, mi prendo pochi secondi per rimettere a posto i pezzi e correre a casa. È come se le mie gambe si orientassero da sole.
Arrivata sotto casa con il fiatone, trovo un'ambulanza e due persone con il camice bianco che portano una barella con un su mia madre e vado verso di lei disperata.
<<Mamma! Mamma!>>Gli urlo già in lacrime.
<<Signorina, stiamo lavorando qui.>>Mi rimprovera uno dei medici che porta la barella.
Mi spostano leggermente e fanno salire la barella sull'ambulanza e, prima che una donna possa chiudere, mi avvicino.
<<Posso venire con voi? La prego!>>Chiedo a questa dottoressa, disperata.
<<È un parente?>>Mi chiede con tono comprensivo.
<<E' mia madre.>>Le dico in lacrime tra i numerosi singhiozzi. La donna mi porge la sua mano e mi aiuta a salire sull'ambulanza.Mi avvicino a mia madre asciugandomi le lacrime, non vorrebbe vedermi in questo stato.
<<Che cos'ha avuto? E' viva? Ce la farà?>>Chiedo impaziente, alla stessa dottoressa che prende vari strumenti insieme ad un suo collega.
<<Non possiamo ancora sapere cos'ha se prima non la controlliamo.>>Dice con tono abbastanza dolce.Decido di non parlare più per non dar fastidio a nessuno e mi limito a mantenere la mano a mia madre che sembra dormire dolcemente.
La dottoressa è una donna di mezz'età, ha i capelli neri e gli occhi azzurri, ha un fisico asciutto e ha una voce molto dolce.
Arrivati all'ospedale continuo a tenerle la mano, fin quando la dottoressa non mi ferma per non farmi entrare in una sala dove altri medici stanno portando mia madre.
<<Aspetta qui.>>Mi dice frettolosamente.
<<No! Dove la state portando? Come sta?>>Chiedo urlando ricominciando a piangere mentre mi mantengo come una bambina capricciosa al suo braccio.
<<Ascolta, che tu ti disperi è tutto inutile, lascia fare a noi. Rimani qui e mantieni la calma, quando avremo notizie uscirò personalmente ad aggiornarti su tutto, okay?>>Mi spiega, non smettendo nemmeno per un secondo di guardarmi negli occhi. I suoi occhi sembrano sinceri e allora decido di annuire, mentre seguo con gli occhi i suoi spostamenti mentre va nella sala dove hanno appena portato mia madre.Vado avanti e indietro per il reparto per calmare quest'ansia che mi sta mangiando viva ma, nonostante stia provando con tutte le mie forze a non pensarci, è tutto inutile. E' come se fosse benzina sul fuoco.
Vedo tantissimi dottori, molti a cui chiedo aggiornamenti sulle condizioni di mia madre, ma nessuno sa dirmi niente.
Parole, parole, tante parole, ma io continuo a non vedere mia madre.
Sono passate ore da quando mia madre è entrata in quella stanza, ore che sono seduta a terra con le mani nelle mani, ore che continuo a chiedere ai dottori di mia madre, ma nessuno sa dirmi niente, ore che mia zia non mi chiama per sapere se mia madre è ancora viva o se io stia bene, ore che sto impazzendo, ore che vedo facce di parenti devastanti che non aiutano affatto...
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You are my Angel
Fanfiction|Si sedette e lo guardò. Era bello come sempre, le sue mani nervose che l'avevano fatta sentire al sicuro così tante volte, il suo modo di guardarsi intorno, il suo essere così perfetto senza nemmeno sforzarsi.| "Avrei pensato a lei per il resto del...