*Elena's pov*
È una giornata di merda, non ho voglia di fare niente. Ho litigato con Giada perché è voluta tornare a Venezia quando avrebbe potuto stare qua. È un litigio per una cosa "stupida" eppure mi sembra così serio... - amore basta pensarci - disse Hachi avvicinandosi a me - dimmi che scherzi ti prego... Come posso non pensare al fatto che una delle persone che conosco di più nella mia vita e nonché una delle più importanti abita a 300 km da me? Prima Sabrina ed ora pure lei... non posso non starci male - sbuffai spazientita - cazzo Ele so che può farti male ma non puoi deprimerti per questo... Hai idea di quanto facesse male starti lontano per 5 anni? No, non lo sai ma io so benissimo cosa provi tu in questo momento. Usciamo cazzo, prendi un po' d'aria e smettila di piangerti addosso - non urlava eppure mi faceva quasi paura. Quasi. Io non ho paura di niente - taci, non sai un cazzo - lo fulminai con lo sguardo - si che ha il ciclo cazzo - fece un sorrisetto che mi fece aumentare la voglia di ucciderlo - non è vero - gli diedi le spalle ma mi fece rigirare - ah no? Allora se tipo facessi così... - mi passò una mano sotto la maglietta e me la tolse - e facessi questo - mi sfilò pure il reggiseno - e cominciassi a succhiare come, anche se non vuoi ammetterlo, ti piace tanto - cercai di farlo staccare ma era impossibile - oppure iniziassi a passare la mano qua - la portò sotto ai miei jeans che sbottonò con una facilità impressionante - non ti dovresti lamentare giusto? - chiese retoricamente - okay hai vinto, ho il ciclo - soddisfatto cominciò a vestirmi - però non perdo sangue dal seno, chi ti ha detto di smettere? - rise maliziosamente - se continuo non romperai le palle per la tua amica? - chiese successivamente. Annuii e riprese a parlare - e allora che ci faccio ancora lungo i fianchi? - mi fece l'occhiolino prima di cominciare ad utilizzare quelle sue dita magiche.
*GIADA's pov*
Siamo a Venezia. Io e Mattia. Nessun'altro - ti piace la città? A me no - affermai malinconica - meglio di Milano dai - non sembrava contento neppure lui. Perché l'ho fatto? Ah si, perché sono testa di cazzo ad aver ascoltato, come al solito, Tia - perché cazzo vuoi giocare nel Mestre? Potevi sceglierti na squadretta vicino casa - fece una specie di smorfia - beh... non lo so... cioè volevo stare nella città dove sei cresciuta perché vorrei che pure i nostri figli crescessero qua... meno pressioni nel caso iniziassero a giocare a calcio... - mi guardò cercando la mia approvazione - mh okay... va beh, tanto di là non ho più amici - mi scappò, purtroppo, un singhiozzo.
*STEPHAN's pov*
- ti mancano ogni tanto? - chiesi guardando Sabrina fissare il cellulare - a dir la verità sì... sto parlando con Ele perché da quel che ho capito hanno litigato loro due e stanno una peggio dell'altra... non capisco ste cose di orgoglio mamma mia - la vidi premere i tasti sullo schermo del telefono - Sabry sono problemi loro, non metterti in mezzo che poi magari rompono a te. Che poi... ti scrivono mai? - domandai curioso della risposta - quasi mai... scrivo io a loro sempre per prima - rispose imbarazzata - e allora perché metterti in mezzo ai loro problemi? - mi accigliai - sai che ti dico? Hai ragione. Se vogliono si fanno sentire loro, mi sono rotta i coglioni di far sempre quella che aiuta tutte ma non viene aiutata da nessuna - annuii e la abbracciai dandole un dolce bacio sulla fronte.
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|| Vivere con un pallone 2 ||
Hayran KurguSi erano lasciati con la promessa di rivedersi e così fu ma solo cinque anni dopo. Lui ormai era un calciatore professionista, lei una futura maturanda. Non hanno tempo l'uno per l'altra eppure ci proveranno. Sono fatti per stare insieme.