Capitolo 14.

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Lali' s pov.
Mi sveglio e faccio la mia solita routine. Dopo aver fatto colazione esco di casa con le cuffiette nelle orecchie. Oggi mi sono svegliata un po più tardi, tanto, rifarò dopo il letto. I miei genitori sono in viaggio di lavoro, torneranno tra due settimane. Continuo a camminare sul marciapiede, ed ogni canzone che sento mi ricorda di... No Lali, non nominarlo nemmeno.
Arrivo a scuola e vado da Euge.
China. Dico abbracciandola.

Nanetta. Mi bacia una guancia. Come stai? Faccio spallucce. Suona la campanella ed entriamo. Vado negli spogliatoi, e inizio a cambiarmi. Molto lentamente. Non ho vitalità da venerdi, da quando ho scoperto di essere solo una scommessa per lui. Passo le mie giornate stesa sul letto a piangere, ascoltare musica e mangiare gelato. Ho solo la forza di ballare, perché mi mette allegria. Dopo molto esco dagli spogliatoi e vado nella sala. Ci sono tutti, mi siedo accanto ad Euge e guardo alla colonna di sfuggito. Peter non è li. Già, chissà dov'è?! Molto probabilmente a scopare con qualche troia, o a fare scommesse, tanto gli riesce bene, più che bene. Il prof. mette la musica ed iniziamo a ballare. Il brutto è che siamo tutti soli, noi Teen Angels, intendo. La crew si è sciolta, Peter manca da venerdi, e non sappiamo che fine ha fatto, Nico ed Euge hanno litigato, non so bene per cosa, Gas è sempre ai computer giu, mentre poi ci sono io, che vorrei che tutto questo non fosse accaduto. Forse era meglio andare in Texas.
Siamo rimaste insieme solo io e Euge, e vi assicuro che non c'è cosa più brutta di non provare più insieme, di non mettere le nostre 5 mani al centro e urlare tutti insieme. Da migliori amici, ritrovarsi ad essere perfetti sconosciuti. La lezione passa, io ed Euge andiamo in mensa, ci sediamo ad un tavolo qualsiasi, e non più il nostro tavolo. Quello è tornato ad essere sporco di spazzatura. Nico si è seduto accanto ai suoi nuovi amici, Gas accanto a dei compagni del corso di computer, e poi ci siamo io e Euge sedute ad un tavolo. Ogni tanto mi giro a guardare Nico e Gas, e sento che anche a loro ci guardano.
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Dopo la scuola, passo in edicola a comprare delle riviste, almeno non mi deprimerò tutto il pomeriggio a pensare a Peter.
L' hai detto!
Cazzo no! Lali ma perché sei cosi imbecille?!
A volte mi chiedo il perché di essere il subconscio di una persona cosi stupida.
Tu sta zitto! Esco dall' edicola e vedo Peter davanti a me. È ubriaco non si regge nemmeno in piedi.
Peter' s pov.
Il mio subconscio aveva ragione, mi sono pentito delle mie azioni, ed ora eccomi qui a rovinarmi la vita ubriacandomi e drogandomi. Non è la soluzione migliore, ma mi aiuta. Il fumo e l'alcool rendono la testa pesante, ma il cuore molto più leggero. Non me ne frega più nulla di nessuno, mi importa solo di lei. Lo so ho fatto un enorme cazzata, l' ho persa per sempre, lei non si fiderà mai di uno come me. Ma d'altronde neanche io mi fido di me stesso, i miei hanno sempre avuto ragione, sono solo un irresponsabile, un bambino viziato. E metto in gioco i sentimenti degli altri. Lo so che tra me e Lali non c'è amore, ma c'è quella sensazione strana che non sappiamo definire. Non doveva andare cosi, ma è tutta colpa mia. È colpa mia se non ho cervello, se ho ferito Lali, se non vuole più vedermi, se la crew si è sciolta. Faccio solo casini.
Un altro! Urlo al cameriere sbattendo il bicchiere sul tavolo.
Sarà il decimo, o forse il ventesimo ho perso il conto molto tempo fa.
Hai gia bevuto molto.

No! Dammi qua! Prendo la bottiglia di vodka dalle sue mani e inizio a versare nel bicchiere.
Tieni il resto. Dico dandogli una banconota da 100$.
Tra meno di un oretta ho l' appuntamento con Mariano. Devo dargli i soldi. Rimango a bere, fin quando Mariano non entra.
Come ti sei ridotto? Dice dopo essersi seduto accanto a me.
Cazzi tuoi no?! Prenditi questi maledetti soldi e sparisci dalla mia vita, e da quella di Lali! Ti è chiaro?!

Oh dalla tua si, ma per lasciare in pace la ragazza ce ne vogliono altri 200. Sospiro e infilo la mano in tasca, gli do i soldi e bevo l' ultimo bicchiere di vodka. Esco dal bar e mentre cammino barcollando sul marciapiede, la rivedo. Oddio, quanto mi è mancata. Continuo a camminare, e ci scontriamo.
Scusa. Dico io.

Non fa nulla. Dice lei.

Invece si che fa, sono stato un emerito stronzo a fare quella scommessa, ti prego Lali, perdonami.

Peter, sei ubriaco, non sai quello che dici. Va a casa, che è meglio.
Lei riprende a camminare e va via. Io la vedo allontanarsi sempre più da me. Riprendo a camminare anche io, sarò caduto minimo cento volte da quanto ho bevuto e fumato. Potevo restarci stecchito, ma meglio la morte che vivere cosi, vivere senza di lei.

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