Capitolo 10

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Capitolo 10

"I'm not afraid.
Forever is a long time.
But I wouldn't mind spending it by your side.
Carefully we'll place for our destiny
You came and you took this heart
And set it free."

Wouldn't mind – He is we


Max non piangeva da secoli, aveva da tempo deciso che non serviva, per quanto non gli fossero indispensabili aveva deciso di evitare lo spreco d'acqua e sali minerali. Quella sera d'estate pero' lo stava facendo: stava piangendo, in un bagno dell'hotel in cui aveva deciso di trascorrere del tempo con la ragazza che amava. Sarebbe dovuta essere una semplice vacanza e non la morte di suo figlio, loro figlio.

Il demone senti' un lieve spostamento d'aria ma non si mosse, l'immobilita' aiutava a lenire il dolore e la frustrazione. Avrebbe dovuto sapere che il padre gli avrebbe negato la felicita' l'ennesima volta, come aveva fatto ad essere cosi' sciocco e ottimista immaginando di poter vivere una relazione tranquilla, una vita tranquilla. Erano venuti li' per rilassarsi, lui aveva avuto la rivelazione che piu' lo angosciava da quando l'aveva vista e l'idea di cio' che doveva fare era cosi' chiara che aveva gia' pensato a tutto; quella sera sarebbe potuto essere tutto diverso se non fosse stato deciso da un destino o da una forza piu' grande di lui che non sarebbe stata quella la sera in cui avrebbe levato il peso dal proprio cuore. Il pensiero di un bambino non lo aveva nemmeno turbato tanto perche' era forte di cio' che aveva intenzione di fare, ma ora era piu' che convinto di dover rimandare. Non avrebbe potuto rovinare il momento che sarebbe potuto essere uno fra i piu' belli della sua vita e nemmeno avrebbe voluto sminuire il dolore che entrambi provavano per quella perdita.

Lascio' che due braccia esili gli avvolgessero il torace mentre il retro della maglietta che portava diventava umida.

Lacrime.

Per quanto odiasse ammetterlo lo aiutavano a riprendersi, a sentirsi meglio; in un certo senso era come purificarsi espellendo il dolore in piccole gocce trasparenti.

In quel momento capi' che la decisione che aveva preso era piu' che giusta: aveva bisogno di lei da quel momento per il resto della sua vita. Si giro' e la strinse a se, affondando il viso nei suoi capelli nella disperata ricerca di un calmante fatto del suo profumo. Avrebbe potuto restare cosi' in eterno e dimenticare l'accaduto ma non era possibile, non era giusto dimenticare.

-Non fa male l'idea di averlo perso quanto la consapevolezza di cosa sarebbe potuto essere.

Stringendola a se cerco' di calmare la ragazza che era fra le sue braccia; era cosciente che ne aveva gia' passate tante e quella nuova tragedia sarebbe soltanto andata ad arricchire la sua vita di dolore e cicatrici, crepando ulteriormente la sua anima e la sua persona. Non lo aveva pero' detto giusto per aprire bocca, no; era stato orribile perdere un bambino ma piu' che la perdita in se' era stato il vederlo con loro, tenerlo fra le braccia e parlargli il colpo di grazia. Se perdi una cosa che non hai mai davvero avuto e' un conto, se perdi qualcosa che hai stretto fra le braccia e' un altro.

-Era cosi' piccolo...cosi' indifeso.- Rispose una voce consumata dai singhiozzi.

-Lo so, lo so.

La strinse di piu' a se, quasi volendo incanalare il suo corpo nel proprio, desiderando di poterle togliere quel dolore e quello strazio che, era sicuro, soltanto una madre avrebbe potuto provare.

***

Era difficile andare avanti ma bisognava farlo, erano persone stranamente forti nonostante tutti gli ostacoli. Un demone braccato dal padre e una strega reduce da una guerra erano, oltre ad una coppia improbabile, un insieme forte che andava avanti all'unisono. Era stato stranamente facile assimilarla come perdita, accatastare con le altre morti con il desiderio di andare avanti il prima possibile. L'idea che lui se ne fosse andato pensando di dormire alleggeriva il fardello da portare. Brutalmente, perdendo molte persone, si inizia a riprendersi velocemente man mano che il numero aumenta portando l'attenzione sulla protezione delle persone ancora vive. Max sentiva il bisogno e il dovere di proteggere quella ragazza che era da tempo diventata una donna; di un'infanzia passata recentemente restavano solo alcuni suoi modi di fare e di comportarsi come l'arrotolarci i ricci intorno all'indice e mordersi le labbra in momenti di tensione ma anche di noia.

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