Capitolo 4.

35K 1.3K 26
                                    

Mi svegliai sentendo un gran caldo.

Ero schiacciata fra il materasso e il corpo di Asher che mi avvolgeva dovunque.
Le sue braccia erano strette alla mia vita, avevamo le gambe intrecciate in un groviglio, la sua testa sul mio petto e i suoi capelli mi solleticavano il viso.
Tutto molto romantico, se non fosse stato per la sua coscia, che mi premeva da morire sulla vescica.

Dovevo andare in bagno. Subito.
Cercai di sgusciare fuori dalla sua stretta ma non riuscii a muovermi di un millimetro.
Emisi un gemito di frustrazione e vidi la sua testa muoversi leggermente.
"Tay..?"
Aveva la voce roca, l'avrei trovato dolcissimo, così mezzo addormentato, ma non avevo tempo per fantasticare.
"Asher ti prego lasciami devo andare al bagno."
"Hmm...no. Sei troppo comoda."
"Asher!"
Si scostò ridendo e io corsi in bagno, e come se non bastasse ci mancò poco che scivolassi sopra il tappeto.
"Però vedi di non metterci un'eternità altrimenti vengo a prenderti!"
Sbuffai sonoramente per dimostrargli il mio disappunto ma non servì a nulla.
Due minuti dopo mi stava già chiamando come un bambino capriccioso.
"Taay, che fine hai fatto?"
Mi ero sciolta i capelli che avevo tenuto raccolti, mi ricadevano in onde morbide fin sotto il petto: una volta tanto avevano deciso di assumere una piega accettabile.
Uscii esasperata e mi rituffai a letto, lui non perse un attimo e mi strinse di nuovo stampandomi un lungo bacio sulla guancia.
"Hmm...sai sto pensando di restare a letto tutto il giorno."
"Mi avevi promesso che mi avresti accompagnata a casa." gli feci notare con parecchio disappunto.
"Si, si. Dopo però, stiamo qui un altro po'."
La sua mano scorrerva dolcemente sulla mia schiena mentre con un braccio mi stringeva al suo petto, tenendo la fronte appoggiata alla mia.
Mi sentivo in pace come non mai.
"Magari solo un po'." la mia voce era strana... stavo per sciogliermi, ne ero sicura.

"Tay..?"
"Hmm..?"
"Dici che è troppo presto se ti bacio? Perché se non vuoi che lo faccia è meglio se ci alziamo."
"Non ho voglia di alzarmi." mi sorpresi della mia risposta, ma non me ne pentii per niente, volevo sentire la sua splendida bocca sulla mia ed era stupido rimandare qualcosa che sarebbe successo di lì a poco, sbaglio?
"Ai vostri ordini Mia Signora."
Sorridemmo entrambi prima che le sue labbra si posassero dolcemente sulle mie.
Per un attimo non sentii altro se non quel contatto, non c'era più nient'altro al di fuori di quel bacio.
Quando riacquistai lucidità le mie braccia erano avvinghiate al suo collo e le sue mani erano dovunque: sulle mie guance, fra i  capelli, sulla schiena, sui miei fianchi... com'ero vissuta fino a questo momento senza tutto ciò?
Asher tentò di approfondire il bacio e lo lasciai fare senza alcun rimorso, eravamo sempre più affamati l'uno dell'altra: più si avvicinava più cercavo di trarlo a me.
Ad un certo punto però si ritrasse di scatto lasciandomi imbambolata ed un po' offesa.
"Piccola se non vuoi andare oltre meglio fermarsi, non so quanto ancora potrei resitere senza perdere il controllo."
Osservai i suoi muscoli contratti all'estremo e lasciai la presa su di lui.
Mi voleva davvero così tanto?
Io lo volevo fino a quel punto?
Non c'era bisogno che qualcuno mi dicesse che ero arrossita sino alla punta delle orecchie. Sapevo benissimo di esserlo e sapevo benissimo che potevo concedermi di baciare Asher fino allo sfinimento ma non potevo dargli quello che voleva, non in quel momento.
Non ero ancora pronta e in fin dei conti non ci conoscevamo nemmeno.
Gli baciai teneramente la guancia ricoperta da una leggera peluria e lo guardai cercado di mantenere la calma.
"Se mi accompagni a casa possiamo anche discuterne."
Non volevo apparirgli come la candida ragazzina di diciotto anni che non era mai stata sfiorata, perciò decisi che se mi avesse dimostrato che potevo amarlo per sempre e che lui avrebbe fatto lo stesso non c'era alcun motivo per tenerlo lontano.
"Discuterne?"
"Non farti strane idee Alfa, potrebbe succedere anche tra cinquant'anni, e chi lo sa, se mi fai arrabbiare forse anche mai."
Lo vidi diventare bianco come un cencio e iniziai a ridere come una pazza.
"Dio Taissa non dirmi cose del genere."
"Guarda che non scherzo!"
"Smettila, non è divertente."
Per lui non lo era di certo visto com'era impallidito ma io non riuscivo a smetterla di ridere, per una volta avevo il coltello dalla parte del manico e forse sarei addirittura riuscita ad andarmene a casa da sola ricattandolo con questa scemenza.
"Se scendo a trent'anni mi lasci andare a casa da sola?"
"No, se scendi a un minuto forse però protrei pensarci."
"No allora preferisco che mi accompagni." gli diedi un sonoro bacio a stampo e filai in bagno a cambiarmi.

