Capitolo 15

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*Elena's pov*

Ero venuta qua con l'intenzione di passare solo la notte, cercando di fare qualsiasi cosa per distrarmi ed invece mi ritrovo al fianco di Hachim. Dio quanto m'è mancato - grazie piccola - mi sussurrò quando il suo fiato tornò abbastanza regolare - sai che lo farai solo con me vero? Che questo momento è nostro, di nessun'altro; che questo - continuò a sussurarmi mentre una mano si poggiava sul mio seno ancora scoperto - posso farlo solo io; che quelle urla così eccitanti posso fartele fare solo io - sorrise e io non potei non fare lo stesso - lo so, ti amo - lo baciai e tornammo sotto le coperte.
- cazzo che freddo - urlai quando tirò via il lenzuolo - madonna che freddolosa... dai vieni qua che ti scaldo io - rispose mentre si girò sul fianco destro in modo da potermi vedere. Solo quando le sue braccia mi avvolsero mi resi conto di indossare solo le mutande - magari se mi vesto non ho freddo - dissi come se avessi scoperto l'acqua calda - magari si... ma non voglio che tu ti vesta. Stai qua, basto io per coprirti - mi lasciò dei baci sul collo e nella parte più sensibile succhiò lasciandomi il segno - magari così José capisce che sei impegnata - sembrava fiero del suo gesto così non obbiettai - che ore sono? - chiesi ricordando di non aver ancora mangiato e di star morendo di fame - son le dieci e dieci... hai fame vero? - - che domanda scontata.. OVVIO - sbuffò e mi mordicchiò la guancia - io ho già mangiato il dolce - sorrise maliziosamente indicando con un cenno del capo la mia intimità - anch'io... ma non m'è bastato, ho fame. Prendimi le cose del mc - feci per tirare fuori dalla tasca il telefono ma mi bloccò - no, cuciniamo insieme - mi prese in braccio e mi portò nella piccola cucina/sala da pranzo che si trovava nella stanza.

Dopo circa quaranta minuti sfornai una teglia di lasagne mentre Hachi tirava fuori una torta che non ho la minima idea di quando l'abbia preparata - mhh.. e quella torta? Tu vuoi farmi diventare obesa e poi lasciarmi nel mio triste mondo di mangiatrice di nutella - misi il broncio - uno: non ti lascerei; due: la Nutella si condivide; tre: l'ho preparata prima del tuo arrivo, volevo portarla giù domani ma ora è nostra - rispose avvicinando la sua sedia alla mia - solo perché sembri quasi dolce sistemo io - presi le spazzature e andai verso il cestino. Quando lo aprii trovai una carta rosa con scritto "pasticceria da Ross" e non riuscii a trattenere le risate - comunque Hachi, fai i complimenti a Ross per la torta - al suono di quelle parole lo vidi impallidire - volevo far bella figura, uffi... ma come lo sai? - domandò incerto - finché butti via le confezioni in casa non è così difficile scoprirlo... ma perché volevi far finta di averla fatta tu? - chiesi a mia volta - se ti spiego giuri di non dirlo in giro? - annuii preoccupata - in questi cinque anni in cui non ci siamo visti ho continuato gli studi... o meglio, dovevo... mi mancavano due anni perché grazie alla fama mi avevano promosso qua a Milano ma comunque non sarei riuscito ad andare avanti perciò decisi di optare per un alberghiero... diciamo che ho passato dei momenti difficili dove ho conosciuto gente poco raccomandabile con la quale ho, purtroppo, fatto """amicizia""" e son entrato nella compagnia... è allora che ho iniziato a cambiare ragazza spesso, più per farmi figo che per altro... ho iniziato a fumare una sigaretta in loro presenza cercando di nascondere la tosse dovuta alla poca esperienza... mi son pure ubriacato qualche volta, ma lo facevo solo quando non avevo una partita o un allenamento il giorno seguente... in poche parole ho pagato la scuola affinché mi promuovessero e così è stato, solo che non so cucinare una minchia e tutti pensano che io sia un bravissimo cuoco/pasticcere e ogni volta mi dicono che sono fieri di me per come ho coinciliato scuola/calcio - si vedeva che stava trattenendo le lacrime - Hachi piangi, per una volta ti aiuto a calmarti. Sfogati se vuoi, ora è tutto okay. Non è niente di grave, ora torni a Milano e questo ciclo si chiude. Torni da me e torniamo felici. Insieme.

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