Capitolo 14.

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Dalla finestra filtrava una luce tenue, strinsi gli occhi e cercai di sgranchirmi le ossa ma non riuscivo a muovermi.
Mi rigirai nel letto trovando il volto addormentato di Asher ad un centimetro dal mio.
Sembrava così sereno ed in pace mentre dormiva, l'opposto del volto imperioso e corruciato che gli vedevo sfoggiare quando si trovava in presenza di altri.
Mi ritrovai a pensare alla notte precedente e non potei fare a meno di arrossire, cosa avrei fatto quando si sarebbe svegliato?
Visto che sembrava stanco morto provai a divincolarmi dalla sua stretta senza fare movimenti troppo bruschi.
Ero riuscita a staccarmi, pronta a raggiungere il bagno per mettermi qualcosa addosso e recuperare un po' di lucidità.

Ma il suo braccio scattò sul mio bacino trascinandomi di nuovo sul letto.
"Dove pensi di andare?"
"In bagno."
Andai in panico quando si spostò sopra di me ancora con gli occhi mezzi chiusi, il suo viso premuto contro il mio collo.
"Perché ho l'impressione che tu mi stia mentendo?"
"P...perché dovrei farlo?"
"Questo dovresti dirmelo tu...sembra che il tuo cuore stia per esplodere Tay."
Poteva giurarci.
"Non...non ti sarai pentita vero?"
Scattò a guardarmi preoccupato.
"Cosa? No..no, non pensarlo nemmeno."
Gli accarezzai una guancia per rassicurarlo e lo vidi rilassarsi all'istante.
"Allora perché stavi sgattaiolando via come una ladra?"
"Non volevo svegliarti."
Era una mezza verità ma non volevo metterlo al corrente del mio imbarazzo, conoscendolo sapevo già che me ne sarei pentita.
"Hmm...ok."
Rotolò sulla schiena permettendomi di alzarmi.
Presi la sua t-shirt e me la infilai rifugiandomi in quello che ormai era il mio santuario.
Stavo per mettere lo shampoo quando sobbalzai a causa di una corrente d'aria fredda che mi colpì un fianco.
"C'è posto anche per me?"
Mi appiattii contro la parete della doccia, il più lontano possibile da lui, ringraziando i miei capelli che mi aiutavano a coprirmi un po'.
"Dio, mi hai spaventata da morire."
Sorrise attirandomi a sè sotto il getto d'acqua, riluttante mi lasciai avvicinare anche se probabilmente sembravo una che sta per avere un attacco isterico.
"Era da un po' che sognavo di farlo...tutte le volte in cui ti ritiravi qui dentro ad essere sinceri."
"E adesso hai deciso che puoi?"
Lo guardai spavalda anche se mi sentivo tutto il contrario.
"Oh puoi giurarci, adesso chi si trattiene? Dovevi pensarci, prima di lasciarmi fare certe...cose."
Emisi un gemito di frustrazione che lui bloccò subito sigillando le nostre labbra in un bacio dolce, di quelli che fermano il tempo, che non si capisce se durano un secondo o dieci anni, un minuto o in eterno.
Poi però iniziò a perdere il controllo stringendomi a se con forza e riluttante richiamai la sua attenzione.
"Vedi di non farti strane idee, dobbiamo scendere tra dieci minuti, oggi abbiamo da fare."
"E tu non provocarmi."
"Io non ti sto provocando."
"Si che mi stai provocando!"
"Guarda che sei stato tu ad entrare qui dentro."
"Non posso darti torto."
"Togliti quel sorrisetto dalla faccia, ho detto che adesso non è il momento, o fai la doccia o esci fuori!"
Gli puntai il getto d'acqua in faccia facendolo trasalire e guadagnandomi un occhiataccia.
Scoppiai a ridere, dimenticandomi completamente di essere sotto la doccia con lui e che eravamo entrambi nudi.
Non mi importava.
Non volevo che se ne andasse, non volevo più stare sola, volevo solo lui, con me.

Inutile dire che dopo la mia trovata Asher mi lasciò andare, i dieci minuti divennero venti e dovetti anche ricattarlo o probabilmente non saremmo più usciti da quella stanza.

La casa era piena di licantropi, tutti pronti a darci una mano.
Se c'era una cosa positiva nel far parte di questo mondo era che tutti si consideravano parte della stessa famiglia.
Anche se esistevano diversi branchi con diversi Alfa, la maggior parte era pronta a supportarsi nel momento del bisogno e ne avevo la prova davanti agli occhi.
Ero profondamente grata per questo.

"Asher!"
Sentii squittire quella che doveva essere una..ragazza?
Mi voltai verso il mio compagno che al momento era stretto tra le grinfie della suddetta signorina.
Riuscii a stare calma soltanto perché nemmeno lui sembrava contento di trovarsi lì.
"Tesoro! Quanto tempo!"
Mi intromisi bruscamente quando la vidi allungarsi verso di lui per baciarlo.
"Proprietà privata, tesoro." la ammonii.
Lei indietreggiò scioccata.
"Anche tu ti sei fatto abbindolare?! Non posso crederci...il grande Asher messo al guinzaglio! E pensare che ci divertivamo da matti insieme."
"Karen non osare rivolgerti a me in questo modo!"
Mi scansò per pararsi difronte a lei con fare minaccioso.
"Uffa ho tutto il diritto di lamentarmi! Prima Jonathan e adesso tu!"
La conoscevo da cinque secondi e già la odiavo.
"Non mettermi immezzo Karen, sei solo una puttana."
Jonathan si avvicinò a noi incenerendola con lo sguardo.
Gli avrei battuto il cinque.
"Come mai è così facile per voi dimenticare il passato? E pensare che siete stati quasi con metà delle ragazze qui dentro!"
Sapevo bene che le sue parole erano rivolte più a me che a loro, voleva ferirmi, voleva che mi allontanassi da Asher per avere campo libero, ma si sbagliava.
"Jonathan di che sta parlando?"

Mi voltai verso quella voce così flebile, che sembrava sul punto di spezzarsi.
Era una ragazza poco più bassa di me, snella e molto carina, aveva dei capelli color cioccolato lunghi fino alle spalle e due occhioni azzurri che le donavano un viso dolcissimo.
Capii dalla sua espressione addolorata che era Shay, nessuno apparte noi due poteva reagire in quel modo ad una notizia simile.
Jonathan rimase stordito nel vederla il tempo necessario perché lei si voltasse e corresse via.
Cercó di inseguirla ma lo fermai.
"Vado io, voi preoccupatevi di far star zitta quest'oca giuliva prima che torni."
Asher mi bloccò afferrandomi un polso.
"Tay..."
"Noi siamo apposto Asher, ne parliamo dopo."
Seguii Shay in giardino e la affiancai velocemente.
"Hey, fermati è pericoloso addentrarsi nel bosco di questi tempi."
La fermai prima che si spingesse troppo in là.
"Lo è anche diventare la compagna di un licantropo."
La sentii tirare su col naso, stava piangendo e accidenti la capivo benissimo.
Ci sedemmo su un vecchio tronco d'albero, sotto un pino.
"Tranquilla, non pensare troppo a quello che ha detto quella vipera, l'ha fatto solo perché noi eravamo lì."
"Lo so ma mi far star male a pensarlo con un'altra."
"Ti capisco, credimi. Ma allontanarsi da loro non è una buona idea."
"Già, fa parecchio male."
"Non solo per questo...insomma ormai siamo legati e il passato è passato. Perché soffrire per qualcosa che non ci riguarda?"
"Ma fa male comunque."
"Ed è giusto così, altrimenti non li ameremmo...non credi?"
Ero riuscita a farla pensare anche se anche per me era difficile.
L'istinto mi diceva di rompere qualcosa ma la testa cercava di farmi vedere la questione sotto altri aspetti.
"Spero per lui però che non ripeta lo stesso errore in futuro."
"Se fosse così chiamami che penso a dargli una lezione, anche se credo ti ami troppo anche solo per pensarci."
"Tu dici?"
Le si erano illuminati gli occhi.
"Certo! Basta vederlo quando parla di te..comunque da sbadata come sono non mi sono nemmeno presentata, Taissa Farwayl."
Le allungai la mano.
"Shay Hallam."
"Credo che diventeremo ottime amiche visto che siamo sulla stessa barca" le feci un sorriso d'incoraggiamento.
"Lo credo anch'io e grazie di cuore, ero venuta qui perché Jonathan mi mancava da morire e sentire quelle parole...è stato come ricevere un pugno in faccia." disse tristemente.

Stavo per dirle che aveva fatto male a venire, che era meglio tornasse a casa, perché eravano nel bel mezzo di una guerra, pronti a combattere ormai e mancava poco.
Ma non ci riuscii.
Non potei farlo perché qualcosa mi scagliò a terra.
Qualcosa affondò nel mio collo squarciandomi la carne.
Qualcosa mi fece perdere i sensi.



Angolo autrice ♥

Prossimo aggiornamento a 40 voti.
Come al solito perdonate eventuali errori, fatemi sapere che ne pensate.
Buona lettura ♡

Capitolo revisionato: 20 / 05 / 2016

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