Capitolo 5.

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"Ecco quella è casa mia."
Ero così felice di essere finalmente a casa che iniziai a pensare ad un modo per convincere Asher a lasciarmi qui.
Forse se gli avessi promesso di andare da lui qualche ora al giorno.. ma era meglio fare una cosa per volta.
"Tu vivevi qui?"
"Non vivevo Asher, vivo."
"Vuoi che mi arrabbi di nuovo?"
"No.." quanto era permaloso.
Scesi indispettita e presi le chiavi di scorta che tenevo nascoste in un vaso.
"Sai che tenerle lì non è esattamente raccomandabile vero?"
"Oh vedi di piantarla!"
"Qualcuno è di cattivo umore?"
"Sì! Visto che qualcuno non la smette di comportarsi in modo infantile!"
Presi ed entrai senza preoccuparmi di fare gli onori di casa, si stava comportando come un bambino e non avevo nessuna voglia di dagli corda.
Decisi che non avevo affatto bisogno del suo consenso per rimanere, doveva farsene una ragione, sarei rimasta nella mia casa e l'avrei visto quando e se lo avessi voluto.
Mi fermai in cucina e pensai al da farsi.
Dovevo cercare gli altri e capire che fine avessero fatto visto che non rispondevano al telefono.
"Devo andare a casa di Cage, magari sua madre sa qualcosa."
"Chi è questo Cage?"
"Il mio Alfa...cioè, era."
Realizzai solamente allora che Cage aveva smesso di essere il mio Alfa perché Asher era diventato il mio compagno, di conseguenza non potevo stare con lui e appartenere ad un altro branco allo stesso tempo.
Venni assalita dalla tristezza, al pensiero di non poter più avere indietro la mia vecchia vita... non mi era stata data nemmeno la possibilità di scegliere.

"Tay? Sei ancora con me?"
Asher si era avvicinato intrecciando le dita della sua mano alle mie senza che me ne accorgessi.
"S..sì, scusami." bastò quel tocco leggero per farmi capire che lui però era più importante di qualsiasi cosa.
"È lui che ti ha trasformato? Questo Cage?"
"Sì è stato lui, ma non l'ha fatto di proposito."
"Cosa significa?"
"Te lo spiego un'altra volta, andiamo adesso, sua madre abita qui a fianco."

Quando Daliah mi vide davanti a sé non notò nemmeno Asher e mi abbracciò per poi scoppiare a piangere.
Una reazione del genere non portava a nulla di buono.
"Grazie al cielo Taissa almeno tu!"
"Daliah, dov'è Cage?"
"Non lo so tesoro, anche gli altri...scomparsi."
"Anche gli altri? Vuoi dire che nessuno di loro è tornato indietro!?"
"No mia cara, c'è qualcosa nella foresta, qualcosa di terribile."
Mi sentii avvolgere da un gelo improvviso, coscente del fatto che Daliah non si sbagliava.
Sapevo che c'era qualcosa e anche Asher ne aveva il sospetto.
Lo sentii irrigidirsi e serrare i pugni.
"Lo troveremo signora, li troveremo."
Lei sembrò finalmente accorgersi della sua presenza e lo guardò esterrefatta.
"Taissa...non mi dirai che..."
"Sì sono il suo compagno." aveva un ghigno soddisfatto sul volto, in contrasto con la tensione che emanava il suo corpo.
"Un Alfa? Però sapevo che eri destinata a grandi cose! Sono fiera di te dolcezza."
Adoravo Daliah, era come la zia simpatica che tutti gli adolescenti volevano avere, sempre pronta a darti coraggio e a fare battute, e anche in un momento così difficile per lei non si tirava indietro.
"Grazie Daliah, non preoccuparti, Cage sarà a casa prima che tu senta troppo la sua mancanza."
"Sono io a dovervi ringraziare, non sapevo più a chi appellarmi, e tu bel ragazzo vedi di prenderti cura della mia bambina."
"Ne ho tutta l'intenzione signora."

La abbracciai ancora una volta prima di rientrare a prendere il necessario per stare da Asher, abbandonando il mio desiderio d'independenza.
Se volevo salvare i miei amici avevo bisogno di lui... e poi ad essere sinceri l'idea di stargli lontano non mi piaceva, anche se era un vero rompiscatole.
"Mi piace la tua stanza."
"Grazie."
"Li hai fatti tu?"
Alla parete color avorio avevo appeso un milione di disegni fatti in diverse occasioni, mi piacevano perché erano come un muro dei ricordi, rappresentavano una vaga idea di ciò che avevo vissuto negli ultimi anni.
Al centro ne ce n'era uno incorniciato che ritraeva un lupo seduto su una collina al chiaro di luna, fatto alcuni giorni dopo la mia mutazione.
"Si, non sono niente di speciale."
"Possiamo portarli a casa?"
Rimasi un attimo ad elaborare quello che aveva detto.
"Tutti?"
"Si, li voglio mettere nella nostra stanza... forse ti aiuterà a sentirti come a casa tua."
Sorrisi perché non potevo farne a meno.
"Magari qualcuno lo possiamo anche prendere."
Quando presi una borsa per portare alcuni vestiti Asher sbuffò sonoramente e mettendola da parte tirò fuori ben due valigie iniziando a riempirle sotto i miei occhi.
"Asher non mi serve tutta questa roba! Cosa me ne faccio dei pantaloncini corti se siamo quasi a fine autunno?"
"Se ti trasferisci ti serviranno anche questi."
"Ma possiamo sempre tornare a prenderli!"
"No li prendiamo adesso."
Per evitare di strappargli i miei poveri vestiti di mano lo lasciai fare.
Sapevo benissimo cosa aveva in mente: i miei disegni, i miei vestiti...stava cercando di portare via di qui il più possibile perché non potessi più tornare, almeno permanentemente.
E io ero combattuta perché da una parte avrei voluto aiutarlo ma non volevo lasciarmi tutto alle spalle, come se prima di lui non ci fosse stato niente, perché non era vero.

"Devo andare a parlare con gli altri di tutta questa storia, tu rimani con Megan e mettila al corrente."
Perché non potevo esserci anche io? In fondo era il mio branco ad essere in pericolo, avevo diritto di sentire le loro opinioni.
"Non posso assistere?"
"No."
Questo era un colpo basso.
Non voleva separsi da me ma quando gli faceva comodo si allontanava a suo piacimento, mentre io dovevo aspettarlo e per di più sorvegliata dalla povera Megan che sicuramente aveva di meglio da fare.
"Perché?"
"Smettila di fare domande Taissa."
Il suo tono non ammetteva repliche e la cosa non mi piaceva per niente.
Non accettavo di essere trattata in questo modo, se voleva far funzionare le cose tra noi non doveva comportarsi come un Alfa, perché io non ero un membro del suo branco, ero la sua compagna ed ero sua pari.
Se voleva che lo ascoltassi anche lui lo avrebbe fatto, se dovevo fidarmi doveva fare lo stesso.

Trovai Megan in cucina, intenta a discutere con un amico di Asher, Paul se non sbaglio.
"Paul tra mezz'ora siamo in riunione, avverti gli altri."
"Certo." Megan non sembrava contenta, forse li avevamo interrotti nel momento sbagliato.
"Tu Meg rimani con Taissa."
"Non dirmi che non siamo invitate!"
Apprezzavo il fatto che fosse infastidita quanto me.
"Esattamente."
"Voi uomini dovreste andarvene a quel paese una volta tanto." gli urlò dietro mentre Asher portava le mie valige al piano di sopra.
"Sai credo che noi stasera ci divertiremo un mondo." mi fece l'occhiolino stando attenta a non farsi sentire da orecchie indiscrete.
Asher me l'avrebbe pagata, poteva starne certo.



Angolo autrice ♥

Per prima cosa si, ho cambiato il titolo della storia, semplicemente perché l'avevo scelto di fretta e senza pensarci troppo, questo mi sembra decisamente più azzeccato.
Cosa combineranno Taissa e Megan?
Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto, grazie a te che stai leggendo la storia, ci sentiamo al prossimo ^^

Capitolo revisionato: 19/05/2016

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