Capitolo 13

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Capitolo 13

"Nobody gonna love me better
I must stick with you forever.
Nobody gonna take me higher
I must stick with you."

Stickwitu - The Pussycat Dolls


Max sospiro' prima di alzarsi e vestirsi il piu' possibile, scendendo velocemente le scale per dirigersi in cucina. Lungo il breve percorso non poteva fare altro che chiedersi il perche' di quella richiesta strana e improvvisa; sapeva di star per sposare una ragazza stramba con qualche fissazione di troppo ma non lo aveva mai trovato un problema davvero grosso. Ne aveva viste e sentite di tutti i colori, che fossero pensieri, riflessioni o voglie di questa o quella cosa. Non era preoccupato piu' di tanto pero' era difficile passare una tale richiesta come normale, chi sano di menti avrebbe avuto voglia di mangiare dei cetrioli in piena notte?

Prese il barattolo dal frigo e risali' le scale con la stessa velocita' con cui le aveva scese, era pronto a vederla piccola e rannicchiata sotto le coperte, pronto a sentire il cuore riprendere a battere e pronto a stringerla a se prima di dormire. Sempre di piu' era convinto di essere nato pronto, come se avesse aspettato ottocento anni solo per quella ragazzina che poi tanto piccola non era piu'; lo poteva vedere nei suoi occhi, ascoltando le sue riflessioni e osservando le sue movenze quasi sempre pronte per qualsiasi forma di pericolo. Nulla poteva andare male, non piu'. Aveva fatto la sua mossa, deciso il proprio destino e ora avrebbe solamente dovuto pensare al loro futuro, magari a come trovare un modo per far durare di piu' il tempo a loro concesso.

Uno dei pensieri piu' odiosi che tornavano ogni volta che pensava a loro era il tempo. Non avevano l'eternita' e ne era brutalmente cosciente, aveva gia' visto molti amici morire e altrettante amanti fare lo stesso. Questo pensiero pero' non gli dava pace, in un modo o nell'altro gli risultava impossibile non ritornare sul punto cruciale della loro relazione futura: un giorno lei sarebbe morta e non poteva assolutamente permetterlo. In un modo o nell'altro doveva parlare e informarsi, leggere e corrompere pur di trovare un modo per non perderla.

Si appoggio' alla parete del corridoio, indugiando davanti alla camera, puntando gli occhi sulla porta. Lei era li' e lo stava aspettando, probabilmente mordendosi un labbro o leggendo. Lei sarebbe rimasta li' per ancora un po' di anni, poi probabilmente avrebbero dovuto nascondere la cosa al mondo per non sembrare un approfittattore. Odiava la sola idea di perderla, era gia' successo ma questa volta era profondamente differente; non aveva mai sposato qualcuno. Nel loro futuro vedeva amore, felicita' e bambini. Una nuova consapevolezza gli si paro' di fronte come un muro insormontabile: anche i bambini sarebbero stati come lui. Avrebbe condannato i propri figli alla vita eterna dopo aver visto la madre morire. No, no poteva permetterlo, in qualche modo l'avrebbe resa come lui. Se fosse stato per lui avrebbe scelto di vivere con lei e poi semplicemente morire il giorno in cui anche lei se ne sarebbe andata, ma se ci fosse stato Alex certamente non avrebbe potuto farlo, avrebbe avuto la responsabilita' di proteggere il loto figlio. Non poteva lasciare soli i possibili figli che avrebbero avuto ma nemmeno costringerli a morire a loro volta, non era giusto. Avrebbe trovato un modo, si', ne era sicuro. Bastava leggere, dare qualche mazzetta e tutto poteva risolversi; erano molte le creature immortali.

Si decise finalmente ad entrare cosi' apri' la porta e sgattaiolo' dentro, costatando che aveva avuto ragione: stava leggendo l'ennesimo libro.

-Ho i tuoi cetrioli, tesoro.- Ridacchio' guardandola.

-Si?- La osservo' illuminarsi e mettere giu' il libro.

-Tutti tuoi.- Le passo' il barattolo.

-Grazie mille.- Lei si alzo', sporgendosi per baciarlo dolcemente. –C'e' anche la nutella?

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