Capitolo 10

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GIULIA'S POV

Cosa stai facendo Giulia? Fermati. Sei in tempo. Dai. La mia testa è un groviglio di pensieri che si oppongono. Sentire dentro cosí tanto e dire così poco è snervante. Sono seduta a cavalcioni di Fede e lui mi guarda cercando nei miei occhi una risposta che non troverà, nemmeno io so bene cosa voglio fare. Gli bacio il collo mentre lui si acciglia.

-Fede mormoro salendo con i baci fin dietro l'orecchio. Lui mi stacca piano.

-Piccola, vuoi... lo interrompo.

-Nono, cioè, voglio solo lasciarmi un po' andare... Okay, la mia prima intenzione era di finire nudi a letto, ma attualmente è andata a farsi fottere perché ho una parte razionale troppo partecipativa ai miei pensieri.

-Okay va bene, lo capisco mi tira a se accarezzando la mia schiena e cullandomi mentre mi stringe a sé. Ma la prossima volta dimmelo prima Ridacchia.

-Perché? Domando curiosa di capirci qualcosa. Lui mi da un colpo di bacino e sento quello che gli stavo provocando, facendomi scappare un piccolo verso di piacere. Lo guardo negli occhi. Buon Dio! Non posso resitergli. Nel suo sgardo c' è scritto malizia ovunque. Riprendo con i baci non curante della sua sorpresa e faccio di modo che i baci siano lenti e un po' umidicci, solo quanto basta. Cerco di sedermi più vicino possibile al suo bacino e muovo il mio su esso. Mi tiene i fianchi e mi osserva guardandomi tutto il corpo come fosse la prima volta che mi vede. Mi insunuo tra i suoi soffici capelli con una mano e con l'altra gli sfioro gli addominali con le mani. Le sue mani si spostano sui bottoni dei miei pantaloni e, dopo averli slacciati, mi guarda con lo sguardo supplicante, pieno di passione. Annuisco per togliergli ogni dubbio e con una mano si fa spazio nella mia intimità. Mi tocca e devo ammettere che è bellissimo. Qualche gemito, anche un po' roco, esce piano dalle mie labbra. Lui si insinua ovunque, rendendo il tutto più bello di quanto immaginassi. Con un dito entra in me e non trattengo il verso acuto che mi esce. Mentre mi tira a sé, mi bacia con dolcezza. Alcuni gemiti li sfodero contro le sue labbra mentre penso a come ricompensarlo. Sposto la mano sul cavallo dei suoi pantaloni e muovo piano la mano sulla sua erezione coperta. Mi fa strano questa senzazione mentre lui aggiunge un secondo dito che quasi mi fa urlare. La mia mano lo accarezza anche perché un po' tremo data la nuova sensazione che provo. Quando vengo, o meglio dire: credo di essere venuta, Fede toglie le dita e mi guarda. Afferro la sua erezione e muovo la mano nonostante il tessuto. Lui ansima forte e lascia cadere indietro la testa. Muovo pian piano più veloce la mano, come riesco, e lui mi bacia gemendo sulle mie labbra. Io continuo senza nemmeno accorgermene dato il bellissimo bacio che trasporta me e Fede, fin quando non sento qualcosa di bagnato. Scosto la mano e mi stacco guardando i suoi pantaloni e lui fa lo stesso.

-Non sapevo si potesse venire nei pantaloni Ride e mi costringo a guardarlo ridendo trasportata da lui. Piccola, sei stata molto brava Mi prende il viso tra le mani e mi da un bacetto a stampo facendomi sorridere.

-Davvero? Dentro so che mente, ma il fatto che si preoccupi di farmi sentire a mio agio lo rende dolce come al solito. Lui annuisce con il suo sorriso mozzafiato e mi chiede che vogliamo fare. Dopo aver optato per un film lui si va a cambiare ed io cerco un bel film su sky.

BENJI'S POV

Quel tonfo mi spaventa. Sussulto e stringo Maca che forse è anche più spaventata di me. Cerco di mostrarmi calmo e razionale. Le bacio la fronte.

-Piccola, vado a vedere. Torno subito la bacio, sorridendo per dissimulare il brutto presentimento che si sta impossessando di me. Annuisce ricambiando ed io mi separo da lei alzandomi. La guardo. Resta qui. Le ordino e lei annuisce ancora.

Scendo le scale scalzo. Addosso ho i boxer, indossati prima di uscire dalla camera, e null'altro. Quando sento un altro tonfo percepisco un suono che prima mi era sfuggito, ovvero il cane che abbaia e pare spaventato.

-Zitto! Urla sbiascicando una voce maschile profonda. La riconosco, è il padre di Maca. Il cane, Jago, non smette e mi sbrigo a raggiungere la cucina.

Nessuno dei due pare accorgersi di me e l'uomo sta per colpirlo con una bottiglia di vetro, ma nel tentativo di fermarlo, colpisce me.

-Levati bamboccio! La puzza di alcol lo avvolge e la sua voce sembra un farfuglio.

-Pablo... mormoro, cercando di ignorare invano il male del taglio sulla coscia. Mi guarda con apaticità -sempre che esista questa parola- e barcolla avvicinandosi.

-Dov'è? Non impiego troppo a capire a chi si riferisca. Non assomiglia affatto a sua figlia, lui è alto e molto magro, il viso non pare affatto argentino come sostiene di essere ma bensì boliviano o peruviano. Gli occhi sono piccoli e le labbre enormi. Il naso è a falco e i lineamenti sono duri. Stringe le mani in pugni e riesco a vedere la sua erezione, questo sadico bastardo vorrà farle del male, toglierle il bellissimo ricordo, che ho creato con lei, di questa serata.

-Lontano da lei, in un posto sicuro. Affermo deciso e controllo la rabbia che mi ribolle nelle vene.

-Dimmelo. Ordina ed io spontaneamente rido divertito dalla sua assurda richiesta.

-No, mai. Lui alza il braccio e poi fa per scagliarmi un pugno, dato che è ubriaco non si muove troppo veloce ma è violento, riesco a scostarmi e ha fargli prendere il nulla. Il cane lo chiudo in bagno per tenerlo al sicuro. L'uomo barcolla e mi guarda negli occhi.

-Dove l'hai nascosta? Ghigna. Sospiro e lo vedo, nel suo sguardo è scritto chiaramente, cerca vendetta. Il solo pensiero delle sue sporche mani su di lei mi tortura. Con tutta la rabbia che ormai si è impossessata di me, scaglio un pugno in pieno volto all'uomo che cade svenuto davanti ai miei occhi. Mi accascio spaventato e controllo che respiri e constatandolo, mi si riempe il cuore di gioia -per quanto lo stia odiando, non lo volevo uccidere- e un sorriso compiaciuto mi compare sul viso, ma uno squittio mi riporta alla realtà dalla quale mi ero teletrasportato.

Dal nulla a te - Benji e FedeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora