Si ricomincia...

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Ho freddo, tanto freddo.
Apro gli occhi e sento la guancia umida, sotto le mani qualcosa di bagnato.
Mi sollevo e capisco di essere sdraiata a terra, sopra uno strato di foglie bagnate. Indosso il mio pigiama e sono a piedi scalzi.
È buio.
Riesco a fatica a vedere i rami degli alberi che impediscono alla luce della luna di passare.
Mi alzo in piedi e comincio a camminare. Non so dove stia andando, ma vado avanti.
Nonostante sia sola al buio non ho paura.
Mi sento come se qualcuno mi stesse proteggendo. Mi sento invincibile.
Ad un certo punto un rumore, un ramo che si spezza.
Mi volto di scatto, ma non vedo nulla.
Ed ora mi sento sola, il freddo mi si attacca alle ossa. Nel buio mi sembra di vedere un'ombra.
Poi un'altra.
Il panico mi assale. Inizio a correre, sempre dritto, verso non so dove.
Inciampo, ma mi rialzo.
Mi fanno male i piedi, ma non mi fermo.
Sposto con le braccia i rami che mi bloccano il passaggio. Alcuni mi graffiano. In altri resto impigliata con il pigiama.
Il mio respiro si fa corto e l'unico rumore che sento sono i miei passi sulle foglie e rami secchi. Ma ho troppa paura, sento il bisogno di scappare.
Allora accelero, sempre di più.
Poi è un attimo.
Il mio piede sente il vuoto, ma non faccio in tempo a fermarmi che cado.
Giù, sempre più giù, sono pronta a sentire l'impatto quando...

Mi sveglio di soprassalto, sollevandomi dal letto con il respiro affannato. Faccio scattare lo sguardo attorno a me e riconosco le pareti piene di foto della mia stanza.
I ricordi dell'incubo iniziano a scemare nella mia mente.
Faccio un respiro profondo cercando di rallentare il mio cuore e mi passo una mano tra i capelli. Scendo dal letto e mi dirigo verso il bagno.
Mi guardo allo specchio e sono lì ad aspettarmi delle occhiaie profonde, carnagione pallida e brividi.
Nulla di nuovo.

-Buongiorno Allison, buon primo giorno di scuola- mi dico allo specchio sorridendo sarcastica e inizio a preparare le cose per la doccia.
Tutto questo non è niente di nuovo, perché da quel dannato giorno questi incubi sono stati i miei compagni notturni.
Mai una notte senza.
Mai.
Apro l'acqua e mi spoglio dal pigiama bagnato dal mio sudore.
Mi butto sotto il getto dell'acqua fredda cercando di tornare lucida. Perché oggi devo essere più lucida che mai.
Torno a scuola e sarà un altro anno di occhiate di compassione e sussurri.

È lei quella che ha quasi picchiato il professore Guerreri

Dicono sia pazza

Meglio starle lontano

Ma è la figlia di Matt Smith?! Quel Matt Smith?!

Ma ha perso la madre?

Mentre mi trucco mi fermo ed osservo i miei occhi grigi un po' stanchi.
Già.
Voci, alcune vere. Altre meno.
Alcune esagerate fino all'inverosimile, altre non troppo.
Ma tutti si basano solo sulle voci di corridoio, nessuno chiede, nessuno si interessa.
E se lo fa, ha sempre secondi fini. Pochissime persone nella mia vita hanno instaurato un rapporto con me, solo perché davvero interessati alla mia storia.
Davvero poche. Le stesse che ora mi staranno aspettando in pensilina. Mi riscuoto e dopo essermi asciugata i capelli, mi vesto e scendo in cucina.
Come al solito sono sola.
Sorrido amaramente tra me e me.

-Buongiorno Allison, pronta per il tuo primo giorno di scuola? - imito la voce di mio padre. Cercando un pacco di biscotti e il succo.
-No, per niente, considerando che non ho dormito, di nuovo. Sto tornando in quella prigione, come ogni anno. E sto per rivedere quel coglione di Stark.. - mi lamento tra me e me gesticolando.

-Sono sicuro che andrà tutto bene- imito ancora mio padre.

-Io non troppo..- mi rispondo addentando un biscotto.

Un amore testardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora