Capitolo 12.

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"Mia madre è morta quando avevo circa due anni e mio padre è sempre stato una persona schiva e crudele.
Non mi ha mai dimostrato un minimo di affetto.
Non mi ha mai insegnato cosa significasse essere un Alfa.
Non mi ha mai considerato.
Era come se non esistessi, una bocca in più da sfamare.
All'inizio mi importava ma crescendo ho imparato ad ignorarlo.
Non mi era difficile visto che era sempre chiuso nel suo studio, non sapevo cosa facesse lì dentro e non era di mio interesse visto che nemmeno lui mi interessava.
Un giorno però arrivai a casa talmente sbronzo da confondere le stanze e vi entrai per sbaglio.
Descrivere quello che mi trovai davanti sarebbe impossibile, quella vista bastò a non farmi dormire per un mese intero."
Risprese fiato come se il ricordo di quella notte lo perseguitasse ancora. Cercai di tranquillizzarlo accarezzandogli un braccio.
"Faceva...faceva degli esperimenti sulle persone, sui licantropi.
Quando mi trovò lì dentro si avventó su di me tentando di intrappolarmi. Continuava a ripetere che lo faceva per il bene della nostra specie, che cercava di renderci migliori ma stava soltanto trasformando i nostri simili in mostri.
E voleva fare altrettanto con me.
Dio non immagini com'erano ridotte quelle persone Tay."
Lo immaginavo invece, non gli avevo ancora raccontato di Roman e il solo pensiero del suo volto mi distruggeva.
"Non potevo lasciare che facesse lo stesso con me o con altri.
Così lo affrontai e dato che non era mai stato un gran lottatore ebbi la meglio ma non riuscii ad ucciderlo, pensando che era pur sempre l'unico genitore che mi fosse rimasto.
Mi promise che me l'avrebbe fatta pagare e adesso mi pento di non averne avuto il coraggio.
Se lo avessi fermato ora non saremmo in questa situazione."
"Tesoro non potevi immaginare una cosa del genere. Che ne è stato dei suoi...esperimenti?"
Sorrise sentendomi chiamarlo in quel modo e un pezzetto del mio cuore si sciolse.
"Siamo stati costretti ad ucciderli...alcuni l'hanno fatto da soli...erano impazziti. Qualunque cosa mio padre gli avesse fatto li ha annientati dentro.
Ti prego non giudicarmi per questo."
Quindi non c'era più speranza per Roman? Era perso in partenza?
"Non potrei mai giudicarti per una cosa del genere Asher ma se è così devo trovarli. Devo trovare i miei amici prima che sia troppo tardi."
"Ci serve un piano Taissa. Non possiamo affrontarlo così, dobbiamo scoprire il suo gioco o rischiamo di finire tutti nelle sue grinfie."
"Lo so ma sapere che li ha in pugno mi terrorizza. Ho visto uno di loro ieri sera Asher e come hai detto tu era diventato un mostro."
Non riuscii a trattenere le lacrime che Asher fu pronto ad asciugare.
"Amore ti prego, calmati. Mi fa un male cane vederti così."
Premetti il viso contro il suo collo per cercare un po' di conforto e lo trovai subito.
Il suo odore mi tranquillizzava e il battito del suo cuore mi faceva sentire in pace con il mondo.
Chissà se per lui era lo stesso.

"Qual'è il piano?"
Oliver e Theo erano un fascio di nervi e anch'io ed Asher non eravamo da meno.
Eravamo nel bel mezzo di una guerra e non avevamo la minima idea di come difenderci.
"Chiamerò gli Alfa dei branchi vicini, questa cosa riguarda anche loro infondo. Più saremo più probabilità avremo di risolvere la cosa più velocemente possibile."
Non sapevo a chi si riferisse ma speravo avesse ragione.
"Chiamerai anche Jonathan? Voglio proprio vedere come lo ha cambiato il grande amore."
Guardai Olly in cerca di spiegazioni.
"È il secondo migliore amico di Asher, dopo Vincent naturalmente.
Ha trovato la sua compagna pochi mesi fa e da allora non si è più fatto sentire."
"Si Oliver, chiamerò anche lui ma dubito che la porterà con se, è soltanto un'umana, la metterebbe inutilmente in pericolo.
Chiamami Vincent a proposito, ho bisogno del suo aiuto per riunire tutti quanti."
"Si Alfa!"

"Guarda chi si rivede! Asher!"
Il presunto Jonathan abbracciò amichevolmente il mio compagno che sembrava altrettanto contento di rivederlo.
"Oh è lei?"
"Sì."
Mi trovai al centro dell'attenzione e mi sentii alquanto in imbarazzo.
Jonathan era davvero un bel ragazzo, occhi verdi, capelli corvini, lineamenti squadrati e fisico scolpito ad arte.
Se non fossi stata irrimediabilmente, innamorata persa del mio rompiscatole, mi sarei sciolta come neve al sole davanti a tutto quel ben di Dio.
"Io sono Jonathan. È un piacere conosceti, finalmente qualcuno ha messo in riga anche lui."
Gli strinsi la mano imbambolata.
"Piccola tutto ok?"
"Ehm...sì, sì tutto ok."
Asher mi guardava insospettito e per distrarlo gli strinsi una mano.
"E Shay come sta?"
"Benissimo, finché non decide di combinarne una delle sue. Tu sei fortunato amico mio, almeno non devi preoccuparti che si rompa una gamba uscendo dalla porta di casa."
"Si infatti devo preoccuparmi che non se la rompa saltando da una finestra...vero Tay?"
Mi richiamò come se fossi una bambina.
"In mia difesa e in quella della qui non presente -e a me sconosciuta- Shay dico che voi siete matti da legare. Sul serio trovatevi qualcos'altro da fare!"
Jonathan scoppiò a ridere mentre Asher mi fulminò sul posto.
"Cavolo Asher dovevi dirmelo che era pure simpatica! Taissa non credo che tu comprenda a fondo cosa significhi essere la compagna di un Alfa.
Noi siamo abituati ad aver tutto sotto controllo e a dettar regole dalla mattina alla sera, figurati come possiamo sentirci nei confronti della nostra compagna!"
Lo disse ridendo ma capii senza troppi giri di parole che era serio.
Mi sarei dovuta rassegnare alla mania di controllo che Asher aveva su di me.
Li guardai storto per dimostrare il mio disappunto.
"Vado a vedere se Olly ha bisogno di una mano con gli altri ospiti."
La casa si stava riempiendo in fretta e poi avevo l'impressione che quei due avessero bisogno di un po' di tempo fra uomini visto che sembravano non riuscire a staccarsi dalle rispettive compagne senza farne un dramma.
(Asher ci aveva messo un'ora a convincere Jonathan affinché venisse ad aiutarci.)

"Tay ti presento Cathia, è uno degli Alfa disposti ad aiutarci."
Non avevo mai conosciuto un Alfa donna e la cosa mi riempiva d'orgoglio.
"Questo è Terence, il braccio destro di uno dei clan più prestigiosi.."
Oliver continuò a presentarmi gente ma non riuscivo a ricordare i loro nomi per più di due secondi da quanti erano.
Alla fine adottai la vecchia e sempre utile tecnica del sorridi e annuisci, sperando fortemente che queste persone potessero aiutarci nella nostra battaglia.
Perché avevamo un sacco da perdere e poco tempo per salvarlo.

Angolo autrice ♥

Dov'è la mia statua?
Ho combattuto contro il sonno per scrivervi questo capitolo, perdonate eventuali errori e se ne notate segnalatemeli.
Grazie mille a tutti quelli che hanno votato, commentato o soltanto letto la storia, è per voi che scrivo ♡

Capitolo revisionato: 20 / 05 / 2016

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