2 - Una prospettiva diversa

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Sono rimasta chiusa nella mia stanza più o meno sei ore, mentre Jeriah e Caleb, al piano di sotto, ridevano rumorosamente tra di loro guardando la Tv. Una cosa che io e lui non abbiamo mai fatto. E una cosa che non ho il desiderio di fare.
Fisso il mio petto che sale e scende mentre respiro.

Questo non è il modo in cui volevo passare il mio compleanno. Nella mia stanza. Da sola.

Dovrei essere fuori... per le strade di Londra, a divertirmi.

Volto la testa di lato per guardare l'orologio appeso al muro, sono solo le 5.30 p.m

Se voglio mangiare fuori dovrò aspettare almeno le 8. Questo è l'orario in cui Jeriah va in ufficio a controllare il lavoro del giorno e poi va a letto.
Tutto questo mi da due ore belle piene per prepararmi.

Scendo i piedi dal letto, è una volta che toccano il pavimento di legno freddo, un brivido mi percorre la schiena. Mi guardo intorno e mi rendo conto di non essermi tolta questo vestito lavanda per tutto il giorno. Così lo tolgo e mi cambio con una maglietta lunga oltre le ginocchia e raccolgo i capelli in una coda.

"Non riuscirà mai a controllarmi completamente..." dico al mio riflesso nello specchio.
Mi sento come un uccellino in gabbia che ha un disperato bisogno di essere libero.


Dopo due ore di trucco, sono quasi pronta per uscire. Sto per aprire l'armadio quando sento la maniglia della porta girare e all'improvviso vedo entrare Caleb.

"Vai da qualche parte?" mi chiede, appoggiandosi alla maniglia.
Vorrei prendere delle forbici e tagliare ogni ciocca dei suoi capelli biondi così perfetti!

"Um, sì" balbetto. Sento le sue scarpe camminare sul mio pavimento e vorrei poterlo lanciare fuori dalla finestra, nel cespuglio di rose sotto al balcone.
Ha avuto il coraggio di entrare nella mia stanza senza il mio permesso!

"E dove avresti intenzione di andare?" I suoi occhi osservano incuriositi la mia stanza mentre mi parla.

Lo guardo "Fuori" gli rispondo, sperando di mandarlo via. Ma quando si butta sul mio letto capisco che non mi sbarazzerò di lui molto facilmente.

"Hai bisogno che venga con te?" mi dice facendomi un sorrisetto. Sa già che  ha l'obbligo di accompagnarmi ovunque io vada. Sfortunatamente, non posso obbligarlo a non seguire i suoi obblighi.

"Preferirei di no" dico, ed esco dal l'armadio un vestito nero. Lui lo prende tra le mani.

"Andrai in giro senza spalline? Wow, devi essere desiderosa di attenzioni stasera..." ridacchia Caleb, schivando le scarpe con il tacco che provo a lanciargli in faccia. Una delle scarpe cade per terra e l'altra atterra sul letto poco lontano da dove si trova lui.

"Perché sei qui? Lo sai che non voglio parlare con te" esclamo avvicinandomi alla porta per chiuderla. Di qualunque cosa stiamo parlando io e Caleb non voglio che Jeriah ascolti.

"È questo il motivo per cui sono qui. Noi due siamo partiti con il piede sbagliato"

"E preferirei che rimanessimo così"

Alza gli occhi al cielo, e il bordo del suo maglione si solleva leggermente rivelando l'elastico dei boxer neri. "Non potrai essere arrabbiata con me per sempre"

Cammino verso di lui "Vogliamo provare?"

Si alza di scatto. È più alto di quanto ricordassi.
"Non ero io quello che stava frugando nella valigia di qualcun'altro"

Cazzo. Mi ha beccata. Alzo le mani in segno di difesa.
"Hey, ho portato le tue valigie al piano di sopra, e sembravano troppo leggere. Non sono riuscita a fermare la mia curiosità"

Deviant // h.s. [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora