Capitolo 10

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* Hachim's pov*

- si, sono io... e lei è veramente la mia ragazza dunque le chiedo cortesemente di preparare le pizze - dissi seccato - tre margherite, una patatosa, una viennese e una sia con patatine sia con würstel, grazie - aggiunsi - subito, mi scusi signor Hachim - rispose lui imbarazzato. Nel giro di pochi minuti le pizze furono pronte, pagammo e tornammo verso la mia auto - ora mi parli? - chiesi cercando la mano di Elena - cosa vuoi che ti dica? - mi disse lei sfidandomi - perché hai voluto che stessimo con gli altri? Fra due giorno devo comunque partire, tornerei qua al Milan fra mezzo mese - risposi dispiaciuto per la sua azione precedentemente compiuta - perché se fossimo stati soli avrei voluto scopare con te tutto il giorno - rise - da quando questo linguaggio? - risi anch'io e, finalmente intrecciò le nostre dita.
Arrivati a Milanello trovammo subito le due coppiette sedute nei divanetti nella hall che parlavano di non so ché e ogni tanto si baciavano - eccovi finalmente, abbiamo fame - urlò Mattia vedendoci arrivare - mi dovete 8 euro a testa - disse Elena - Hachi sei proprio tirchio, potevi offrire tu - rispose di botta Ste - in Spagna gli stipendi sono alti, avrai il triplo dei miei soldi - affermò il numero 2 - lo sarà ancora per poco... - dissi io, al ché tutti mi guardarono male. Tutti tranne Elena, lei sapeva già - mi spiego meglio... il Milan ha deciso di riscattarmi perciò a fine mese torno a vestire rossonero - ci fu un silenzio generale. Stephan sembrava davvero triste per quelle mie parole, avrebbe voluto esser al mio posto, lo so per certo. Quando il Monaco l'ha voluto comprare a tutti gli effetti e il Milan non ha obbiettato, è rimasto molto dispiaciuto - allora spacca una tibia a Neymar prima di tornare qua, se la tira troppo quel bimbetto - intervenne Giada. Scoppiammo tutti a ridere e iniziammo, finalmente, a mangiare - no hachi, tu hai la tua. Non toccare più le mie patatine - sbuffò la mia ragazza. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai un finissimo "non tocco queste ma dopo, in camera, mi lasci toccare l'altra" - ora vogliamo sapere cosa ti ha detto - fecero in coro Sabrina e Giada - siete troppo innocenti per capire - risposi io sorridendo.
Finita la cena chiesi il permesso per andare in camera a riposare ma, ovviamente, non lo ebbi - no col cazzo, se vai tu poi vogliono andare pure loro due perché partono entrambi da titolare. Ora ti fermi qua. Giochiamo ad obbligo o verità? - madonna Sabrina giuro che ti uccido prima o poi - e va bene.. che rompi palle che sei - mi avvicinai ad Elena, misi un braccio dietro la sua schiena e lei si poggiò su di me - amore, obbligo o verità? - vaffanculo pure a te Ele - obbligo - dissi sorridendo - mhh... racconta un tuo sogno erotico - eh? Ma anche no... - seconda scelta? - chiesi conoscendo già la risposta - no, rispondi a questo - affermò lei facendomi una linguaccia - ora mi fai passare per cretino, sei stronza... comunque questo è di tanto tempo fa, risale al giorno dopo del tuo ritorno a Venezia dopo i pochi giorni in Spagna con me... Quella sera non eri più fra le mie braccia e lo capivo pure mentre dormivo, tanto da aver segnato che stavamo giocando alla play e visto che avevo vinto abbiamo scopato... ma era una scopata bella... - iniziò a ridere - dovevi capire ch'era un sogno quando io ho perso - sorrise e mi stampò un bacio sulla guancia - Ste obbligo o verità? - capii che mi stava mandando a cagare nella sua mente - verità - disse quasi preoccupato - quante ragazze ti sei fatto prima di stare con Sabrina? - mi incenerì con lo sguardo - non tante in realtà... ho preferito concentrarmi sul calcio che sulle ragazze perciò in cinque anni son stato fidanzato circa 4 volte ma son state storie abbastanza serie... la più breve è durata sei mesi - quando finì la frase aveva un'espressione come se si fosse tolto un peso di dosso - Ele, obbligo o verità? - domandò prima che qualcuno potesse intervenire - verità - rispose sicura di sé - raccontaci i tuoi bellissimi stalkerggi su hachi mentre lui era in un altro Stato - sorrise soddisfatto - e che cazzo... lo sai solo tu... e va bene... in poche parole quando tu non c'eri - disse rivolgendosi a me - ti seguivo sempre. Cercavo qualsiasi notizia su di te, da fatti calcistici a privati e beh, quando ho scoperto che ti eri fidanzato ho pure passato una notte a piangere... tutto qua - quando finì la frase mi venne un nodo in gola. Davvero stava così male per me? - ehy, non volevo farti piangere.. comunque stai tranquilla, ora al massimo leggerai di me e te - le sorrisi mentre con una mano le accarezzavo i capelli - ragazzi noi andiamo su, devo farmi perdonare... di nuovo - aggiunsi prima di prendere la mia ragazza in braccio e portarla su per le scale.

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