La sveglia suona ed io mi devo alzare dal letto per andare in libreria.
E' il mio primo giorno di lavoro e non vedo l'ora di mettermi già all'opera. Sono abbastanza elettrizzata e spero di non combinare nessun macello, come il mio solito.
Vado in cucina, preparo la colazione e, mentre il latte si cuoce sul fuoco, vado in bagno a vestirmi. Fortunatamente ho preparato i panni la sera precedente prima di andare a dormire, per non fare tardi e perché già so che la mattina non ho nemmeno la forza di aprire l'anta dell'armadio.
Ho preso una maglietta bianca con delle scritte nere e un jeans nero che, dopo una serie di imprecazioni e robe del genere, finalmente è entrato, e delle scarpe da ginnastica bianche. Mi sistemo i capelli sciolti con un ciuffo davanti e vado a fare colazione. Non vedo l'ora di potermi, finalmente, vestire con dei panni da donna.
Provo a non fare rumore per non svegliare gli altri che stanno ancora dormendo.
Dopo aver fatto colazione lascio un post-it per i ragazzi, con su scritto che sono scappata al lavoro, prendo il cellulare, le chiavi ed esco.
Vado in libreria a passo lento dato che, stranamente, sono in anticipo.
Non sono mai stata una ragazza puntuale, tardo in qualsiasi occasione, persino per le cose importanti, ma ho deciso di cambiare, devo iniziare ad essere più matura su questo.
Quando arrivo, Sasha sta sistemando i libri messi in disordine dalle persone che non si degnano di posarli da dove li hanno presi.
<<Buongiorno.>>La saluto e lei si gira verso di me, dato che non si era per niente accorta della mia presenza.
<<Ehi, ciao.>>Mi sorride venendo verso di me con il grosso carrello con dentro i libri da posare.
<<La signora Clara ancora deve arrivare?>>Le chiedo.
<<No, ma sta per arrivare. Se vuoi puoi anche iniziare.>>
<<Bene, allora dimmi cosa devo fare.>>Dico sorridendogli eccitata.Dopo che Sasha mi ha spiegato cosa devo fare, inizio a girovagare, con il grande carrello pieno zeppo di libri, per gli enormi scaffali a posare quest'ultimi nei loro rispettivi reparti. Il mio lavoro qui non è nient'altro che aggiustare i libri nel modo giusto, controllare che nessuno li rovini o se li prenda e, se c'è bisogno, aiutare alla cassa.
La libreria è abbastanza grande, tanto da perdersi, ma fortunatamente mi sono già ambientata e memorizzato alcuni reparti.
<<Dimmi un po'... Mi hai detto che abiti con degli amici, giusto?>>Dice Sasha, avvicinandosi a me mentre sistemo lo scaffale dei Classici.
<<Uhm... Sì.>>Dico porgendole un sorriso per poi ritornare ai libri. Spero che non voglia parlare della mia vita, anche se so che un giorno lo dovrò fare.
<<Come mai abiti con loro?>>Mi chiede. Ecco, lo sapevo.<<Uhm...>>Ci penso un po' prima di risponderle. So che, ormai, non posso nascondere nulla, ormai lavoro qui e non è giusto che abbiano una ragazza con loro senza sapere da dove viene. <<Quando ho perso mia madre mi hanno ospitata loro.>>Dico saltando la parte della zia cattiva, del parco e dell'incontro -non molto accogliente- con i ragazzi. Mi fermo per un'attimo ricordandomi di quel giorno straziante, ma scuoto la testa per dedicarmi a quello che stavo facendo.
<<Oh... Mi dispiace, non pensavo...>>Dice, ma la interrompo immaginandomi già le solite cose che sta per dirmi.
<<Tranquilla, è tutto okay.>>Gli sorrido.
<<Beh... Ti trovi bene con loro?>>Dice sorridendomi, appoggiando i gomiti sul carrello e guardandomi come una bambina guarda la propria madre mentre gli racconta una favola.
<<Sì, c'ho messo un po' ad ambientarmi ma ci sono riuscita, ed è questo quello che conta.>>
<<Meno male, sono felice che hai avuto i tuoi amici in un momento così... Delicato e difficile.>>Dice come se non avesse parole per descriverlo, in effetti ne sono accorta anch'io.
<<Anch'io, sono state le uniche persone che mi hanno aiutato e gli sono molto grata.>>
<<E dimmi... C'è qualcuno carino?>>Dice facendo uno sorriso malizioso.
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You are my Angel
Fanfiction|Si sedette e lo guardò. Era bello come sempre, le sue mani nervose che l'avevano fatta sentire al sicuro così tante volte, il suo modo di guardarsi intorno, il suo essere così perfetto senza nemmeno sforzarsi.| "Avrei pensato a lei per il resto del...