Gentilmente Megan mi aveva prestato alcuni vestiti puliti così non dovevo andarmene in giro con un paio di jeans strappati e una camicetta sporca di sangue.
Salii sulla bellissima, costosissima e super lussuosa auto di Asher, che non aveva voluto sentir ragioni sull'andare a piedi, perché voleva 'sbrigare la faccenda in fretta' e alla fine avevo concordato, così almeno avrei potuto prendere i miei vestiti.
"Sei arrabbiato?"
Dalla villa a casa mia c'era circa un'ora di strada ed mi stavo annoiando da morire perché Asher non mi rivolgeva la parola, e per di più non voleva che accendessi la radio.
"No."
Non lo avevo ancora visto così.
Era lontano, assente e distaccato, esattamente l'opposto del ragazzo solare e dolce che avevo conosciuto fino a due ore prima.
E seduta com'ero non potevo nemmeno guardarlo negli occhi per cercare di capire che gli passasse per la testa.
"Puoi fermarti un attimo?"
Senza proferire parola accostò poco dopo in una piazzola di sosta.
Per essere sicura che non mi evitasse per precauzione tolsi le chiavi dal quadro e le tenni strette.
"Che hai?" gli chiesi.
"Che fai piuttosto."
Cercó di riprendersi le chiavi e facendo la prima cosa che mi venne in mente me le infilai nel reggiseno.
"Taissa! Ma che diavolo?!"
"Puoi dirmi che cos'hai o io mi tengo le tue chiavi, scendo e ti pianto in asso."
"Credi che non abbia il coraggio di prenderle da lì?"
Si allungò verso di me ma mi ritrassi, spalmandomi addosso alla porta.
"Non provarci!"
Stava tenendo le mani strette a pugno, e pensai che se non si fosse trattato di me probabilmente mi avrebbe sbranata viva.
"Dammi. Le. Chiavi."
"Dimmi che cos'hai."
"Niente maledizione!"
Diede un pugno al volante talmente forte da farmi sussultare, sentii il bisogno di allontanarmi da lui.
Feci per aprire la porta dell'auto ma lui mi prese un polso.
"Non credo di poter resistere cinquant'anni." disse senza riuscire a guardarmi.
Mi sembrò un bambino triste che piange perché non riesce a farsi comprare un giocattolo dai genitori. 
Forse avevo un po' esagerato, fare quel passo era molto importante perché consolidava il legame tra due compagni e io gli avevo praticamente detto che quel momento non sarebbe mai arrivato.
"Non dovrai aspettare cinquant'anni brutto stupido...ma comportati ancora così e potrei riconsiderare l'idea."
"Quanto sei polemica, mi farai diventare matto."
Per fortuna si era calmato.
Sorridendo -probabilmente come un ebete- presi le chiavi e gliele porsi per fargli capire che andava tutto bene.
Le prese come se fossero un tesoro inestimabile.
"Beate loro."
Se le rigirava fra le mani e io mi coprii il viso imbarazzata fino al midollo.
"Smettila!"
"Baciami allora."
"No! Sei un pervertito!"
"Taissa vuoi che mi arrabbi di nuovo?"
"Lo vedi che prima eri arrabbiato!"
"Oh smettila."
Mi tolse le mani dalla faccia e mi ritrovai la sua bocca famelica addosso. Mi diede un bacio che mi tolse il fiato, niente a che vedere con quelli di stamattina...questo era passione pura.
Quando si staccò -troppo presto- avevo perso la capacità respirare, lui se ne accorse e un sorriso soddisfatto gli comparve sulle labbra.

"Sei un mostro."
"Mai detto il contrario piccola."


Angolo autrice ♥

Sono riuscita ad aggiornare :)
Questo capitolo non ha portato a molto, è più una fase di passaggio ma spero comunque che vi sia piaciuto :)

Capitolo revisionato: 19 / 05 / 2016

in my veins.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora